1949: la Seconda Guerra Mondiale era da poco terminata. Bisognava ricostruire l’Italia, togliere le macerie e ridare una speranza culturale alla nazione.
Giangiacomo Feltrinelli, milanese di nascita – Cambiare il mondo con i libri, combattere le ingiustizie con i libri – era questo il suo obiettivo, dà vita alla “Biblioteca G. Feltrinelli” per lo studio della storia contemporanea e i movimenti sociali.
Alla fine dell’anno 1954, sulle ceneri della Cooperativa del Libro Popolare 1949-1954 (Colip), da cui rileva la prestigiosa collana “Universale economica”, nasce la Giangiacomo Feltrinelli Editore.
I libri che pubblica, talvolta, gli procurano più di un problema ma scuotono le coscienze.
Tra le edizioni più “difficili” i testi di Henry Miller e Il dottor Živago (1957) – di Boris Pasternak premio Nobel per la letteratura nel 1958 al cui conferimento dovette rinunciare per non essere espulso dalla Russia.
Nel 1958, Il Gattopardo, di Giuseppe Tomasi di Lampedusa che traduce perfino in arabo e in giapponese, diviene un best seller internazionale e segnerà la prima pietra di un percorso e di un legame affettivo con la Sicilia, e in particolare Palermo, che dimostrerà nel tempo con la pubblicazione di libri di autori come Simonetta Agnello Hornby, Roberto Alajmo, Ignazio Buttitta e altri.
Fin dai primi anni, saranno pubblicati autori come Lord Russell, Jawaharlal Nehru, Karen Blixen che con il suo romanzo autobiografico La mia Africa farà innamorare intere generazioni e vedrà una straordinaria Meryl Streep, in qualità di interprete insieme a Robert Redford, nella versione cinematografica diretta dal regista Sydney Pollak.
Altri “premi Nobel” faranno parte del catalogo Feltrinelli: Doris Lessing che sarà premiato nel 2007 o Gunter Grass nel 1999, solo per citarne alcuni. Anche Jorge Luis Borges e Isabel Allende pubblicheranno per la casa editrice italiana che vanta più di cinquanta anni di vita e di continua espansione.
Più di settemila titoli costituiscono il bagaglio culturale che la Feltrinelli distribuisce nelle oltre cento librerie della catena.
La più antica, la primogenita sotto l’insegna di Librerie Feltrinelli, sorse nel 1957 a Pisa e fu subito punto di riferimento per docenti e insegnanti della gloriosa Università della città toscana. Nel 1993 la sede dai locali storici di Corso Italia 117 viene spostata al civico 50 della stessa strada ma nel fondo dove si trovava la “Rosticceria Fiorentina”, cenacolo di intellettuali pisani.
Il 25 novembre 1985 si inaugura a Palermo la prima libreria Feltrinelli di tutto il Sud Italia. Inge e Carlo sono in città per l’importante evento e una festa in stile “gattopardiano” era stata preparata.
Ma intorno alle 2 p.m., davanti al Liceo Giovanni Meli di Via Libertà, alla fermata dell’autobus, Biagio Siciliano e Giuditta Milella, due studenti “melini” vengono travolti e uccisi dall’auto di scorta dei giudici Guarnotta e Borsellino che sfrecciava a folle velocità. Era l’anno del maxi processo di mafia.
Il giornale L’Ora, quotidiano della sera del capoluogo, pubblica un’intervista rilasciata da Leonardo Sciascia il giorno precedente nella quale lo scrittore, autore di Todo modo, Il giorno della civetta e tanti altri libri, definisce l’apertura della Feltrinelli a Palermo “un atto coraggioso”, mentre Leoluca Orlando, nello stesso articolo affermava che: “L’apertura di una nuova libreria…può contribuire a dar vita a quei salotti culturali di cui altre volte ho desiderato il ritorno come luoghi di elaborazione delle idee…”.
La festa per l’inaugurazione viene ridimensionata ma il successo di folla è tale che impegnerà sia Inge che Carlo, che non si risparmieranno nell’intrattenere il numerosissimo pubblico.
I locali sono quelli della storica libreria Ciuni, di fronte al Teatro Massimo, tempio della lirica e di una Palermo intellettuale che amava incontrarsi nel cuore della città.
Da alcuni anni i locali di appena 210 mq. sono stati sostituiti con quelli più ampi di Via Cavour, vicino la storica e non più esistente Birreria Italia, con ben 1500 mq. dove trovano respiro, oltre ai libri, spazi espositivi, saletta per conferenze, presentazioni, attività culturali, oggettistica e salottini dove potere leggere – magari davanti una tazza di caffè o di tè fumante – anche i giornali messi a disposizione dalla direttrice Lia Vicari, attenta e preparata padrona di casa che ha fatto della libreria di via Cavour un accogliente punto di incontro per insaziabili divoratori di cultura.
28 maggio 2013: sono trascorsi ventotto anni dall’apertura della libreria Feltrinelli a Palermo e un’altra inaugurazione si ascrive alla sua storia isolana.
Alla cerimonia sono presenti Carlo Feltrinelli, presidente della Effe 2005, holding alla quale fa capo il gruppo Feltrinelli, Stefano Sardo amministratore delegato delle librerie La Feltrinelli e i fratelli Vincenzo e Fabio Conticello.
Sembra che si chiuda un cerchio, se consideriamo che nel 1993 a Pisa, la prima delle librerie del gruppo, occupava i locali dove si trovava la Rosticceria Fiorentina.
Sì, perché i fratelli Conticello sono i titolari (anche se ormai detengono una quota di minoranza) custodi di un’antica tradizione, quella della storia dell’Antica focacceria San Francesco.
Tempio della cucina popolare palermitana, con le sue arancine, il panino con le panelle, lo sfincione e la focaccia “’ca meusa” (con la milza) schietta o maritata (con o senza ricotta), ha riaperto la storica sala Florio, sala ristorante al secondo piano, dove si possono gustare i piatti della più collaudata tradizione culinaria siciliana, sui tavolini liberty.
Giovanni Maria Bassanelli, durante la conferenza stampa di presentazione, ha raccontato dello storico e giornalista palermitano Gaetano Basile, classe 1740, che nacque nei pressi di Como e venne a Palermo ad aprire una taverna in cui stoviglie, “cose da mangiare” si mischiavano ai libri, a “cibo e cultura”.
Sono stati i Feltrinelli a voler ripetere questa tradizione, a proporre il binomio letteratura e cucina popolare. E i Conticello hanno accettato.
Questo “matrimonio” non vuole sconvolgere lo spirito del locale, anzi lo vuole avvalorare promuovendo nelle sale attività culturali, ospitando artisti, scrittori, personaggi della cultura con una particolare attenzione a quelli siciliani.
“Il nostro è uno dei 100 locali storici d’Italia ma è l’unico che propone cucina popolare…Ricette che fino a pochissimo tempo fa non venivano considerate neanche ristorazione con la “R” maiuscola, e che oggi sono la chiave del successo della nostra cucina nel mondo”. Sono le parole di Fabio Conticello che ha ricordato il grande lavoro svolto negli ultimi due secoli dalla sua famiglia, che meritava di essere valorizzato grazie ai numerosi punti vendita in altre regioni d’Italia e all’estero.
L’amministratore delegato di Afsf (insieme delle attività di Antica focacceria San Francesco) Stefano Sardo ha sottolineato l’impegno delle librerie Feltrinelli per creare sinergie tra cibo e cultura.
Non si può ignorare, è stato sottolineato da Gaetano Basile, che già nel 1834 l’Antica Focacceria si affermò come il primo esercizio pubblico dove potere consumare piatti tipici della tradizione gastronomica siciliana. Il fondatore, Antonio Alaimo, cuoco dei principi Cattolica, fu pagato per i suoi vent’anni di fedele “cucina”, con la dote dei locali dell’ex cappella del palazzo e con alcuni mobili della stessa. Riadattò locali e mobili e corredò la focacceria di tavoli, sedie e cucine in ghisa in stile liberty commissionate alle Fonderie Florio.
I fratelli Conticello, pronipoti del fondatore, raccontano che nel 1848 Ruggiero Settimo, ex ufficiale della marina borbonica, fe-steggiò il suo successo con i cibi della focacceria. Certamente fu luogo di incontro tra politici e letterati e si citano, a tal proposito, Garibaldi che gradì una focaccia “maritata”, cioè con ricotta, e Crispi e Pirandello come frequentatori dell’accogliente locale.
Insomma, in Sicilia, terra di grandi passioni dove il cibo costituisce certamente una componente passionale, anche la cultura può diventare un fattore emozionale.
Noi de L’Italo-Americano, dal canto nostro, incontrando Carlo Feltrinelli, Stefano Sardo e Fabio Conticello, abbiamo fatto una proposta: non sarebbe auspicabile che una linea editoriale prendesse il nome di Antica Focacceria San Francesco e che, magari, un piatto fatto con ingredienti della più pura tradizione culinaria palermitana prendesse il nome di Feltrinelli?
In attesa che un nuovo punto libreria-rosticceria venga inaugurato, chissà negli Usa, ci godiamo un libro e una pietanza tra i tavolini della sala Florio.