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Chiesa a unica navata con volta a botte, stucchi geometrici e un importante ciclo pittorico. Il complesso, dedicato alla Madonna, era inserito all'interno del Bosco della Merlata, poco fuori dalle mura urbane
Spesso, visitando Milano, si è convinti che la città sia composta dal centro storico e una serie di quartieri periferici senza interesse. Non si può negare che la concentrazione di monumenti e luoghi da visitare sia entro la prima cerchia della città. 
 
Nonostante ciò, in alcuni quartieri più periferici si possono trovare interessanti luoghi da scoprire: alcune zone urbane hanno una loro identità storica propria poiché erano paesi, che l’espansione della città ha inglobato nel suo tessuto.
 
La loro identità ha preservato comunque la conformazione tipica dei paesi: il palazzo del comune, la chiesa, il bar dove si incontrano tutti. In alcuni di questi quartieri si possono trovare dei gioielli di arte e architettura che meritano di essere conosciuti. Armatevi quindi di macchina fotografica e avviamoci verso la periferia di Milano. Direzione? Nord ovest della città. 
 La Certosa di Garegnano è un monastero fondato nel 1349  

 La Certosa di Garegnano è un monastero fondato nel 1349  

 
Partiamo da un punto conosciuto: via Torino dietro al Duomo. Prendiamo il tram 14 in direzione del cimitero monumentale. Passerete dapprima attraverso Brera, poi davanti al teatro Piccolo, e ancora attraverso il quartiere di Paolo Sarpi, la Chinatown milanese.
 
Dopo circa mezz’ora dalla partenza, arriverete in viale Certosa. I milanesi vedono questo viale come il prolungamento naturale dell’elegante corso Sempione e anche la via d’uscita verso le autostrade. In zona Cerosa vi accorgerete che lo sfarzo dei palazzi del centro é oramai lontano. Nonostante la vecchia Milano sia distante, il quartiere di zona Certosa alterna case d’epoca a nuovi padiglioni industriali. Molte aziende, per fuggire agli affitti cari del centro città, si sono decentralizzate optando per spazi più grandi e meno costosi in questa zona. 
 
Lasciando il tram 14 e facendo due passi, si può raggiungere la Certosa di Garegnano (Via Garegnano, 28, Milano). 
Ecco il  gioiello nascosto in questo quartiere. 
 L’altare maggiore della Certosa di Milano 

 L’altare maggiore della Certosa di Milano 

 
La sensazione è quella di trovarsi in un paese. La via alberata che porta alla certosa è silenziosa e costeggiata da case non più altre di tre piani. In questa zona sembra di essere decisamente fuori Milano. Qui regna la pace. La Certosa è stata riconosciuta dal Fondo italiano per l’ambiente come “luogo del cuore”: quindi un monumento importante sia a livello artistico che storico, un angolo da ammirare fuori dal centro di Milano. 
 
Un tempo la certosa era il luogo di culto del borgo di Garegnano, circa 3 chilometri fuori dalle mura cittadine. Se riflettiamo sui mezzi di trasporti dell’epoca, potrete intuire come, arrivare in questo monastero, allora in aperta campagna, potesse essere un viaggio per chi partiva dal centro della città. Oggi invece è facilmente raggiungibile con un tram. 
 
La Certosa risale a tempi antichi: fu fondata nel lontano 1349 dai Visconti, famiglia che ebbe un ruolo importante in tutta la storia di Milano. La sua struttura bianca comprende la chiesa, un monastero ed un chiostro, quest’ultimo non visitabile al pubblico,  se non in occasioni speciali. Questo era un luogo sacro circondato dai boschi, dove i viandanti si fermavano  per sfuggire dai briganti che si nascondevano nei boschi circostanti. Oggi di quei boschi non ne vedrete più traccia, quindi potete girare tranquilli! 
 
Petrarca, illustre ospite, definì questo angolo di mondo un paradiso. La Certosa al suo interno è ricca di affreschi: anche l’occhio meno esperto coglierà due stili nella struttura a unica navata. I due grandi artisti, che arricchirono le pareti furono Simone Peterzano, maestro del Caravaggio e Daniele Crespi. 
 
Simone Peterzano visse nel XVI secolo e il suo stile chiaroscurale enfatizza la drammaticità dei toni, rendendo gli affreschi ricchi di un patos che supera la semplice emotività cromatica. Il presbiterio mette in luce le sue opere. Daniele Crespi intervenne qualche anno più tardi sulla parete delle navate. I loro capolavori hanno reso la già preziosa Certosa un vero e proprio gioiello che alcuni critici hanno definito una sorta di “Cappella Sistina meneghina”. 
 
Sedendosi sulle panche e guardandosi intorno, si ha l’impressione di essere avvolti dal bello, dall’armonia e dal colore che continua nell’architettura esterna. Una volta usciti, una volta superato il cancello, vi volterete ancora e vi fermerete un attimo ad osservare l’insieme.
 
Capita a tutti, non stupitevi: è il fascino dell’insieme che crea questa naturale reazione. Dentro di voi vi sembrerà di aver lasciato un luogo di pace.

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