Quando il portiere dell’elegante stabile in cui vive a Milano gli ha recapitato quella busta, con quel francobollo di posta aerea per via della provenienza da New Haven, Connecticut, Simone Paci ha provato il classico tuffo al cuore.
Era lui, diciannovenne milanese, l’unico italiano tra le quasi duemila “matricole” prescelte dalla prestigiosa Università di Yale per il prossimo anno. Un motivo di vanto, un riconoscimento che gli è subito valsa la copertina. In città e nel resto d’Italia. Resta, ovviamente, il rammarico per un altro (potenziale) talento in fuga dal Belpaese: a Yale, dopo la laurea conseguita alla Bocconi perfezionò i suoi studi economici anche l’ex-Premier, Mario Monti.
Quante erano le domande di ammissione pervenute al Rettore della Yale? Quasi trentamila, ovviamente da ogni zolla del mondo. Nel Connecticut Simone troverà altri tre italiani che la stessa emozione – essere ammessi e studiare a Yale – hanno provato anni addietro: uno è di Voghera, un altro di Roma, il terzo di Cagliari. Simone si è iscritto a un corso che gli americani chiamano “doppio”, ovvero contraddistinto da Scienze Politiche ed Economia. Quanto costerà alla famiglia Paci la permanenza a Yale di Simone? La retta annuale ammonterebbe ad oltre sessantacinquemila dollari all’anno. Un pozzo senza fine di bonifici, se si considera che una normalissimo ateneo privato italiano richiede una retta di diecimila euro all’anno.
Simone, però, non si è perso d’animo: una volta ricevuta la comunicazione che Yale l’aveva accolto tra i propri studenti – superando una selezione lunghissima e scivolosa – ha fatto richiesta di borse di studio e di altre agevolazioni. Dopo qualche settimana gli è pervenuto il computo definitivo della retta annuale da versare: poco meno di trentamila dollari, quasi ventiquattro mila euro al cambio attuale. Sempre una cifra da capogiro ma sempre meglio di quella originariamente comunicata.
Chi ha studiato a Yale? La crema dell’economia e del diritto mondiale. I più prestigiosi capi di Stato, quelli che per anni hanno governato (o stanno governando) il mondo. Oltre a diversi Presidenti degli Stati Uniti: come i Bush, ad esempio. Potenziale talento in fuga, Simone, dicevamo: nonostante il Governo Letta abbia in animo di non tagliare oltremodo i fondi per la ricerca, la situazione italiana, in questo versante come in altri, rischia sempre il collasso. Simone ha però il proprio Paese nel cuore: terminati gli studi a Yale vorrebbe davvero tornare, senza sentirsi un emigrante di successo.
Come si è snodata la selezione che ha vinto? Decisivo un anno di liceo vissuto a San Francisco: grazie ai bei voti conseguiti i professori lo hanno indotto a provare. Diverse prove, disseminate nell’arco di un anno: matematica, latino, fisica. Ciò che ha deciso, però, alla fine, è stato un colloquio tramite via Skype. Simone, brillante e determinato, ha convinto l’intera commissione. Un italiano a Yale: bello che la favola inizi a dipanarsi.