Nell’Abruzzo che ricorda la ferita della tragedia di Marcinelle, agosto è stato un mese di grandi eventi e celebrazioni. Tante sono state le manifestazioni incentrate sui 60 anni degli eventi tragici della miniera e tanti i personaggi arrivati per rendere omaggio ai lavoratori abruzzesi emigrati.
 
Manoppello è stato il centro del ricordo per i tanti ex minatori ed emigrati in Belgio e nel mondo. La visita della regina Astrid di Belgio e del presidente della Camera, Laura Boldrini, ha segnato ufficialmente un calendario degli appuntamenti con la storia dolorosa dei lavoratori italiani. Nei giorni del ricordo di Marcinelle si è voluto abbracciare idealmente tutto il sacrificio del lavoro italiano nel mondo ricordando anche Mattmark e Monongah, per citare solo i casi più tragici di una lunga storia di sofferenze. 
 
La principessa Astrid, delegata da re Filippo del Belgio ha inaugurato a Pescara la mostra “L’altra Marcinelle” curata da Enrica Buccione e Max Pelagatti. Poi è stato inaugurato il monumento al minatore donato dall’Associazione “Minatori – Vittime del Bois du Cazier 08-08-56 Marcinelle. Madrina dell’evento il presidente della Camera, Laura Boldrini. “Statua posta nelle braccia della Maiella – ha spiegato un commosso presidente dell’Associazione Vittime di Bois Du Cazier, Nino Domenico Di Pietrantonio –  perché  la Maiella è nostra madre ed è giusto riportare tutti questi figli d’Abruzzo nelle sue braccia. Dove la memoria finisce non c’è più storia”.
 
Successivamente le iniziative dedicate all’emigrazione abruzzese hanno coinvolto anche le storie “americane” con l’edizione speciale del premio Antonio Zimei, dopo quello Dean Martin che tra i vari premiati ha avuto anche la californiana Mari Nobre, cantante di origine napoletana con madre residente a Pescara e interprete straordinaria del genere latino americana. Norbre è fresca vincitrice di un Latin Grammy Award: il suo brano “Corazon Inmigrante” sta facendo molto discutere negli Usa ed è diventato un vero e proprio inno all’immigrazione. 
 
La manifestazione, organizzata dall’Associazione Ambasciatori della fame e sostenuta dalla famiglia Zimei, ha visto premiato Marcello Maviglia, psichiatra residente ad Albuquerque (Nuovo Messico) e impegnato da anni nell’assistenza ai Nativi americani e nella lotta alle dipendenze. Altro premio è andato a Sante Auriti, che a New York opera da molti anni per la Steinway & Sons costruendo stupendi pianoforti di altissimo livello. Auriti ha attirato anche l’attenzione della stampa americana quando l’azienda decise di permettere ai passanti di vedere la costruzione in diretta di un pianoforte, costruzione affidata appunto all’artigiano abruzzese. Ultimo riconoscimento è andato “alla memoria” dell’imprenditore di origine pescarese Vincenzo Franceschini, che in Canada riuscì a diventare famoso con le grandi opere viarie.
 
E’ toccato all’Università della Terza Età di Montesilvano onorare la memoria migrante regionale con un convegno dedicato all’esperienza migrante nelle Americhe. Nell’occasione sono intervenuti il presidente del sodalizio, Giuseppe Tini e l’assessore provinciale Leila Kechoud, per premiare Marcello Maviglia e il vice console onorario d’Italia a Rochester, Mario Daniele, punto di riferimento della comunità italiana nelle contee settentrionali dello stato di New York.
 
Castel del Monte ha chiuso idealmente l’intenso programma di “risveglio” della memoria, onorando nella giornata finale della festa dell’emigrante alcuni corregionali. Le targhe de “La valigia di cartone” 2016 sono andate a Donato Di Matteo, assessore alla Regione Abruzzo con delega agli  Emigranti e alle Tradizioni Locali; a Maria Fosco, professoressa e dirigente dell’Istituto Italo-Americano “John D. Calandra” di New York, a Mario Daniele; alla giornalista Valeria De Cecco, produttrice del film documentario “Anima abruzzese – L’avventura dell’emigrazione”; a Gabriele Giandomenico, autore del libro “Memorie di un Emigrante”.
 
Al di là dei riconoscimenti, è stata l’occasione per una riflessione sulle migrazioni di ieri e di oggi, su chi ora fugge dalle guerre e dalla fame e sull’esperienza di ieri, quando a migrare erano migliaia di italiani, come fece cento anni fa il barbiere Gaetano Crocetti partito da Montesilvano nel 1913. Era uno dei tanti italiani diretti in America in cerca di quella fortuna che poi trovò il figlio Dino nato a Steubenville (Ohio) e poi diventato il famosissimo Dean Martin. 

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