Dal 1799 due leoni di pietra calcarea sono i custodi del Real Parco della Favorita di Palermo, immenso polmone verde della città che prelude al mare di Mondello, ridente borgo marinaro e spiaggia, da tempo ormai immemorabile, dei palermitani.
 
Da quando Ferdinando, IV come re di Napoli e III come re borbone di Sicilia, si rifugiò nel capoluogo siciliano insieme alla moglie Maria Carolina, figlia di Maria Teresa D’Asburgo imperatrice del Sacro Romano Impero, per sfuggire all’occupazione dei francesi la notte del 25 dicembre 1798, scortato dall’ammiraglio Orazio Nelson, la città arricchì ancor di più i fasti del passato.
 La Favorita è il grande parco creato nel 1799 da Ferdinando III di Borbone 

 La Favorita è il grande parco creato nel 1799 da Ferdinando III di Borbone 

La nobiltà fu solidale con il re e gli regalò, perché gli vendette a mero valore simbolico, parecchi ettari dei suoi possedimenti in quella che era e si chiama ancora oggi “Piana dei Colli”, territorio che si estende dalla borgata di San Lorenzo sino alle falde del Monte Pellegrino.
 
Ben quattrocento ettari divennero di esclusiva proprietà del sovrano. Scelse come sua dimora, e vi si insediò insieme ai suoi familiari il 4 ottobre 1799, la “Palazzina Cinese”, originale costruzione all’interno del parco, fatta erigere da Giuseppe Maria Lombardo e Lucchese barone della Scala e dei Manchi del Belice. È chiamata anche Villa delle Campanelle perché un numero infinito di campanellini che suonavano ad ogni lieve frusciare del vento, ne adornava il prospetto. L’architetto Giuseppe Venanzio Marvuglia ne curò il restauro.
 Interno con scale a chiocciola nei piani superiori della Palazzina Cinese 

 Interno con scale a chiocciola nei piani superiori della Palazzina Cinese 

La regale tenuta, o meglio, il sito reale così chiamato per influenza napoletana, aveva il significato di vasto territorio destinato alla caccia del re. Non assolse soltanto a quel compito,  ben ricco com’era di fagiani, conigli, lepri, beccacce. Fu luogo di divertimento. Era il parco che in seguito J.W.Goethe definì “il più bello del mondo”.  E fu soprattutto un luogo di grandi coltivazioni agricole e di sperimentazione di nuove tecniche e metodi che miravano ad una razionalizzazione dell’agricoltura, per cui era ricco di aranci, mandarini, olivi, noci e persino sommacco, tanto caro nel ‘900 alla famiglia Florio che ne fece grande commercio.
 
La presenza di Ferdinando III diede l’avvio alla costruzione di altri siti regali a Scopello, Calatafimi, Partinico e alla casina di caccia nel bosco di Ficuzza, sicuramente la più importante e imponente. 
Tornando alla Palazzina Cinese, non fu abbattuta e ricostruita, fu soltanto ampliata in alcune parti e resa fruibile dopo accurati restauri sia all’interno che nelle facciate anteriore, laterali e posteriore.
 
È composta di tre piani, un seminterrato dove sono la sala da ballo e una camera per il buffet; il primo piano a cui si può accedere sia dall’interno che dall’esterno, composto dal salone per i ricevimenti in stile cinese, la sala da pranzo e la camera da letto del re con relativo bagno. La regina alloggiava all’ultimo piano, il secondo, ed era così composto: camera da letto con spogliatoio, saletta per ricevere visite in stile turco e un’altra in stile pompeiano. 
 
Importanti pittori affrescarono le pareti, Velasquez, Riolo e dei mobili e delle sete preziose rimangono oggi alcuni esemplari.
 
La Favorita è attraversata da due lunghi viali paralleli: Viale Diana e Viale Ercole. 
Quest’ultimo termina in una fontana al cui centro si erge una colonna in stile dorico e alla cui sommità si trova la statua di Ercole in atteggiamento di riposo. Uno spiazzo arredato con sedili e circondato da alti cipressi, a mo’ di proscenio di chiaro stile neoclassico, racchiude lo spazio della fontana.
 
I due citati viali, Ercole e Diana, sono intersecati da un terzo, Popona, dal nome mitologico anch’esso della dea della frutta e dei giardini. 
 
Oggi il Parco della Favorita, arteria principale per il collegamento con la località balneare di Mondello, è inglobata all’interno della Riserva Orientata Regionale “Monte Pellegrino” istituita dalla Regione Siciliana nel 1995 e che si estende per 1020 ettari e ha lo scopo di mantenere vive le tradizioni agricole, pastorali e di salvaguardia boschiva, attività di cui si occupano i Rangers d’Italia.
 
Al parco della Favorita si può accedere da diversi ingressi, ma il più trafficato, il più imponente è quello che risale al 1799 chiamato “La Porta dei Leoni”, dall’omonima piazza che è stata così “battezzata” per via dei due grossi e maestosi felini che sono a guardia dell’ingresso.
 
Molto cari ai palermitani i leoni, in più luoghi si trovano in statue come ai lati dello scalone del Teatro Massimo. E poiché simbolo di forza e di potenza furono scelti dalla famiglia Florio come suo simbolo.
 
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