Sono appena quattro minuti e mezzo in bianco e nero. Girati clandestinamente e inediti.
“The March of Sorrow-The Good Shoemaker and the Poor Fishpaddler” è il video breve, ma intenso che aiuta a raccontare un pezzo di storia su un caso controverso che ha scosso l’America e l’Italia turbando profondamente la comunità italoamericana.
Il video documenta i funerali di Ferdinando Nicola Sacco, calzolaio, e Bartolomeo Vanzetti, pescivendolo. Furono uccisi il 23 agosto del 1927 sulla sedia elettrica del carcere di Charlestown accusati di aver compiuto una rapina conclusasi con duplice omicidio, il 15 aprile del 1920 al calzaturificio Slater and Morris di South Braintree, alle porte di Boston. Non l’avevano commessa, ma erano anarchici: andavano in qualche modo puniti.
Eppure già durante il processo, sia dalle dichiarazioni del detenuto Celestino Madeiros sia da numerose prove, era emersa la loro innocenza. Ma erano due “bastardi anarchici”, come a più riprese li chiamò in aula il giudice Webster Thayer e per di più erano due “wops”, without papers: senza documenti (termine dispregiativo usato contro gli italiani) che non parlavano inglese o quasi e quindi potevano difendersi a fatica.
L’innocenza di Sacco e Vanzetti la confermò la tardiva assoluzione decretata dal governatore del Massachusetts Michael Dukakis il 23 agosto del 1977. Cinquant’anni esatti dopo quelle morti ingiuste e politiche decise per colpire l’allora fortissima sinistra (la International Workers of the World, il sindacato dei metalmeccanici che contava venti milioni di iscritti) e gli immigrati con una coscienza politica.
Ripulito da aggiunte, restaurato e rimontato in ordine cronologico da Jerry Kaplan e Robert D’Attilio, “The March of Sorrow” è stato proiettato all’Istituto De Martino di Sesto Fiorentino, a Torremaggiore (Foggia), paese natale di Sacco, e a Villafalletto (Cuneo), dove nacque Vanzetti.
Il film muto lascia percepire rabbia e dolore sui volti della gente, le urla e i rumori della folla caricata dalla polizia.
Le immagini furono “rubate” dagli operatori incaricati in segreto dal Defense Committee di Aldino Felicani, il giornalista toscano che per loro si battè con tanti altri artisti e intellettuali di calibro internazionale come Bertrand Russell, Dos Passos, G.B. Shaw, Uptown Sinclair, Einstein, H.G. Wells.
Furono voci autorevoli delle proteste di piazza che ottennero un enorme sostegno popolare spontaneo dall’Italia all’Inghilterra, dalla Francia alla Germania, e che spesso sfociarono in vere rivolte di piazza.
Il video fu girato in segreto, visto il tassativo divieto delle autorità emesso il giorno dell’esecuzione, di filmare e fotografare il funerale e l’ordine, altrettanto tassativo, di distruggere tutte le immagini successivamente rintracciate.
Ma il video si salvò e finì, per 1000 dollari, nelle mani del giornalista Gardner Jackson che lo mostrò nel 1930. Poi non se ne parlò più fino a fine anni Cinquanta. Fu allora che lo ritrovò a spezzoni, quasi inservibile, lo scrittore Francis Russel che provvide ad un primo restauro e montaggio, eliminando le parti aggiunte in seguito e ritenute di scarsa qualità, per donarla nel 1962 alla Brandeis University di Waltham, Massachusetts, dove il film finì di nuovo dimenticato.
Fino al 1979, anno in cui tutto l’archivio del Committee Defense venne trasferito alla Boston Public Library che lo proiettò. Nel 2013 Kaplan ha ripreso in mano le sei sezioni del film e ha rimontato le 43 scene in ordine cronologico. Con una aggiunta a posteriori: quella in cui, al termine dell’esecuzione, il governatore Alvan Tuft dice al vescovo di Boston “Grazie a Dio, tutto è finito”.