Il Fiuggi Film Festival quest’anno è stato dedicato ad un pubblico giovane. ‘The Dark Side’ era il tema scelto per questa ottava edizione, al centro di un programma internazionale di formazione cinematografica di eccellenza rivolto a studenti di istituti superiori e universitari che hanno scelto percorsi di studio o esperienze professionali nell’audiovisivo. Oltre ai laboratori suddivisi in due percorsi distinti per i giovani dai 14 ai 18 anni e per gli studenti universitari fino ai 29, i ragazzi hanno avuto il ruolo ufficiale di giurati per la selezione del miglior film in concorso.
La scrittrice triestina Susanna Tamaro, che ha presieduto la Giuria ufficiale, ha incontrato gli studenti e il pubblico, rispondendo alle domande dei ragazzi e della presidente del festival Antonella Bevere Astrei, che ha invitato tutti a leggere o rileggere le opere della Tamaro. Non tutti sanno che la scrittrice triestina ha da sempre un forte legame con il cinema, in quanto ha conseguito giovanissima il diploma di regia presso il Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma. Sul palco Susanna Tamaro, che finora ha venduto 16 milioni di libri, ha svelato se stessa, raccontando segreti e retroscena della sua carriera letteraria, che non era cominciata molto brillantemente sui banchi di scuola, quando fioccavano i quattro in italiano ed era difficile la promozione a giugno. Addirittura, ha raccontato, non ha sostenuto l’esame di maturità perchè solo un mese prima, nel maggio 1976, si era verificato il terribile sisma del Friuli.
Dopo le magistrali decise di dedicarsi al cinema, ispirata da un film di Tarkovsky visto alla tv e vinse una borsa di studio grazie ad una sua semplice affermazione: per me non contano le parole, contano le immagini. Come regista è difficile lavorare e trovare produzioni valide, ma il talento narrativo emerge sempre più nella redazione di sceneggiature.
Il best seller “Va’ dove ti porta il cuore” viene da un libro sui samurai. Le arti marziali, che Susanna pratica da 30 anni, vedono nel cuore l’essenza più profonda dell’essere umano. Titolo contestato dall’editore ed invece divenuto la chiave del grande successo internazionale per il romanzo.
In “Anima Mundi” e in “Per voce sola” i temi sono nazismo e comunismo, ideologie tremende paragonabili all’Isis di oggi. La chiusura alla realtà porta l’uomo verso il male, il lato oscuro, che rimane difficile da riconoscere. Anche i grandi santi come San Francesco o Madre Teresa avevano un’anima nera. La scrittrice, che è discendente di Italo Svevo, ha parlato poi di amore, che per lei è attenzione, desiderio di conoscere l’altro in un percorso di crescita in cui occorre lavorare sul lato oscuro del cuore.
Il romanzo “Per sempre”, che affronta il tema della morte, è stato prezioso per la famiglia Astrei. “Ogni angelo è tremendo” è un romanzo autobiografico in cui è narrata la storia di zia Marisa, che l’autrice non ha mai conosciuto perchè morta giovane per obbedienza a regole troppo rigide.
Un pensiero va alla natura, che la Tamaro ama tanto. Ha raccontato di allevare api nel suo giardino, sapendo bene che sono indispensabili per l’equilibrio della natura. Chissà se nel 2017, quando finirà il periodo sabbatico, le api non saranno le protagoniste della sua prossima fatica letteraria…
Il film “Nobody From Nowhere”, secondo film diretto dallo scrittore e drammaturgo francese Matthieu Delaporte ha fatto incetta di premi al Festival di Fiuggi dove è stato proiettato in anteprima nazionale. Sebastien (Mathieu Kassovitz) vive solo e senza legami. Nel tentativo di dare un senso alla sua vita osserva attentamente le abitudini degli sconosciuti, si traveste e ne assume l’identità. La Giuria ha apprezzato tutti i film in concorso, ognuno portatore di un messaggio etico rilevante e ben sviluppato. E ha premiato il film di Delaporte per la genialità della struttura drammaturgica, per l’eccellenza della recitazione e l’originalità della storia, che racconta, con personaggi molto ben delineati, la catarsi di un uomo prigioniero di una nevrosi autodistruttiva che rinasce alla vita attraverso una paradossale paternità e un generoso sacrificio di sé.
Questa la motivazione della Giuria composta da Daphne Sigismondi, vicedirettrice della School of Cinematic Arts di Los Angeles; il giornalista Luigino Bruni; Roberta Mazzoni, sceneggiatrice e regista; il giornalista Giuliano Guzzo.
Ancora ad un’anteprima nazionale il Premio della Stampa accreditata al festival che ha scelto “The Verdict”, thriller giuridico del regista belga campione d’incassi, Jan Verheyen.
Il film, sorretto da un cast di prima categoria (Koen De Bouw, Johan Leysen, Veerle Baetens), mette in scena il dilemma morale di un uomo devastato dal dolore che decide di vendicarsi del rilascio ‘per un vizio di procedura’ del principale sospettato dell’omicidio di sua moglie e di sua figlia.
E’ una straordinaria analisi delle contraddizioni di un sistema giudiziario di cui emergono carenze ed incoerenze nel quadro internazionale (si legge nella motivazione dei giornalisti). Inoltre, pone l’accento sulla sofferenza sempre in agguato per chi è coinvolto nelle maglie della giustizia.
La ricca selezione filmica del FFF 2015, ha scelto storie che rivelano la complessa miscela di bene e di male che è l’uomo.
Al film di Delaporte è stato attribuito anche il Premio della Giuria Giovani accreditati al Festival e dei ragazzi di Arca Cinema Giovani. Questa la motivazione della Giuria giovani: “Per la forte attinenza al tema di quest’anno del Festival e averci mostrato la complessità del lato oscuro del protagonista, in bilico tra il personaggio dell’uomo ordinario e le sue tendenze maniacali non visibili alla luce del sole; per il ritmo incalzante, la continua tensione e la magistrale interpretazione di Mathieu Kassovitz”.
Ben 7 i film in concorso, tutti inediti in Italia, di cui quattro in anteprima nazionale. Mattatore della serata finale del festival l’attore, conduttore e regista Mario Acampa, reduce dai set di Marco Bellocchio (Fai bei sogni) e Ron Howard per il film Inferno con Tom Hanks. In autunno sarà al cinema come protagonista del film Press, scritto e diretto da giovanissimi autori torinesi.
Non poteva mancare a Fiuggi un omaggio a Mario Monicelli in occasione del centenario della nascita. Il grande regista è stato ricordato con la presentazione del libro/intervista di Mariano Sabatini e Oriana Maerini dal titolo “Intervista a Mario Monicelli – La sostenibile leggerezza del cinema”.
“L’entusiasmo dei giovani che hanno frequentato il festival di quest’anno con le sue masterclass e workshop, ha chiosato il giovane direttore Angelo Astrei, ci spronano a fare di tutto per avere anche il prosimo anno degli autorevoli rappresentanti del mondo del cinema e della cultura. Con l’intento e il sogno di poter lasciare ai giovani una nuova ed altrettanto appassionante occasione di formazione”.