Il “Noi World Tour” di Eros Ramazzotti, che tocca quattro continenti, approda a Los Angeles per la prima tappa americana (in programma Atlantic City, New York e Miami) per concludersi in Australia a fine novembre. Ramazzotti, che ha approfittato della tappa nella Città degli Angeli per girare il suo nuovo videoclip nei pressi di downtown, appare all’improvviso sul palco con chitarra elettrica al collo per suonare Ancora Vita.
È il primo brano in scaletta, che fa seguito ad una breve intro musicale sulle note di Fratelli d’Italia. È in gran forma vocale, contento e scherzoso col pubblico. Non manca occasione di stringere le mani ai fedelissimi assiepati sotto il palco e di prendere macchinette fotografiche per un autoscatto da ricordare tutta la vita. Tra un brano e l’altro dialoga divertito, “Parlo in italiano o in inglese?”, e poi, ad una fan particolarmente calorosa, dice: “Non posso, tuo marito si arrabbia”. Alcune tentano anche di salire sul palco, prima di essere scortate via dalla security. È chiaro come Ramazzotti sia ancora adorato alla follia dalle donne di tutto il mondo.
Qualcuno gli grida “Forza Italia”, forse preso dall’euforia e immemore che lo slogan abbia assunto connotati politici, Eros risponde a tono “Ma come? Con tutti i problemi che abbiamo in Italia. Grande Italia semmai”.
Il pubblico è composto in gran parte da italiani e sudamericani, bandiere del Messico e della Colombia spuntano fuori come funghi sugli spalti del celebre Greek Theatre nel Griffith Park di Los Angeles.
Eros è consapevole del pubblico che si trova davanti e, se gli scambi di battute con il pubblico sono spesso in italiano, i classici del repertorio sono per la maggior parte cantati in spagnolo.
Così al trittico di brani dell’ultimo album (Sotto lo stesso cielo, Noi, Polaroid) fa seguire un poker d’annata: Stella gemella, Terra promessa, Una storia importante e Adesso tu, tutti e quattro in spagnolo con qualche strofa alternata in italiano.
Il pubblico d’oltreoceano, si sa, di norma non è particolarmente caloroso, ma la presenza “latina” si fa sentire e la partecipazione cresce sempre più durante il corso della serata. Dal palco Ramazzotti saluta l’amico Saverio Principini, noto produttore musicale italiano a Los Angeles dagli anni ’80 che ha lavorato con tutti i più grandi, il quale ha fornito al cantante coriste e coristi del luogo in supporto alla band.
A metà dello show c’è spazio per il medley romantico che comprende Emozione dopo emozione, Un cuore con le ali, Cuori agitati, Ti sposerò perché e Un grosso no. Sulle gradinate è un tripudio di accendini o meglio di smartphone. È poi il turno dei brani immortali Se bastasse una canzone, Cose della vita e Musica è, che chiudono il regular set.
L’encore è aperto da Un’altra te a cappella, cantata in coro da tutto il pubblico. Si balla su Fuoco nel fuoco, riarrangiata per l’occasione su ritmi latini, ed è un mare di braccia al cielo su Più bella cosa con tutte le luci accese ad illuminare l’arena a giorno.