Scilla è una rinomata località turistica situata su un promontorio dello stretto di Messina (Ph Walkerssk da Pixabay)
L’istmo dove l’Italia diventa più stretta è un punto preciso fra i due mari, il Tirreno e lo Ionio, 30 Km circa tra il golfo di Sant’Eufemia e il golfo di Squillace. Qui la penisola diviene quasi isola prima di allungarsi nell’estrema propaggine che comprende l’ultima parte della provincia di Catanzaro e quella di Reggio Calabria. 
 
In questo punto strettissimo, attraversato dal fiume Amato, i due mari si possono cogliere con uno sguardo mentre alle spalle la vita si declina in verticale fra panorami mozzafiato e le colline della pre-Sila, il massiccio montuoso che a Nord le fa da corona. 
 
Lungo l’istmo si allunga la fertile piana lametina ricca di ulivi da cui proviene il migliore olio della Calabria, mentre sulle colline si nascondono paesi di grande e antica storia. Da una parte Pizzo, nido d’aquila sul mar Tirreno, conserva una storia  legata al periodo borbonico e alla triste vicenda del re di Napoli Gioacchino Murat che nel castello di questa bella località sul mare venne tradito e ucciso (28 settembre 1815) mentre il Congresso di Vienna decideva le sorti d’Europa. Si narra che fu lui stesso, magnifico ex maresciallo di Francia, a impartire  gli ordini al plotone di esecuzione che stava per ucciderlo dimostrando dinanzi alla morte un invidiabile sangue freddo.
 
Sulla dorsale, da occidente, si incontra Curinga  ricca di chiese e siti archeologici  come le Terme romane e il monastero basiliano di Sant’Elia. Maida, antica roccaforte normanna esibisce ancora ruderi magnificamente restaurati di un  Castello ducale, ha  chiese e palazzi importanti e il  Convento della seconda metà del ‘400 è testimonianza viva di una devozione antica per San Francesco di Paola che fu il  fondatore dei Minimi, e taumaturgo morto in terra di Francia, amato dal popolo e dai re. Segue sulla stessa dorsale Jacurso, delizioso paese di campagna e Cortale, patria di  una grande famiglia di artisti, Andrea Cefaly senior, Andrea Cefaly Junior e Raimondo  Cefaly, che oggi degli avi perpetua gloria e memoria.
 
Scendendo verso Girifalco, grosso centro agricolo che ha ospitato per un lungo periodo il più importante polo psichiatrico della regione, si incontra Squillace patria degli  Itali che domina dall’alto il mar Ionio con il suo Castello normanno. A dar retta alla leggenda Squillace sarebbe stata fondata da Ulisse. Siamo in piena Odissea  in questo mitico pezzo di terra,  passaggio obbligato da Occidente a Oriente.
 
Scendendo dall’antichissima Squillace, ricca di botteghe artigiane che conservano gelosamente i segreti dell’antica tecnica decorativa a graffio delle ceramiche bizantine, si incontra  il parco archeologico Scolacium di Borgia. La località è oggi identificata come la Roccelletta dal nome di un monastero, Santa Maria della Roccella, in origine forse un complesso basiliano di cui rimane memoria nell’oratorio al bivio tra la Statale 106 e la Statale per Borgia. Nel Parco archeologico si ammirano i suggestivi ruderi della Chiesa di S.Maria, edificata dai Normanni tra la fine dell’XI secolo e la metà del XII. L’intera area coltivata a olivi fu l’antica città greca di Skylletion che leggenda vuole sia stata fondata dall’eroe ateniese Menesteo o da Ulisse al ritorno dalla guerra di Troia. 
 
In età storica ebbe un’importante ruolo di presidio dell’istmo nella guerra fra crotoniati e locresi. I Romani vi fondarono la Colonia Minervia Scolacium, forse distrutta da Spartaco tra il  72 ed il 71 a.C. Sotto l’imperatore Nervia, II secolo d.C., sembra siano stati  edificati i monumenti  i cui ruderi ancora oggi possiamo ammirare: l’anfiteatro, il teatro appoggiato al declivio naturale di una collina alla maniera greca, l’acquedotto. Grandi mostre en plein air, Intersezioni, si sono susseguite negli ultimi anni e  hanno ospitato artisti famosi nel mondo come Jan Fabre, Mimmo Paladino, Antony Gormley, Denis Oppeneim, Michelangelo Pistoletto, Daniel Buren.. 
 
Il capoluogo Catanzaro fu centro importante nel passato per la lavorazione della seta e dei velluti. Respinse l’attacco francese del 1528 e per la sua strenua resistenza ricevette  da Carlo V lo stemma dell’aquila. Sorge su tre colli che la espongono ai venti. 
 
Nell’entroterra c’è Taverna, patria del Cavalier Calabrese Mattia Preti, le cui tele adornano le chiese del paese e i musei del mondo. 
Ai piedi della Sila piccola, preceduta da Marcellinara  sull’antica via Popilia, c’è Tiriolo, antichissimo centro bruzio che si fregia del titolo di  città dei due mari. Si dice sia stata fondata dagli Ateniesi 600 anni prima della guerra di Troia. Una suggestiva ipotesi dello studioso tedesco Armin  Wolf, già portata avanti in un remoto passato da Cassiodoro (485-580), colloca qui il favoloso regno dei Feaci dove si sarebbe fermato Ulisse dopo aver incontrato Nausica, figlia del re Alcinoo. Il tenero e sfortunato amore della fanciulla  per l’eroe carico di esperienza fa sognare ancora chi passa da queste parti. In epoca romana sembra sia stata  teatro della ribellione di Spartaco. 
 
Giungendo a tempi più recenti, è del 1640 la tavoletta di bronzo, rinvenuta nel borgo calabrese ma conservata a Vienna,  che contiene la prescrizione del  divieto di tenere  Baccanali  “Senatus consultus de Bacchanalibus” del 186 a.C. (una copia è esposta nel locale Antiquarium). Oggi Bacchanalia, 2200 anni dopo, è un Festival che per 5 giorni fa  rivivere il culto di  Bacco praticato dagli antichi Brettii. 
 
Assolutamente da non mancare una visita al Museo archeologico e del Costume. Il conservatore  Tommaso Leone volentieri vi guiderà fra le sale dove sono esposti i più bei costumi calabresi come gli splendidi abiti di matrimonio di Settingiano e di Marcellinara contrassegnati dal panno rosso, residuo di tradizioni orientali o il costume spagnoleggiante di Nicastro odierna Lamezia Terme. La Rocca è dominata dai ruderi del Castello attorno a cui si raccoglie il centro storico. Da qui si gode un amplissimo panorama sul mar Ionio, il Tirreno e le Serre fino alle coste siciliane.
 

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