Franco Simone, uno dei pochi cantanti italiani ad aver frequentato le classifiche americane di Billboard, con il brano “Magica” (chart hot latin song), torna con un album dedicato a Luigi Tenco.
 
“Ci sono momenti in cui tutto ti sembra già scritto, ci sono discorsi in cui tutto ti sembra già detto e poi, per fortuna, esistono alcune canzoni, che crescono, crescono e infine son pure emozioni”. Sono le prime parole del brano che Simone ha dedicato al cantautore scomparso tragicamente nel 1967, intitolato semplicemente “Carissimo Luigi”, apripista dell’album “Franco Simone canta Luigi Tenco”.
 
L’album contiene dieci canzoni di Tenco, una di Fabrizio de Andrè e “Carissimo Luigi”, l’omaggio scritto da Simone a completamento dell’opera. 
 
Quest’ultimo brano, arrangiato con taglio sinfonico, esalta la virale interpretazione del cantante salentino, con un finale vocepiano di rara sensibilità. Il testo, struggente e toccante, è accompagnato da un arrangiamento di una complessità strutturale, di taglio sinfonico, che termina con le note del solo pianoforte, in un crescendo di emozioni sublimate dall’inciso, in cui l’interpretazione di Franco Simone tocca corde accessibili a pochi: “Presto, te ne sei andato via troppo presto, lasciandoci sperduti in questo mare in cui tu navigavi con il cuore, ma noi quaggiù, tra vivere e morire, noi non sappiamo da che parte andare, perché ancora non sappiamo amare…”.
 
Il brano di De Andrè è “Preghiera in gennaio”, scritta dal cantautore ligure dopo avere reso omaggio alla salma di Tenco. Si tratta di un tributo interpretato con laica passione da Simone e arrangiato da Alex Zuccaro, capace di unire gli archi al suono evocativo della fisarmonica. In questa canzone l’artista supplica Dio di accogliere l’amico suicida, chiedendo che sia ascoltata “la sua voce che oramai canta nel vento”. Il testo è liberamente ispirato a “Prière pour aller au paradis avec les ânes”, di Francis Jammes, un poeta francese dei primi del Novecento, di cui Georges Brassens musicò una poesia. 
 
Simone si immerge nel mondo di Tenco e lo fa suo, con un coinvolgimento tale da creare un’aura di originalità alle canzoni, come nel caso di “Vedrai vedrai”, arrangiata da Zuccaro con una ritmica pop, perfetta per la vocalità di Franco.
 
“Tu non hai capito niente” ci riporta all’atmosfera del night, adatta per sottolineare le schermaglie amorose di cui parla il testo, mentre “Io si” trova nel tango il ritmo giusto per una storia di sottile e delicato erotismo.
 
“Lontano lontano” è una perla per il repertorio di qualsiasi artista, così come “Se stasera sono qui” e “Mi sono innamorato di te”, canzoni che Franco interpreta con convinzione, emozionando chi le ascolta.
 
In “Un giorno dopo l’altro”, l’arrangiamento di Zuccaro alterna il sax alla voce di Franco, riproponendo l’accompagnamento al pianoforte della versione originale. Di questo brano Tenco aveva inciso anche una versione in francese e una in spagnolo, e il 45 giri fu pubblicato in Francia e Argentina, dove ebbe il successo che meritava. La canzone fu scelta come sigla della serie televisiva, “Le inchieste del commissario Maigret”, con Gino Cervi nel ruolo del commissario parigino. Il testo, più che mai attuale, sembra descrivere le difficoltà che i giovani vivono in questo periodo: “E gli occhi intorno cercano quell’avvenire che avevano sognato ma i sogni sono ancora sogni e l’avvenire è ormai quasi passato…”.
“Angela” è proposta come canzone popolare, con improvvise accelerazioni di musica e voce, soluzione perfetta per drammatizzare un addio imprevisto: “Angela, Angela, angelo mio, io non credevo che questa sera sarebbe stato davvero un addio”.
 
“Ciao amore ciao” fu l’ultimo brano cantato da Luigi Tenco in quel triste Festival di Sanremo del 1967, Franco reinterpreta la prima parte dell’inciso, quasi fosse un saluto al cantautore ligure, senza accompagnamento musicale e con una percepibile “nebbia emotiva”.
 
“Ho capito che ti amo” rappresenta la sintesi di quest’omaggio, realizzato da un artista sinceramente “innamorato” di Tenco, della sua purezza e originalità. Ascoltando il disco ci si rende conto delle innumerevoli sfumature e dell’universalità dei sentimenti “disegnati” da un ragazzo scomparso a soli 29 anni. 
 
Il merito di Simone è stato quello di adattare le canzoni alla sensibilità dei giorni nostri, non facendone una questione di voce ma soprattutto di cuore.  
Simone racconta: “Dall’inizio della mia carriera rimando questo appuntamento musicale, che da sempre sapevo che sarebbe arrivato! Era “Quando”, di Tenco, il primo 45 giri che acquistai. Era ancora di Tenco la prima canzone-modello che mi fece ascoltare il maestro Ezio Leoni, mio primo produttore discografico, che lo era stato anche di Tenco. Il brano era “Ho capito che ti amo”. Adesso, per cantare tutte queste perle musicali, non ho fatto alcuna fatica. Le ho cantate tutte una volta sola, con grande emozione. Me le sono sentite addosso come abiti che non avevano bisogno di alcuna correzione”.
 

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