L’edizione 2019 ha registrato un esordio clamoroso con la presenza di quattro Premi Oscar: Tornatore, Piovani, Quaranta e Morricone. Ma ha avuto un finale altrettanto meritorio per i numeri che è riuscito a raggiungere in termini di coinvolgimento del pubblico.
“Credo di poter affermare senza ombra di dubbio che si è trattato di un grande successo, superiore a quello fatto registrare negli ultimi anni”. A fare il bilancio è Felice Laudadio, il direttore artistico del Bif&st, durante la conferenza stampa di chiusura del Bari International Film Festival che ha registrato 200 proiezioni, 103 incontri, conferenze, convegni, per un totale di 303 appuntamenti. E una quantità impressionante di ospiti giunti a Bari: 56 registi, 53 attori, e altri 309 cineasti e personalità della cultura confluiti in questa città da tutta Italia e dall’estero, per un totale di 418 ospiti qualificati che hanno preso parte alle attività delle varie affollatissime sezioni collaterali del Bif&st: Cinema e scienza, Cinema e medicina, Tortura diritto cinema, Intolerance, Legal thriller, nuove tecnologie come il cinema interattivo, laboratori di regia, recitazione, costume e scenografia.
“E’ cresciuto – ha detto – anche il numero degli spettatori, di poco, ma significativamente: 76.000 contro i 75.000 degli anni scorsi, soprattutto al cinema Galleria, con fenomeni davvero insospettabili: non avremmo mai immaginato che migliaia e migliaia di ragazze e di ragazzi si mettessero in coda per ore per poter vedere i grandi classici che sono la memoria del cinema: film come “Uccellacci e uccellini” o “Il decameron” di Pasolini e un altro capolavoro come “Novecento” di Bernardo Bertolucci, lungo 5 ore e mezza, sono stati letteralmente presi d’assalto da un pubblico assetato di grande cinema che vuole assolutamente vederlo sul grande schermo, così come è stato concepito dai loro autori.
Questo non è soltanto un festival per giovani: è il festival dei giovani, come tante volte hanno messo in evidenza – con felice stupore – registi come Ettore Scola, Margarethe von Trotta, Bernardo Bertolucci, Edgar Reitz che ha definito questo festival “un’utopia”, come Volker Schloendorff che ha sostenuto la somiglianza di questo festival con il festival di Cannes dei tempi d’oro, e per ultimo Giuseppe Tornatore, che venendo qui quasi ogni anno ha visto crescere il Bif&st e il suo pubblico a dismisura. Tutti autori – ha detto – che nella loro vita professionale hanno frequentato molti altri festival, più antichi e finanziariamente molto più forti del nostro. E dunque in grado, legittimamente, di fare confronti”.
Le lezioni di cinema hanno fatto registrare il tutto esaurito al Petruzzelli – fino al loggione, sovraffollato oltre ogni limite – per Paola Cortellesi, Roberto Herlitzka, Valeria Golino, Roberto Andò e per Valerio Mastandrea. Ma anche per una personalità che non è un divo ma un grande produttore dei produttori, l’amministratore delegato di Rai Cinema Paolo Del Brocco che ha riempito la platea di gente curiosa e avida di informazioni sul dietro le quinte del nostro cinema. Non diversamente per l’anteprima mondiale del film di Alberto Sordi “Polvere di stelle” restaurato dalla Cineteca Nazionale e per “Passeggeri Notturni” al Petruzzelli.
“Ne ho diretti tanti – ha detto Laudadio – nei quaranta anni che ho dedicato a questo mestiere: da Cattolica a Rimini, da Saint-Vincent a Viareggio, da La Maddalena a Taormina e a Venezia. Ma mai ho registrato una partecipazione così appassionata, intelligente, coinvolta quale quella del grande pubblico di questo Bif&st. Che merita quello che stiamo immaginando per il futuro: un futuro prossimo che stiamo progettando già dal 2020, dal 21 al 28 marzo: un festival di cinema nei meravigliosi quattro teatri di Bari: il Petruzzelli, il Margherita e dal prossimo anno il teatro Piccinni. E ancora, appena pronto, il teatro Kursaal. Nessuna città al mondo può giovarsi di questa straordinaria opportunità. Bari sì”.