Un velo si stende sopra il grande Giuliano Gemma, l’eroe del western all’italiana, che a 75 anni, ha perso la vita in un incidente stradale a Cerveteri, vicino Roma.
Il lutto è immenso. Gemma era e sarà ricordato da tutti per il grande successo ottenuto come attore di spaghetti western.
Ha iniziato giovanissimo a lavorare per il cinema come stunt. Nel 1958 Dino Risi inevitabilmente iniziò la sua fortuna, ingaggiandolo per una piccola parte nella commedia “Venezia, la luna e tu” con Alberto Sordi e Nino Manfredi.
Sempre negli stessi anni, Gemma si fece notare per il suo fisico da ex pugile e diventò un centurione per il kolossal dei kolossal, “Ben Hur” di William Wyler.
La vera popolarità però arrivò poco dopo con “Il Gattopardo” di Luchino Visconti e soprattutto grazie al filone degli intramontabili spaghetti western.
Attraente cowboy, Gemma, ha lavorato con registi come Duccio Tessari, Tonino Valerii, Sergio Corbucci. “Un dollaro bucato”, “I lunghi giorni della vendetta”, “Per pochi dollari ancora”. E ancora, “Una pistola per Ringo”, “Il ritorno di Ringo” di Duccio Tessari, “Adiós gringo” di Giorgio Stegani e “Arizona Colt” di Michele Lupo.
Qualche volta utilizzò il nome d’arte Montgomery Wood e fu cowboy anche in coppia con Bud Spencer in “Anche gli angeli mangiano fagioli”, e con Ricky Bruch in “Anche gli angeli tirano di destro”.
Non finisce qui, Gemma non fu solo capace di fare il cowboy o il centurione, e lo ha dimostrato grazie a film più impegnati come “Il deserto dei Tartari” di Valerio Zurlini del 1976, forse la sua migliore interpretazione.
E poi “Delitto d’amore” di Comencini, “Il prefetto di ferro” di Pasquale Squitieri e “Un uomo in ginocchio” di Damiano Damiani. Negli anni Ottanta è comparso in “Tenebre” di Dario Argento e in “Speriamo che sia femmina” di Mario Monicelli.
Nel 1985, dopo un lungo periodo di film impegnati, Giuliano Gemma, risentì il richiamo della frontiera, offrendo il suo volto per la rappresentazione del celebre personaggio dei fumetti Tex Willer in “Tex e il signore degli abissi”, in cui ha rinnovato il sodalizio con Tessari.
Dalla fine degli anni Ottanta a oggi, il nostro attore, ha lavorato soprattutto in produzioni televisive, come “Il capitano”, “Butta la luna” e la terza stagione della fiction Rai “Capri”.
Gemma era un uomo pieno di entusiasmo e di passioni, come quella della scultura che portava avanti da sempre e di recente, ospite al Giffoni Film Festival, dove si scoprì amato e molto conosciuto anche tra i bambini e il pubblico più giovane, stupì per una sua risposta alla domanda di come si facesse a non invecchiare mai. “L’entusiasmo per la vita – aveva risposto – l’interesse per tante cose e soprattutto una passione, una grande passione”.
Giuliano Gemma oggi non c’è più. L’eroe del western, uno de-gli attori nazionali dalla più lun-ga carriera, vincitore di importanti premi come il David di Donatello, il Globo d’oro, il Nastro d’argento, il Premio De Sica, ultimamente omaggiato anche da Quentin Tarantino in “Django Unchained”, se n’è andato.
Noi vogliamo salutarlo con le parole di Ringo: “Chi ha paura, muore un po’ tante volte, chi non ha paura, muore una volta sola”.