Ignazio Boschetto del trio Il Volo (Ph © Rinofelino| Dreamstime.com)
Sono Ignazio Boschetto di Marsala (anche se è nato a Bologna) e Piero Barone due dei componenti de “Il Volo” (il terzo, Gianluca Ginoble, è abruzzese) vincitori con la canzone “Grande amore” della sessantacinquesima edizione del Festival di Sanremo.
Trio conosciuto in tutto il mondo, soprattutto negli Stati Uniti, e apprezzato sin da quando, giovanissimi, poco più che adolescenti, hanno iniziato la loro carriera dopo avere partecipato a “Ti lascio una canzone”, il programma di RaiUno condotto da Antonella Clerici.
Scoperti da Tony Renis e portati in America, da lì hanno iniziato una carriera ricca di successi coronati oggi in Italia anche sul palco di Sanremo.
Al Festival della canzone italiana quest’anno però non sono stati soltanto loro a distinguersi e anche a vincere. Giovanni Caccamo di Modica, in provincia di Ragusa, ha guadagnato l’ambita statuetta dedicata a Sanremo Giovani. Ha iniziato la sua carriera organizzando mini-concerti in casa di chiunque lo ospitasse purché avesse un pianoforte.
Anche Lorenzo Fragola è siciliano, di Catania, e anche lui era  entrato nella rosa dei probabili vincitori tra i concorrenti “giovani” e, pur non avendo vinto, ha uno stuolo di fan che lo seguono sin da quando ha partecipato e vinto l’ottava edizione  di X Factor, il talent show di SkyUno.
Verrebbe da dire che la musica è nelle corde dei siciliani visto che quando entrano in ballo riescono a dare il meglio di sé.
Anche la bellezza sicula sta vivendo un momento di gloria, infatti nel 2014 è stata eletta Miss Italia un’altra siciliana: Clarissa Marchese nata a Sciacca,  ma residente a Ribera.
Sono questi dei primati che inorgogliscono i siciliani che più spesso vengono additati per fatti di cronaca nera legati innanzi tutto a mafia,  delinquenza e malgoverno regionale.
Anche nello sport possiamo vantare eccellenze come Vincenzo Nibali, messinese, soprannominato lo squalo dello stretto, vincitore del Tour de France 2014 e del Giro d’Italia nel 2013. E, come non considerare che la squadra di calcio della serie A, il Palermo, sta vivendo una stagione felicissima e viene considerata la squadra rivelazione del campionato?
Ma anche in politica la Sicilia può vantare  rappresentanti tra le più alte cariche dello Stato e, in ordine di tempo, spiccano: Angelino Alfano, nato ad Agrigento che, dopo essere stato Ministro della Giustizia sino al 2011 col governo Berlusconi e ricoprire ad oggi la carica di Ministro dell’Interno e Vice Premier, dal 15 novembre 2013 è presidente del Nuovo Centro Destra, partito nato dalla separazione dal Popolo della Libertà.
Anche la seconda carica più importante dello Stato appartiene a un siciliano: Piero Grasso, presidente del Senato, è nato a Licata in provincia di Agrigento. È succeduto nel 2013 a Renato Schifani, palermitano. Ha preso il  posto di  Giorgio Napolitano da quando si è dimesso da  presidente della Repubblica sino alla elezione del nuovo capo dello Stato.
Il 3 febbraio scorso, con quasi i due terzi dei voti delle aule congiunte, Camera e Senato, è stato eletto il nuovo presidente della Repubblica, il dodicesimo nella storia della nazione: Sergio Mattarella. È nato a Palermo ed è un orgoglio per tutti i siciliani e palermitani in particolare, non soltanto perché ricopre la carica più importante dello stat, ma perché la stima che tutti, politici e non, nutrono nei suoi confronti, dà una identità di correttezza agli abitanti dell’isola più che a tutti gli altri italiani.
Politico di lunga esperienza ha ricoperto dall’11 ottobre 2011 sino al giorno precedente la sua elezione a capo dello stato la carica di Giudice costituzionale della Repubblica Italiana; Ministro della Difesa dal 1999 al 2001; vicepresidente del Consiglio dei Ministri dal 1998 al 1999; dal 1989 al 1990 Ministro della Pubblica Istruzione; Ministro per i Rapporti con il Parlamento dal 1987 al 1989. Ha svolto la professione di docente universitario.
Un bellissimo curriculum che lo ha visto attraversare diversi partiti politici, scegliendo di volta in volta quello a cui appartenere e con il quale condividere delle aspettative. Sino a non essere più iscritto in alcun partito.
La storia della sua famiglia ha certamente segnato il suo carattere e la sua moralità ed in particolare un episodio. Il 6 gennaio 1980 il fratello Piersanti, allora presidente della Regione Siciliana, viene assassinato davanti la propria abitazione mentre era entrato nella sua automobile insieme alla moglie, a due figli e alla suocera per andare a messa: era il giorno dell’Epifania.
Un killer, avvicinatosi al finestrino dell’auto, gli sparò dei colpi di pistola uccidendolo. Una targa ricorda quell’orrendo omicidio davanti a quella che fu la sua abitazione. Il fratello Sergio, il nostro presidente della Repubblica, fu il primo a soccorrerlo e ad estrarlo dalla vettura.
Si pensò ad un attentato di natura terroristica da parte di un sedicente gruppo di estrema destra, ma gli inquirenti non erano molto convinti di questa versione data la modalità dell’esecuzione. Lo stesso giorno fu Leonardo Sciascia ad avanzare l’ipotesi del delitto di mafia. Non aveva torto.
Non mancano dunque motivi di speranza per una Sicilia ricca di talenti e di uomini onesti.

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