Si intitola “Adriatico. Il mare che unisce” il docu-film sulle minoranze etnico-linguistiche croato-albanesi presenti in Molise a partire dal XV secolo. Il lavoro, dal carattere documentaristico, ma anche onirico e narrativo, presenta due capitoli principali: il primo dedicato agli italo-albanesi, il secondo agli italo-croati. L’epilogo indica la contaminazione quale elemento essenziale di quel processo culturale che da sempre caratterizza la storia dell’uomo.

Il docu-film, scritto e diretto da Cristiana Lucia Grilli e prodotto dalla casa di produzione video indipendente Creative Motion, si avvale del patrocinio dell’assessorato alla Cultura della Regione Molise e del patrocinio morale dei comuni di minoranza arbërshë e croati in Molise ovvero: Campomarino, Montecilfone, Portacannone, Ururi, Acquaviva Collecroce (comune capofila), Montemitro, San Felice del Molise e Tavenna.

Un lavoro nel quale si mescolano voci di autorevoli ricercatori, accademici, studiosi, insegnanti e musicisti, tra questi il noto compositore bosniaco Goran Bregović, in un viaggio alla scoperta di luoghi meravigliosi con l’obiettivo di recuperare la memoria storica delle minoranze etnico-linguistiche del Molise, valorizzarne la lingua, gli usi e i costumi.

Il lavoro ripercorre la storia che lega l’Italia e i Balcani che affonda le sue radici al tempo del Regno di Napoli quando, a seguito dell’invasione ottomana, le comunità slave e albanesi si insediarono nel territorio molisano, contribuendo alla sua crescita, introducendo usi, costumi, tradizioni e soprattutto la lingua, principale custode dell’identità di un popolo. L’Adriatico rappresenta, dunque, il ponte che unisce le due sponde, che porta salvezza e assicura un futuro. Obiettivo del docu-film è il recupero della memoria storica delle minoranze etnico-linguistiche del Molise, un patrimonio inestimabile per l’Italia e per i paesi d’origine quali l’Albania e la Croazia.

“Adriatico” è stato girato oltre che nei paesi molisani di minoranza arbërshë e croati, in Croazia, in Bosnia Erzegovina, in particolare nella zona della catena montuosa del Biokovo e del fiume Narenta, luoghi di provenienza degli slavi molisani, ma anche in Albania, per ripercorrere le tracce degli arbërshë molisani, e a Ginevra dove è stata raccolta la testimonianza del musicista bosniaco Goran Bregović, che incarna il concetto di contaminazione etnico-culturale. Numerose le interviste che hanno arricchito il lavoro: allo storico e ricercatore dell’Università Federico II di Napoli, Francesco Storti; al linguista e docente universitario Giovanni Agresti; alla ricercatrice Maria Luisa Pignoli dell’Université Côté d’Azur; al professore di Lettere e custode della memoria delle comunità croate del Molise Giovanni Piccoli e al linguista slavista Walter Breu docente all’University di Konstanz.

“‘Adriatico’ – commenta la regista Cristiana Lucia Grilli – nasce da un sentimento di autocoscienza della mia storia personale: da parte materna appartengo alla comunità arbëreshë molisana, discendente degli albanesi venuti centinaia di anni fa, dalla nonna paterna ho ereditato le radici greche. I Balcani hanno sempre fatto parte della mia esistenza e ne ho sempre subito il fascino. ‘Adriatico’ però non è un’autobiografia, ma un lavoro che narra la storia di popoli che hanno saputo ricostruire la loro vita. Nasce dalla consapevolezza della necessità di raccontare una realtà che rischia di essere dimenticata. Documentare, pertanto, è un dovere culturale, morale e etico, affinché le radici siano trasmesse ai posteri. Il docu-film è stato inserito nel circuito dei cine-festival e presto sarà disponibile una versione sottotitolata in Inglese”.

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