Dalla A alla Z, breve lista del lungo palinsesto televisivo delle puntate da non perdere assolutamente per gli appassionati seriali
Amanti di serial uniamoci, impossibile seguirle tutte, salvo perdere vista, partner e lavoro. Quindi, nel delirio dell’offerta tv, diamo una veloce rassegna alle ultime serie, considerando i fattori in gioco, ovvero la qualità del prodotto, il fattore audience e la comunicabilità di una serie arrivata a tot. stagione, specie in lingua originale, che significa nel “dialetto” americano.
E per rapidamente intendiamo proprio una battuta su ogni serie, a nostro parere, più significativa del momento o dei mesi a venire, in rigoroso ordine alfabetico, un mini abbecedario che riporta ordine nel caos regnante di un palinsesto stracolmo di proposte, alcune eccellenti, altre mediocri, molte destinate alla precoce chiusura.
A di Arrow, nuovissimo eroe umano e in cerca di vendetta, arciere forgiato da un naufragio e tornato in città per combattere il crimine e riprendersi il posto nella società.
B di Boardwalk Empire, stagione dopo stagione è ormai un filone da esplorare, un caposaldo della fiction a stelle e strisce, girata e interpretata magnificamente, quale analisi dell’America anni ‘20.
C di Californication, che attendiamo entusiasti per la prossima stagione, la sesta, con ansia…da prestazione. Le avventure di Hank (grande Moody) sono un must da palati fini.
D di Dexter, il passeggero oscuro ormai è un compagno di viaggio, il rapporto con la sorellastra Deb sempre più in bilico e i nemici (da killer) si moltiplicano: imperdibile!
E di Event, The Event, la serie tv di fantascienza che non ha fatto registrare grande audience, ma per impatto emotivo e pathos merita una seconda chance. Quale sarà l’Evento?
F di Fringe, ultimo giro di campo per la serie create da JJ Abrams, il team capitanato da Olivia Dunham, Walter e Peter Bishop è nel future alle prese con la minaccia finale, gli Osservatori.
G di Games of Thrones, amato, inneggiato, meravigliosamente orchestrato, il medioevo riletto in chiave fantasy ha fatto strage nei cuori dei milioni di fans e della redazione, spada contro spada.
H di Happy Endings, terzo nastro appena tagliato e solita imponente carica comica, un sestetto tutto pepe, battute e dialoghi lampo politicamente (semi) scorretti che fanno divertire da matti.
I di In Plain Sight, ogni tanto un bel poliziesco a metà tra il thriller e il romance ci sta bene, dedicato agli amanti della serialità televisiva da poltrona americana, comoda e rassicurante.
L di Last Resort, in alto la bandiera, onore alla patria. Invece no, il sottomarino Usa diserta per amor proprio contro i traditori del Paese, confronto militare di alto rango e duetti brillanti per il cast.
M di Modern Family, fa ridere, diverte e fa riflettere sulla gestione contemporanea dei rapporti di coppia, completamente diversi da come li pensiamo, stravolti, irriverenti, geniali.
N di Newsroom, Alan Sorkin dirige un magnifico Jeff Daniels sulla parabola contemporanea delle strumentalizzazione dei media, come il quinto potere manipoli le coscienze comuni. Cambiare è possibile.
O di Once Upon a Time, perché le favole sono sempre di moda e il tuffo in un passato magico, tenebroso e incantato non ha nulla da invidiare rispetto alle soap opera di oggi. Piene zeppe di retorica.
P di Person of interest, Reese e Finch, un duo al di sopra della legge che cerca di rimediare agli errori di una società corrotta e prevedibile. Se vittima o esecutore, se il vostro numero esce, saranno loro a trovarvi.
R di Revolution, saga complessa ambientata in un futuro retrogrado perché l’energia elettrica si è estinta, cosa è successo e cosa fare ora per sopravvivere lo scopriamo puntata dopo puntata.
S di Scandal, non siate subito maliziosi, qui a fronte di “scandali” veri e propri nell’alta società, nel governo o in enti pubblici, subentra un avvocato per (s)mascherare potenziali complotti. Accattivante.
T di True Blood, l’ultima stagione è stata epica e nel cast di vampiri, c’era anche l’italiana Valentina Cervi. Cresce l’attesa per la prossima, in cui buoni e cattivi si confonderanno.
U di Two, ovvero 2 Broke Girls, hipsters di New York uni-tevi, queste due scatenate sbarbatelle vi faranno ridere a crepapelle, specie grazie ai loro “impossibili” comprimari per sopravvivere da squattrinate.
V di doppia V, ovvero Walking Dead, serie geniale sull’orda di zombie che ha invaso il mondo. E del manipolo di eroici sopravvissuti che cercano la salvezza, combattendo con sagacia e disperazione.
Z di…Zeta ovvero fine delle trasmissioni. Ma vi lasciamo con una chicca, la serie tv più bella dell’ultimo biennio per distanza su tutte le altre. Una bomba di pathos, il fattore acca: H di Homeland.