Chissà cosa avrebbe detto il mago degli effetti speciali e padre di ET Carlo Rambaldi se avesse visto una delle sue creature più famose “trattata” così.
“Eh, purtroppo il grande maestro ci ha lasciati troppo presto per assistere a tutto questo. Chissà che avrebbe detto, davvero! Ma, secondo me, da artigiano com’era, si sarebbe fatto una risata nel vedere che un gruppo di matti lo avevano preso come ispirazione insieme a H.R.Giger per il loro lavoro. Giger comunque è ancora vivo, nel caso…”.
E visto che Mr Giger c’è ancora, gli consigliamo di visitare il sito www.aglien.com.
Sì, Aglien. Non è un errore di stampa ma la parodia del mitico “Alien” di Ridley Scott con la quale Andrea Camerini, 40 anni, di Piombino, provincia di Livorno, anche se da anni residente a Milano, ha sbancato i Los Angeles Web Film Awards nel weekend di Pasqua.
Cinque premi: regia e produzione, andati a Camerini, fotografia, sempre di Camerini insieme a Fabio Pianigata, miglior attore protagonista (il livornese Marco Conte) e non protagonista (Gianluca Felipe Beretta).
Per chi non lo sapesse, lo sberleffo, o meglio la “rilettura in chiave comica” (mettiamola così) è nel Dna del livornese, allergico alla serietà e alla rigida impostazione. L’alieno di Camerini non fa eccezione: nelle dodici puntate da meno di dieci minuti l’una, c’è tanta ironia, a volte anche molto dialettale. Che però non deve aver scoraggiato la giuria californiana, che ha capito benissimo quello che il regista voleva trasmettere.
“Beh, capire han capito, anche perché Aglien è comunque fatto di gags visive”, ci dice Camerini. “Tutti i lavori stranieri poi erano sottotitolati, in modo che almeno si capisse il senso delle cose, visto che tradurre “La maiala Tu’ Mader” non era poi cosa così semplice”.
“Aglien” è solo l’ultima delle parodie realizzate dalla “Grezzofilm” (www.grezzofilm.com) di Camerini, che si vanta di aver “distrutto” altre pietre miliari come Frankenstein, Shining (manco a dirlo “Sciaining”) e Lezioni di piano. Scherzi di ottimo livello cinematografico, che quasi per gioco hanno conquistato Hollywood. “Anche perché partecipare al festival è stato davvero semplice”, continua Camerini, unico italiano tra i 50 finalisti.
“È bastato iscriversi on line e aspettare che i giudici selezionassero il materiale che era già in rete. C’è voluto un bel po’, tanto che non ci speravamo neanche più. Poi, se uno vuol essere onesto, si vince qualcosa se e solo se fai qualcosa in cui credi al massimo, con il massimo della volontà e della sincerità. Se fai questo, già ‘vinci’ qualcosa. Poi, se ti notano, ti premiano, se ti riconoscono quel lavoro, tanto meglio!”.
Certo che deve fare effetto vincere un premio cinematografico a Los Angeles. Un po’ come Roberto Benigni.
“Beh, visto che si cita un esempio come quello inarrivabile di Benigni, dico che ho capito la sindrome che l’ha colpito”, confessa Camerini. “In effetti, anni fa, quando ho visto Benigni saltare sulle sedie in quella ormai celebre notte di gloria, mi son sempre chiesto se recitasse o se fosse un’eccessiva manifestazione di simpatia italiana che muoveva i suoi salti sopra le teste dei personaggi più celebri del cinema mondiale. E ammetto pure di aver commentato, fra me e me, quella sera: “ma guarda un po’ se uno deve farsi sempre riconoscere così…sempre la figura degli italiani caciaroni”.
Ora, essendo toccato a me (nel mio piccolissimo, si capisce) ammetto di aver fatto di peggio: tipo baciare in bocca la presentatrice (bòna), baciare in bocca il presentatore (meno bòno); aver saltato sul palco a piedi uniti manco fossimo ai tappeti elastici. Insomma; ho finalmente capito quello che colpì il povero Roberto quella notte: la sindrome da italiano premiato all’estero!”.
Per chi fosse curioso, a questo punto basta andare su www.aglien.com, dove è possibile vedere tutti i dodici episodi della serie “Aglien”, pensata appositamente per il web.
Una nuova via “in rete” che potrebbe rilanciare il cinema tricolore? “Aglien ha vinto tanti premi nella sua categoria (dramedymochumentary series) insieme ad altre serie italiane che erano in concorso e son state premiate in altre categorie”, dice Camerini.
“La produzione italiana è viva, è professionale e ha trovato un preciso collocamento nel web. Noi di Grezzofilm ci abbiamo creduto da subito, quando abbiamo fatto i primi corti nel 2001, Facebook doveva ancora nascere. Internet e You-tube hanno tutte le carte in regola e le potenzialità per diventare una piattaforma competitiva per l’intrattenimento: basti vedere quanto materiale viene riversato ogni istante da tutto il mondo. La gente ha voglia di comunicare, di intrattenere e questo è il modo più immediato! Il futuro è il web? Chissà! Però ammettiamolo: 5-6 anni fa… avremmo mai parlato così di internet?”.