La scorsa settimana Roma e Juventus, che stanno nettamente dominando la Serie A, sono incappate in due dolorose sconfitte in campo europeo. La Roma è stata travolta dal Bayern Monaco che, all’Olimpico, si è imposto addirittura 7-1. La Juventus, invece, è caduta in casa dell’Olimpiacos per 1-0. Le due sconfitte sono scaturite da partite molto differenti, ma sono entrambe pesanti e gettano ombre cupe sulla credibilità della Serie A. 
 
ROMA TRAVOLTA. C’era molta curiosità per Roma-Bayern. I tedeschi – una delle squadre più forti del mondo – si erano presentati con molto rispetto alla sfida contro i giallorossi. Gli uomini di Garcia sono ormai riconosciuti come una squadra offensiva, veloce e ricca di talento. La partita, però, è risultata un dominio totale dei bavaresi. La Roma, che in Serie A ha davvero pochi rivali, è stata travolta. 
 
I giallorossi sono certamente la più ‘europea’ delle squadre italiane: giocano un calcio d’attacco, ad alta velocità e hanno una rosa competitiva. Come spiegare, allora, questo tracollo? Mancanza di esperienza e top player potrebbe essere la risposta: il rapido vantaggio del Bayern ha mandato in confusione gli uomini di Garcia che, in certi frangenti, sembravano davvero non sapere più cosa fare. I top player non decidono le partite solo con le grandi giocate: servono anche a imporre la calma nelle situazioni difficili e a dare tranquillità a compagni e ambiente quando le cose si mettono male.
 
La Roma ha tantissimi grandi giocatori in rosa, ma quanti campioni assoluti, dalla bacheca piena di trofei? Nessuno. È probabile che il gap tra Bayern e giallorossi non sia ampio come quello che il 7-1 lascia suggerire, ma, a questi livelli, i campionissimi sono troppo importanti.
 
JUVENTUS IMPRECISA E IMPAURITA. La Juventus ha subito una sconfitta di misura contro l’Olimpiacos. In uno stadio difficile, ma contro un avversario sicuramente alla portata. 
I bianconeri, ancora una volta, hanno messo in mostra tutti i loro limiti, che la pochezza della Serie A attuale nasconde abbondantemente: troppe giocate sotto ritmo, tanta imprecisione, sofferenza di fronte al pressing avversario, gioco eccessivamente attendista, poca grinta. In un torneo lungo, poco qualitativo ed enormemente lento come il campionato italiano, la Juventus, con tutti questi limiti che a sprazzi si ripresentano, domina. In Europa, naturalmente, fatica moltissimo. 
 
SERIE A NON PIÙ PROBANTE? Il nostro campionato, quindi, non è più un terreno di gioco probante, rispetto ai principali tornei europei? La risposta pare purtroppo essere affermativa: in Italia (oltre ai soldi) mancano quasi del tutto i grandissimi campioni e, con la loro scomparsa, oltre alle grandi giocate, sono sparite esperienza, tranquillità e capacità di decidere le partite.
 
In più, come spesso già scritto su queste pagine, il grande lavoro tattico dei nostri allenatori non sembra più volto a far rendere al meglio la propria squadra, quanto a far giocare male l’avversario. In tutto questo, come ‘ciliegina sulla torta’, si è verificato un drastico abbassamento del ritmo di gioco (in modo da favorire sempre più le difese, rischiando il meno possibile). 
 
Servirà una vera rivoluzione nella mentalità (o una clamorosa quantità di soldi) per invertire questa preoccupante tendenza: la luce in fondo al tunnel, per ora, proprio non si vede.
 
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