“Non conosco nessun giovane che ascolti la radio”, è la tipica risposta che danno parenti, amici e conoscenti sia in Italia che in America alla domanda se conoscano teenager ai quali piace ascoltare la radio tradizionale.
Una volta questa era il mezzo di comunicazione preferito dei giovani. Amavano portarla in mano anche quando non era veramente portatile (e le grandi pile l’appesantivano ancora di piú).
 
La portatilità è sempre stata apprezzata dai giovani: dalla radio ai giradischi alla Tv, e continua ancora oggi. Ora, però i giovani hanno l’iPod e l’Mp3 per la musica, e, per le notizie via Internet, l’iPhone. La vecchia radio sta scomparendo dalla panoramica giovanile. 
 
Naturalmente questa mia “percezione” è contrastata dalle associazioni di categoria. “Che i giovani abbiano abbandonato la radio è un mito”, ha affermato il gruppo radiofonico Radio InSights in un suo bollettino.
Comunque sia, a New York City vedo mia figlia quindicenne e le amiche sbuffare quando la radio è accesa, ma sono perfettamente a loro agio con il suono di i-Tunes sul computer portatile. 
 
In uno studio del 2010 la Edison Research fece notare che su di un campione di 875 giovani americani dell’età dai 12 ai 24 anni, il 64% affermava di aver ridotto l’ascolto della radio. Mentre nel 2000 questi giovani ascoltavano la radio in media 2,43 ore al giorno, nel 2010 erano scesi a 1,24 ore. Già in uno studio del 2005 si era scoperto che l’85% dei giovani che utilizzava la tecnologia Mp3, ascoltava poco la radio terrestre, anche se il 50% la ascoltava tramite Internet.
 
Eppure la radio non è stata mai così interessante e divertente sia in Italia che negli Usa. Secondo una ricerca del 2006, il 73% degli italiani ascolta la radio in auto, mentre in America si arriva all’80% (dati del 2011). Negli Usa la stragrande maggioranza di ascoltatori è del gruppo 40-49 anni, mentre i giovani, con il 22%, rappresenta la minoranza. Tipicamente i giovani, sia in Italia che negli Usa, quando sono in auto e la radio è accesa, hanno gli auricolari collegati ad un iPod o un Mp3.
 
Per quanto riguarda la varietà, c’è veramente l’imbarazzo della scelta. In Italia, ad esempio, ci sono eccellenti trasmissioni su Radio 24, i canali Radio Rai e Radio Radicale per gli adulti, e Radio 105, Radio Deejay, M2O e Virgin Radio per i giovani.
 
Negli Usa tutte le radio pubbliche sono ottime e trasmettono programmi prodotti da società come National Public Radio o Npr (da Washington, D.C.), American Public Media o Apm (da St. Paul) e Public Radio International o Pri (da Minneapolis). 
 
Npr produce e distribuisce programmi come “Car Talk”, un talk show sulle riparazioni delle auto  presentato da Cambridge dai fratelli Tom e Ray Magliozzi, ed il quiz sulla cronaca ‘Wait Wait…Don’t Tell Me”, presentato da Chicago da Peter Sagal. Entrambi i programmi sono umoristici, informativi ed utili.
 
Dall’Apm si hanno programmi come la serie di economia, borsa e commercio “Marketplace” da Los Angeles,  e lo show musicale-umoristico di taglio campagnolo, “A Prairie Home Companion” presentatato da Garrison Kwillor da St. Paul.
 
Dal canto suo, Pri ha la sua nicchia nel campo internazionale e produce da Boston “The World”, un Gr in associazione con la Bbc e, da Madison, il programma informativo-umoristico “Whad’Ya Know” (What do you know) con il presentatore Michael Feldman, stile Groucho Marx.
 
Tutti programmi che non hanno nulla da invidiare alla televisione, ed alcuni infatti sono diventati poi programmi televisivi. 
 
Ma ve ne sono tanti altri che rendono la radio un media vivo e vegeto, seppur, sfortunatamente, ignorato dai giovani.
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