Serve una scossa per ricominciare. Occorre coraggio per uscire dal torpore. Il momento pare essere quello giusto per voltare pagina e ripartire. Lo sport italiano ci prova: Roma si candida per ospitare le Olimpiadi del 2024. La notizia, chiacchierata, sussurrata ed anche un tantino celata degli ultimi mesi è stata confermata attraverso la candidatura ufficiale della città eterna.

Proprio adesso, nel bel mezzo della bufera suscitata dall’inchiesta “Mafia Capitale”, Malagò e Renzi hanno deciso di lanciare un messaggio chiaro alla nazione dando una chiara chance di cambiamento sperando di ottenere l’organizzazione dell’evento sportivo per eccellenza nel 2024.

“Avanti tutta, i mafiosi e i ladri non possono rovinare i nostri sogni”. Così il presidente del consiglio Matteo Renzi aveva parlato nei giorni scorsi facendo intuire che il Coni in particolare e l’Italia in generale non si sarebbero tirati indietro.

L’ufficialità è arrivata dal Salone d’onore del Coni, con tanto di diretta tv su Rai 2 e Rai Sport (canali sportivi statali), durante la consegna dei Collari d’Oro, il riconoscimento destinato ai 18 campioni e ai 7 uomini di sport premiati per quanto fatto nel corso della loro carriera. Dal ciclista Vincenzo Nibali all’ex presidente Ferrari Luca di Montezemolo è stata una passerella ricca di pathos conclusa dall’annuncio tanto atteso.

È un giorno importante per tutti, per Roma, per Napoli, per Firenze, per la Sardegna, ma anche per il Nord Italia che ha in Milano un punto di riferimento irrinunciabile”. Così il presidente del Comitato Olimpico Nazionale Malagò, ha esultato facendo di questa candidatura una sorta di piccolo grande bivio storico per tutta l’Italia.

Insomma, non sarebbe soltanto l’Olimpiade di Roma se l’Italia vincesse la partita nel settembre 2017, a Lima, dove si sceglierà la città tra le tante candidate. 

Roma, in tal senso, sarà la prima a ufficializzare l’intenzione di candidarsi. Anche se le parole di Renzi non avranno ancora un peso formale, sarà il Cio ad aprire le danze il 15 gennaio, con l’apertura della cosiddetta “fase a invito”: un sondaggio per invogliare il numero più alto possibile di città a buttarsi nella mischia. Il ballo dei possibili avversari si era già scatenato a Montecarlo, in occasione dell’ultima sessione del Comitato Olimpico Internazionale.

Impossibile inseguire tutte le voci, ma gli Stati Uniti hanno già schierato un poker di città fra cui si sceglierà quella che cor- rerà cercando di “vendicare” Chicago, travolta da Rio de Janeiro nella scelta per il 2016, nonostante la presenza di Obama nella votazione finale.

Scontata la partecipazione alla gara della Germania con Amburgo. Parigi sfoglia la margherita, deciderà a fine gen- naio. C’è poi la variabile Sudafrica con Città del Capo più di Durban. L’Australia ha invece detto no: se ne parla nel 2028. E stesso discorso vale per Doha. Ma la rivoluzione low cost potrebbe solleticare l’interesse di tante altre concorrenti. 

 
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