A dieci anni esatti dalla sua nomina a direttore, il piemontese Padre Federico Lombardi lascia la guida della Sala Stampa Vaticana.
Succeduto a Joaquin Navarro Walls, storico portavoce di Papa Wojtyla, il suo ultimo incarico coinciderà con il Viaggio di Papa Francesco a Cracovia per la Giornata mondiale della Gioventù. Dal 1 agosto sarà Greg Burke, statunitense di Saint Louis, a subentrare negli uffici di Via della Conciliazione a sua volta affiancato come vice-direttore da una donna, la madrilena Paloma Garcia Ovejero.
Per un periodo lungo e importante il gesuita Padre Lombardi ha guidato con mano ferma, equilibrata e sapiente il delicato settore della comunicazione.
Laureato in Matematica a Torino dopo tre anni di studi filosofici a Gallarate, ottiene la licenza in Teologia in Germania.
Ordinato sacerdote nel 1973, per sei anni, dal 1984 al 1990, è stato Provinciale della Compagnia dei Gesuiti in Italia. Inizia a lavorare come redattore della “Civiltà Cattolica”, la rivista dei Gesuiti italiani, di cui diventa vicedirettore nel 1977. Poi tanti gli anni di lavoro al servizio della Comunicazione della Santa Sede come direttore dei programmi di Radio Vaticana prima, poi come direttore generale del Centro Televisivo Vaticano, incarico a cui nel 2013 è subentrato monsignor Dario Edoardo Viganò.
Presentando i nuovi vertici della stampa vaticana, monsignor Viganò ha tenuto a sottolineare che la decisione del Papa è stata assunta dopo che il pontefice “ha accolto la rinuncia” di Padre Lombardi, 73 anni di Saluzzo (Cuneo), e di come Padre Lombardi abbia lasciato come stile della sua professione una visione ecclesiale delle vicende con uno sguardo che “ha sempre tenuto insieme le differenti sensibilità, le differenti prospettive, segnate anche dalle differenti provenienze della cultura della Chiesa”.
Padre Lombardi si è trovato a gestire alcuni nodi cruciali della vita della Chiesa, ad affrontare tempeste mediatiche come lo scandalo della pedofilia, i due processi Vatileaks, la revoca della scomunica dei vescovi lefebvriani, eventi eccezionali come la storica rinuncia al Pontificato di Benedetto XVI, l’elezione del primo Papa gesuita della storia, le canonizzazioni di Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II, l’ultimo Conclave.
Il neo portavoce di Papa Francesco, Greg (Gregory Joseph) Burke è nato l’8 novembre 1959 a Saint Louis da una famiglia di tradizione cattolica praticante. Dopo aver frequentato uno dei licei gestito dai Gesuiti nella sua città, si è laureato in Letterature Comparate alla Columbia University di New York con specializzazione in giornalismo.
Membro numerario dell’Opus Dei (con vocazione al celibato, come Navarro Walls), ha lavorato alla United Press International di Chicago, inviato a Roma come corrispondente del National Catholic Register, ha collaborato con il settimanale Time e per la tv Fox News. Chiamato in segreteria di Stato come consulente per la Comunicazione nella sezione Affari generali, negli ultimi sei mesi è stato vice-direttore della Sala Stampa Vaticana. Oltre all’inglese parla italiano, spagnolo e francese.
La nomina della vice di Burke, Paloma Garcia Ovejero, si inscrive nella svolta voluta dal Pontefice che intende dare maggiore visibilità e potere al genio femminile.
Laureata in giornalismo all’Università Complutense di Madrid, si è specializzata alla New York University. E’ stata caporedattore e conduttrice di Cadena Cope, Radio spagnola dei vescovi. Dal 2012 è stata corrispondente per l’Italia e per la Città del Vaticano con altre emittenti televisive e diverse testate giornalistiche. Oltre a spagnolo, italiano e inglese conosce il cinese.
A proposito della scelta di una donna ai vertici della comunicazione vaticana, Paloma Garcia ha commentato con un sorriso: “Se si legge il Vangelo, le prime persone che annunciarono la Resurrezione furono donne e poi c’è lei, Maria, che è la nostra Madre”. Quarant’anni, molto disponibile, esuberante, simpatica, si è detta emozionata e sorpresa, ha confidato di avere paura di affrontare le incognite della nuova carica, ma nello stesso tempo di essere “davvero molto, molto felice”.
Le nomine dei due portavoce vaticani, due laici con uno sguardo internazionale, completano un rinnovamento in atto ai vertici della comunicazione dello Stato del Vaticano. Il 27 giugno 2015 Papa Francesco aveva creato con Motu Proprio l’attuale contesto comunicativo, la Segreteria per la Comunicazione, che ha il compito di ristrutturare “tutte le realtà che in diversi modi fino ad oggi si sono occupate della comunicazione col fine di rispondere meglio alle esigenze della missione della Chiesa”.
Il cambio della guardia prima alla Radio e ora in Sala Stampa s’iscrive nell’unificazione dei media vaticani, studiata dal Prefetto della Segreteria per la comunicazione, don Viganò, per fronteggiare la comunicazione multimediale contemporanea.