Vive a San Diego, è nato in Venezuela da padre emiliano e madre abruzzese ed ha vissuto parte dell’infanzia a Guardiagrele, in Abruzzo.
Luciano Borsari, sposato con Adriane (nata a Ipanema di Rio de Janeiro), rappresenta non solo un punto fermo nella comunità della città californiana ma anche un esempio degli italiani che vantano una carta geografica come sedimento storico familiare.
Luciano Borsari nasce a Caracas nel 1955, figlio di Giuseppe, originario di Formigine e di Velia Scogna, originaria di Guardiagrele. Da ragazzo ha attraversato più volte l’Atlantico per vivere nel capoluogo del Parco Nazionale della Maiella e nella capitale venezuelana.
Trasferitosi per studio a San Diego nel 1981 e laureatosi in Economia e Commercio con un Master in International Business, Borsari nel 1988 vince un concorso alle Nazioni Unite e per due anni si ferma a New York mantenendo sempre intatta la passione assoluta per la fotografia. Notato da un editore di una rivista di nautica, Borsari viene invitato a collaborare e nel giro di poche settimane diventa il fotoreporter dell’agenzia Ppl/Oxbow di Londra e ottiene l’incarico di fotografare l’America’s Cup e la Louis Vuitton. E lo fa con grande talento. Per quest’ultimo evento infatti gli viene conferito il premio dalla Galleria Ufficiale dell’America’s Cup: “Best International Photographic Collection of 1995”.
Entrato a far parte della prestigiosa agenzia Zuma Press (con sede a Laguna Beach California) il professionista abruzzese inizia una lunga carrellata di click d’autore. Nella sua raccolta figurano personalità importanti: da George W. Bush ad Al Gore, da Mikhail Gorbachev, a Leah Rabin, da Madame Jehan Sadat a Shimon Peres, da Margaret Tatcher a Tiger Woods, dalle sorelle Venus e Serena Williams a Enrique Iglesias, da Maradona a Ricky Martin per finire con Obama e la conterranea Nancy Pelosi.
Sposato con Adriane Veiga, manager brasiliana (nata e cresciuta a Ipanema) della United Airlines, Luciano Borsari ha superato indenne anche un agguato tesogli dai contrabbandieri di vite umane tra Messico e Stati Uniti (significative le sue foto scattate al confine tra i due paesi per documentare l’immigrazione clandestina) e gli incidenti avvenuti nelle manifestazioni contro Chavez, a Caracas.
“Il lavoro fotografico – spiega l’italo-venezuelano-americano Luciano – mi ha permesso di operare in molte situazioni diverse una dall’altra. Ho svolto grandi reportage nel campo della nautica (America’s Cup, Luis Vuitton) e sono stato assunto dalla Zuma Press per la quale ancora oggi collaboro”.
Nel suo vastissimo curriculum figurano scatti che hanno calcato le pagine di numerose testate americane e internazionali. Tra i titoli dei suoi lavori fotografici si possono citare: Images, Una finestra su Guardiagrele, Un reportage sulla visita a Chieti del compianto presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi (per questo reportage Borsari ha ricevuto un plauso dallo stesso presidente Ciampi). Particolarmente toccante il servizio fotografico realizzato dopo il sisma che nel 2009 ha distrutto L’Aquila.
“Nel nido dell’aquila ferita”, sulle suggestive note dei Pink Floyd e di “Imagine” di John Lennon, ha raccontato in immagini il lungo reportage giornalistico che ha portato Luciano A. Borsari tra le macerie e i campi di accoglienza dell’Aquila e dei paesi limitrofi distrutti dal sisma, un lavoro approdato sulle testate dei giornali italiani editi negli Stati Uniti.
“Il cd – racconta lo stesso Borsari – rappresenta un viaggio nel nido dell’Aquila ferita dal sisma. La mia è stata una testimonianza sulla forza della Terra e sulla forza degli uomini e il racconto in immagini dell’esperienza vissuta dall’Associazione Nuova Acropoli che nel sisma ha perso la propria sede, il proprio responsabile nazionale della Protezione civile e altri soci del sodalizio, ma che ha saputo allestire in poche ore, e solo contando sui propri volontari, un efficiente campo di accoglienza nell’area di Pile, dove sono stato ospitato diversi giorni. Tra l’altro questo campo è stato l’unico a creare una tenda per eventi culturali e per mesi è stato l’unico presidio culturale presente in città”.
Il pluripremiato fotoreporter che negli anni ha raccontato eventi sportivi, culturali, sociali e umani nei vari angoli del mondo, nel 2007 è stato insignito del prestigioso Premio “Guerriero di Capestrano” e nel 2014 è stato celebrato con il “Premio Dean Martin”, per il suo grande contributo di abruzzese nel Mondo.