Non molti conoscono una delle più gravi catastrofi minerarie accadute nella storia degli Stati Uniti.
Parliamo della tragedia mineraria di Cherry, località dell’Illinois centro-settentrionale, a circa 160 Km da Chicago, dove, il 13 novembre del 1909, morirono 259 lavoratori, tra cui 73 italiani (44 dei quali provenienti dall’Emilia Romagna e precisamente dai comuni di Castel di Casio, Fanano, Lizzano, Montefiorino, Montese, Palagano, Pagano, Porretta e Sestola). Un disastro che si aggiunge ai drammi di Adrian (Michigan), Dawson (New Mexico), Marcinelle (Belgio) e Monongah (West Virginia) ricordato oggi dal Ctim – Comitato Tricolore degli Italiani nel Mondo, a ridosso del 110° anniversario.
“Il terribile incidente – riporta il Ctim – avvenne in un’epoca durante la quale morivano, nelle sole miniere di carbone dell’Illinois, circa una dozzina di minatori al mese; l’incendio causato da una scintilla all’interno della miniera divampò ad una profondità di 500 piedi al di sotto del livello del suolo, nella miniera di carbone che alimentava i treni della Chicago, Milwaukee and St. Paul Railroad e che impiegava numerosissimi immigrati italiani. Soltanto ventuno lavoratori riuscirono a sopravvivere”.
“Il dramma di Cherry – ricorda oggi il Ctim – suscitò una forte emozione sull’opinione pubblica e servì ad iniziare un processo di miglioramento delle condizioni di sicurezza all’interno delle miniere: nel 1911 lo Stato dell’Illinois approvò la legge Workmen’s Compensation Act, che garantisce risarcimenti ai lavoratori e alle loro famiglie in seguito a incidenti sul lavoro”.
Nel commemorare il 110° anniversario della tragedia mineraria di Cherry, una delegazione del CTIM di Chicago ed Illinois composta da Carlo Vaniglia e Frank Di Piero, accompagnati dallo storico Dominic Candeloro, ha visitato il sito minerario, il museo, il cimitero ed il monumento dedicato ai lavoratori morti nel 1909, dove è stata deposta una corona di fiori. Vincenzo Arcobelli, consigliere del CGIE e presidente del CTIM, “ringrazia i delegati ed evidenzia l’opera del Comitato Tricolore per gli Italiani nel Mondo nel mantenere viva la memoria e nel ricordare il sacrificio dei connazionali che hanno contribuito al progresso nazionale e nel mondo”