221 gol in 516 presenze, terzo di tutti i tempi in Serie A; giocatore con più reti segnate indossando un’unica maglia; miglior marcatore nella storia della Roma, di cui è anche il giocatore con più presenze all’attivo. Francesco Totti non smette di stupire. A 36 anni sembra davvero essere incappato in una seconda giovinezza, ricca di soddisfazioni.
STAGIONE ECCEZIONALE – Totti, in questa annata, sta mantenendo un rendimento eccezionale. La sua media voto è altissima (6,76 sulla ‘Gazzetta dello Sport’, 6,6 sul ‘Corriere dello Sport’), ha già firmato 6 reti (potevano essere 8, se non fosse stato sostituito in due occasioni poco prima della concessione di un rigore alla Roma) e 4 assist. In più, non ha saltato nemmeno una partita delle 15 giocate dalla squadra di Zeman. Bilancio più che positivo per un calciatore di 36 anni che, negli schemi dell’allenatore boemo, non può più giocare incollato alla porta avversaria, ‘solo’ come finalizzatore.
NEL CUORE DELLA MANOVRA – Il Totti di quest’anno, infatti, parte da esterno sinistro nel 4-3-3 di Zeman. Non fa la prima punta, non è il finalizzatore della manovra giallorossa. In quella posizione, potrebbe spendere molte meno energie e, magari, segnare qualche gol in più. Ma Zeman lo vuole nel cuore del gioco. Il tecnico boemo sa che Totti può diventare devastante come ispiratore, come uomo del cambio di fronte rapido. Ecco perché lo ha sistemato all’altezza della trequarti e largo a sinistra. Lì ‘l’ottavo Re di Roma’ sa essere utile in fase di ripiegamento e di conclusione (accentrandosi e calciando in porta col destro). Ma, soprattutto, può rapidamente ricevere palla dalla mediana, inventandosi qualcosa per gli altri attaccanti o puntando l’area in solitaria.
DEDIZIONE E CONDIZIONE – C’erano dei dubbi, quest’estate, sul rendimento che un 36enne avrebbe potuto mantenere, giocando in una posizione così ‘da corsa’. Oltre alle considerazioni ‘muscolari’, ci si interrogava sulla ‘voglia’ di Totti di disimpegnarsi lontano dalla porta, costretto a spendersi in copertura e al servizio dei compagni. E invece il Capitano ha smentito tutti. Gioca con la forza e l’entusiasmo di un ragazzino. Alternando il tackle duro alla giocata spettacolare. Non ha saltato nessuna partita ed è sempre risultato tra i migliori della Roma. Forse gli manca qualche gol, ma, quando se ne inventa alcuni come quelli visti contro la Fiorentina, si può davvero dire che la qualità scalzi per rilevanza la quantità.
L’ULTIMA MAGIA – Il gran gol contro i viola (il secondo personale, quello del momentaneo 3-1 per la Roma) è l’ultima magia di Totti. L’ultima in ordine cronologico, certo. Ma anche ‘ultima’ perché arrivata davvero in extremis, quando l’arbitro era pronto a mandare le due squadre negli spogliatoi. Totti ha ammesso di essere stato consapevole di avere pochi secondi. E di aver deciso di calciare in un istante. Ecco allora come la spettacolare azione – palla ricevuta da Destro poco oltre la metà campo, finta di tacco su Aquilani, uno-due con Balzaretti e bordata a piegare le mani di Viviano (un po’ complice, a dire il vero) – acquisti ancora più valore. Il Capitano, lucidamente, ha messo in piedi un gesto tecnico di valore assoluto. Che è risultato anche determinante ai fini del risultato. Sublimazione di un grande campionato. Il Re di Roma non è morto. Oggi più che mai.