Sono passati cento anni dalla nascita di Federico Fellini e l’edizione 2020 del Los Angeles, Italia – Film, Fashion and Art Festival non poteva che aprirsi con un omaggio al mostro sacro del cinema mondiale nato a Rimini, in Emilia Romagna, il 20 gennaio del 1920.
Il calendario della 15° edizione del festival che si svolge a Hollywood grazie all’Istituto Capri nel Mondo e al sostegno di Ministero degli Affari Esteri, Ministero dei Beni Culturali, Consolato Generale d’Italia a Los Angeles, Ice e Istituto Italiano di Cultura di Los Angeles fra gli altri, festeggerà con una retrospettiva gli 80 anni di Al Pacino e, al Chinese Theatre, proietterà anche “Once Upon a Time in Hollywood” di Quentin Tarantino e “The Irishman” di Martin Scorsese.
Fra gli ospiti più attesi di questa edizione, insieme alla regista Elisa Amoruso che ne ha ritratto la vita e la carriera, Chiara Ferragni insignita del LA Italia – Global Fashion Icon Award.
Pascal Vicedomini, fondatore e produttore del festival che precede la consegna degli Oscar, concentrandosi sulle star nostrane, e divenuto rapidamente un appuntamento imperdibile per la comunità italoamericana residente sulla West Coast, l’ha presentata così: “Chiara Ferragni incarna l’essenza dell’eccellenza italiana nel mondo; è un vero genio della comunicazione che, dopo essere diventata la più potente influencer della moda nel mondo, ha continuato ad affermarsi come imprenditore digitale globale.
La sua vita e la sua carriera sono raccontate nel film documentario di successo al botteghino diretto da Elisa Amoruso: ‘Chiara Ferragni – Unposted’, un’opera che si pone come simbolo della grandezza di due artiste italiane: Amoruso e Ferragni”.
Ma chi è questo Re Mida del web che si autodefinisce senza giri di parole “la più potente imprenditrice digitale”?
Chiara Ferragni è un’icona della moda e di chi guadagna attraverso i post, che ha iniziato la sua carriera lanciando il suo personal style blog, The Blonde Salad, nel 2009 quando i social network erano ancora un gioco d’intrattenimento per la stragrande maggioranza degli italiani.
Dieci anni e 18,3 milioni di follower su Instagram dopo, la giovane imprenditrice (classe ’87) originaria di Cremona è diventata un’autentica star, incoronata perfino dalla storica rivista finanziaria Forbes come “the Most Powerful Fashion Influencer”. Già tre anni prima, nel 2015, l’aveva premiata inserendola nella lista delle 30 personalità sotto i 30 anni da tenere d’occhio nella categoria “Art & Style” per la rivoluzione che aveva già portato nel campo della moda e della comunicazione.
Unica italiana tra le prime 10 donne più potenti nel mondo della moda per il sito web di Lyst, e ciliegina sulla torta, secondo lo stesso Instagram, nel frattempo acquisito da Mark Zuckerberg, la seconda utente di moda più coinvolgente su Instagram Story.
La storia di Chiara Ferragni sembra una favola dei tempi moderni. Una ragazza decisa e determinata. Una ragazza specchio dell’era contemporanea che ha “SteveJobsianamente” trasformato la propria passione in un mestiere, ammirato e criticato da milioni di persone. Nello specifico, e nel frattempo, il suo personal style blog si è trasformato in un sito web di lifestyle aprendosi poi alle funzionalità di e-commerce (nel 2013 ha dato inizio a Chiara Ferragni Collection, un brand di abbigliamento e calzature), e diventando oggetto di un caso di studio della Business School di Harvard nel febbraio 2015. Harvard, nel 2017, ha ripetuto gli studi includendo i progressi di The Blonde Salad e Chiara Ferragni Collection.
Nell’ottobre 2017 poi, è diventata presidente e ceo della sua società, Tbs Crew Srl. Un anno dopo, nell’ottobre 2018, è diventata ceo di Chiara Ferragni Collection. Nel 2019, insieme al suo glam artist Manuele Mameli, ha creato “Beauty Bites masterclass”, un’esperienza on stage di lezioni di trucco, autostima e positività con una live audience di oltre 1400 persone. Nello stesso anno i due hanno ricevuto il Glamour Award come “Best Beauty Masterclass of the Year”.
A dispetto della giovane età, un simile personaggio non poteva certo rimanere nascosto alla settima arte ed ecco che la lungimirante direzione del direttore del Festival di Venezia, Alberto Barbera, ha fatto sì che alla 76° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, sezione Sconfini, sbarcasse il documentario “Chiara Ferragni – Unposted” diretto da Elisa Amoruso.
Seppure con le dovute differenze, è stato uno dei titoli che insieme al Joker di Todd Phillips ha suscitato più curiosità sin dalla pubblicazione della notizia.
Ma chi è davvero e come si diventa Chiara Ferragni?
Come si evolve una società basata sempre di più sui like di Facebook, che comunica le notizie più importanti tramite i post di Twitter, in cui chiunque può aprire un blog, parlare col resto del mondo e costruirsi una fama da solo? Che ruolo hanno i mass media nell’epoca della rivoluzione culturale dei social? Quali sono le aspettative delle ragazze che sognano di diventare Chiara Ferragni e a quale modello femminile aspirano?
Non esiste più nulla di irraggiungibile grazie al web. Ogni obiettivo sembra improvvisamente possibile e il vecchio modo di pensare appartiene a una realtà che sembra svanire giorno dopo giorno.
Il documentario indaga questi temi in una forma narrativa contemporanea, dai molteplici linguaggi, in cui le interviste dirette si mescolano a scene che raccontano momenti significativi della vita della protagonista, a materiali di repertorio presi direttamente dalla società virtuale, il favoloso mondo di Instagram, di cui lei è la regina indiscussa.
Quanto durerà questo mondo dei social e dei selfie? Lo scopriremo negli anni venire. Questa tipologia di tecnologia muta a una velocità impressionante e tra un paio d’anni i post e i tweet potrebbero essere già preistoria.
Allora magari riprenderemo “Chiara Ferragni – Unposted” per capire se la mappa del futuro dei social e la sua evoluzione commerciale fosse già stata tracciata.
Il documentario sul percorso professionale della Ferragni e su come Internet e i social media abbiano trasformato il mondo della moda, dopo essere stato presentato all’ultima edizione del Festival del Cinema di Venezia, è stato distribuito al cinema come “film-evento”. Ha raggiunto il record di incassi e di presenze nella storia del cinema italiano: oltre 160 mila persone in sala per le proiezioni. Oggi il suo docu-film premiato a L.A. è disponibile su Amazon Prime in oltre 200 paesi.