Una buona Festa del cinema ha bisogno di essere varia per conquistare il pubblico nella sua totalità: giovani e adulti, critica e fan. A questo scopo non possono mancare registi e star internazionali, film d’autore e pellicole commerciali. La ricca kermesse berlinese è riuscita ad unire tutti questi ingredienti.
Gli acclamati red carpet hanno avuto inizio con Juliette Binoche (“Nobody wants the night” di Isabel Coixet) seguita dalla statuaria Nicole Kidman e dal regista Werner Herzog (“Queen of the desert”), da Christian Bale e Natalie Portman per la nuova opera di Terrence Malick (“Knight of cups”), dall’attore inglese Ian McKellen (“Mr. Holmes” di Bill Condon), da Cate Blanchett (“Cenerentola” di Kenneth Branagh), da Robert Pattinson per “Life” di Anton Corbijn e James Franco, protagonista sia del film di Herzog che del film di Wenders (“Every thing willl be fine”).
In questo modo la Festa del cinema di Berlino, altrimenti detta Berlinale, ha saputo articolarsi nelle sue diverse componenti raggiungendo il suo apice con gli ospiti, la prestigiosa programmazione dei film in concorso e la ben pensata scelta di film d’autore, toccando i livelli più bassi con l’anteprima mondiale del film “50 sfumature di grigio”, tratto dall’omonimo bestseller, esempio di cinema di scarso valore dai fini prettamenti commerciali con l’unico obiettivo di sbancare il botteghino.
I nomi altisonanti delle icone del cinema internazionale hanno intrattenuto il pubblico per poi sorprenderlo con la vittoria di opere impegnate e meritevoli che nel corso della rassegna sono state individuate dai critici ma che hanno creato meno clamore tra i fan.
Il Festival del cinema di Berlino 2015 si è concluso, così, con la vittoria dell’Orso d’Oro da parte del regista iraniano Jafar Panahi per il film “Taxi”, nel quale il cineasta racconta, con una macchina da presa posizionata nell’abitacolo di un taxi, un’ordinaria giornata per le strade di Teheran, un ritratto dell’Iran più “popolare” con le sue persone semplici, buone e umili.
“Taxi” è il terzo film che Panahi realizza di nascosto dalle autorità iraniane dopo il divieto impostogli nel 2010. Costretto agli arresti domiciliari il premio è stato ritirato dai membri della famiglia del cineasta, autorizzati a partire, tra cui la nipote.
L’Orso d’argento per il Gran Premio alla Giuria è andato al regista cileno Pablo Larraìn per “El club”, film su una casa di riposo per preti pedofili. L’argento per la migliore attrice e il miglior attore è stato consegnato agli attori britannici Charlotte Rampling e a Tom Courtenay, protagonisti di “45 Years” di Andrew Haigh.
La Berlinale, vetrina internazionale e cinematografica, ha anche avuto la sua buona dose di cinema italiano.
Oltre al tributo speciale al regista napoletano Francesco Rosi, recentemente scomparso, con la proiezione del suo film più rappresentativo “Uomini contro” e oltre alla presentazione nella sezione Berlinale Special di “Torneranno i prati” di Ermanno Olmi, prestigiosa e di grande rilievo è stata la partecipazione di “Vergine giurata”, unico film italiano in concorso alla Berlinale e opera prima della regista romana Laura Bispuri.
Il film, che racconta la storia di Hana (Alba Rohrwacher), una ragazza albanese che sceglie di rinunciare al sesso e alla sua femminilità per acquisire la libertà e i diritti riservati agli uomini, nonostante la mancata vittoria dell’Orso d’Oro, è stato fortemente apprezzato al Berlinale Palast e accompagnato da scrosci di applausi.
I diversi red carpet hanno visto sfilare la giovane attrice italiana Alessandra Mastronardi che prosegue la sua carriera in Italia e all’estero, in questa occasione accanto a Robert Pattinson e a Dane DeHaan per il film “Life” di Anton Corbijn. La storia dell’incontro tra il fotografo dell’agenzia Magnum Dennis Stock (Robert Pattinson) e James Dean (Dane DeHaan) vede la Mastronardi a suo agio nei panni di Anna Maria Pierangeli, una delle donne della vita dell’attore.
L’Italia si è distinta nella sezione berlinese delle serie televisive inaugurata dalla serie tv di Sky “1992” diretta da Giuseppe Gagliardi, ideata ed interpretata da Stefano Accorsi. Molto apprezzata, “1992” racconta per la prima volta in tv le vicende di Tangentopoli, lo scandalo di corruzioni che ha sconvolto l’Italia.
Tema scottante ed attuale, la serie porta sul piccolo schermo fatti e cambiamenti del 1992 attaverso la vita di sei persone comuni (personaggi immaginari) e i veri protagonisti della cronaca di quei tempi tra cui Antonio Di Pietro, Giovanni Falcone, Umberto Bossi, Mario Segni.