L’ultimo Concistoro si è confermato un passaggio fondamentale nel rimodellamento complessivo della Chiesa fortemente voluto da Papa Francesco fin dal suo primo ingresso in Vaticano. E’ la carità pastorale la chiave di tutte le nomine di Papa Francesco, che non ha guardato alle carriere né alla tradizione non scritta delle cosiddette sedi cardinalizie come Milano, Venezia o Torino. La geografia disegnata dal Papa con l’ultimo Concistoro conferma la sua piena fiducia ai Pastori” con l’odore del gregge” più che ai Principi della Chiesa.
“La loro provenienza esprime l’universalità della Chiesa che continua ad annunciare l’amore misericordioso di Dio a tutti gli uomini della terra. L’inserimento dei nuovi cardinali nella diocesi di Roma, inoltre, manifesta l’inscindibile legame tra la sede di Pietro e le Chiese particolari diffuse nel mondo” aveva sottolineato durante il Regina Coeli di domenica 20 maggio 2018, festa di Pentecoste.
Ha fatto come sempre, un annuncio a sorpresa senza che i nominati fossero allertati in precedenza tenendo fino all’ultimo segreto l’elenco dei nuovi porporati, per evitare fughe di notizie Con il nuovo Concistoro sono stati creati 14 nuovi cardinali, 11 di loro sono elettori, con meno di ottant’anni e dunque membri votanti in un eventuale Conclave.
A questi si aggiungono tre ultraottantenni, figure simboliche che il Pontefice ha voluto aggregare al collegio cardinalizio perché “si sono distinti per il loro servizio alla Chiesa”: si tratta di Sergio Obeso Rivera, arcivescovo emerito messicano; Toribio Ticona Porco, prelato emerito di Corocoro in Bolivia, padre Aquilino Bocos Merino, dei missionari clarettiani, l’unico non vescovo tra le nomine annunciate .
Questi i nomi dei nuovi porporati elettori , che hanno ricevuto la berretta rossa dalle mani di Papa Bergoglio Apre la lista il patriarca Luis Raphael I Sako, patriarca di Babilonia dei Caldei, in Iraq, una nomina significativa nel panorama del Medio Oriente. “Questa nomina non è per me, ma per la Chiesa in Iraq e per l’Iraq. Tutto il nostro Paese ha bisogno di appoggio. Questa nomina assomiglia a quella del nunzio in Siria Zenari, come segno di sostegno di Papa Francesco alla nostra Chiesa – ha commentato all’annuncio della nomina. Altrettanto significativa la porpora che raggiunge l’arcivescovo di Karachi in Pakistan Joseph Coutts.
Ricevono la berretta a sorpresa il vescovo elemosiniere polacco Konrad Kraiewski, dedito notte e giorno ad aiutare poveri, senzatetto, migranti e rifugiati e il Sostituto della Segreteria di Stato Angelo Becciu, quest’ultimo destinato a ricoprire un nuovo incarico in Vaticano. Le nomine strettamente curiali sono tre.
Tra gli italiani residenziali non ci sono l’arcivescovo di Milano e gli altri pastori di grandi diocesi, ma quello dell’Aquila, Giuseppe Petrocchi, oltre al Vicario di Roma Angelo De Donatis. Seguono Luis Ladaria Ferrergesuita spagnolo dal 1° luglio 2017 Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, Antonio dos Santos Marto, portoghese, vescovo di Leiria-Fatima; Pedro Ricardo Barreto Jimeno, gesuita, arcivescovo di Huancayo in Perù che nel 2012 era stato minacciato di morte dopo la pubblicazione di una lettera in cui chiedeva di fermare le attività estrattive nella regione amazzonica.
Completano la lista Désiré Tsarahazana, arcivescovo di Toamasina, in Madagascar e Thomas Aquino Manyo Maeda, arcivescovo di Osaka in Giappone. Questa la nuova composizione del collegio dal 29 giugno formato da 126 votanti in caso di Conclave: i porporati elettori provenienti dall’Europa passano da 48 a 54, dell’America del Nord rimangono 17, dell’America Centrale 5, quelli dell’America del Sud 13, dell’Africa 16, quelli dell’Asia 17, quelli dell’Oceania rimangono 4. Il nuovo Collegio dei Cardinali risulta così fortemente internazionale:viene rafforzato il legame della Chiesa di Roma con i mondi più lontani che vengono invitati a partecipare ai massimi vertici.