Lunedì mattina Wesley Sneijder si è incontrato, alla presenza del suo procuratore, con i vertici dell’Inter. Si discute del clamoroso divorzio tra i nerazzurri e il calciatore olandese.
SEPARATO IN CASA – Di fatto, Sneijder sta vivendo questa stagione all’Inter da separato in casa. Difficile collocazione tattica (come lo scorso anno), qualche problema fisico, ma soprattutto, la non disponibilità a rinnovare il contratto (spalmandosi l’ingaggio su più anni), hanno fatto sì che l’olandese giocasse solo 5 partite in quest’anno.
MURO SOCIETARIO – L’allenatore dice che Sneijder sta fuori per “scelta tecnica”. Moratti, nel prepartita di Inter-Palermo ha ribadito che si tratta di una questione di equilibri di campo, ma anche come ci sia “qualcos’altro” a turbare il giocatore. E che i problemi siano legati al contratto è chiaro per tutti. Il responsabile dell’ area tecnica, Branca, è stato più diretto: “Se Sneijder non firma, non gioca”.
SCENARI POSSIBILI – A questo punto, la partenza dell’olandese sembra più di un’ipotesi. Il fantasista ha numerose pretendenti. E se l’idea-Milan pare poco praticabile (sia per l’elevato ingaggio del giocatore, sia perché è molto difficile che l’Inter voglia cedere qualcuno ai ‘cugini), la pista che porta al Paris Saint-Germain risulta ‘calda’. Magari con la possibilità, per l’Inter, di effettuare uno scambio con Pastore. Nelle ultime ore, è anche circolata la voce di un interessamento dei Los Angeles Galaxy, che vorrebbero costruire attorno a Sneijder il dopo-Beckham.
SERIE A SENZA STELLE – Quel che è certo è che, se partisse Sneijder, la Serie A perderebbe l’ultimo vero campione internazionale. Mancano i soldi, nel campionato italiano. E i fasti degli anni ’90 sono lontanissimi. Adesso anche le grandi guardano con occhi preoccupati al bilancio e non possono competere con gli ingaggi proposti dalle ‘big’ continentali. Ecco, quindi, un mercato sempre più fatto di ‘scambi interni’. E la salutare attenzione finalmente riservata ai giovani. La speranza viene da gente come El Shaarawy, Gabbiadini e Destro, non più dai campioni stranieri, maggiormente attratti da campionati più ricchi e meno duri. Stiamo assistendo a un cambio epocale del calcio italiano. E non è detto che non sia un bene. A patto di avere pazienza e di non spaventarsi per l’assenza di risultati nell’immediato.