La pazza gioia, Indivisibili e Veloce come il vento. Il discorso di Valeria Bruni Tedeschi. Le sontuose performance di Accorsi e Mastandrea. E’ la 61° edizione dei David di Donatello.
“Ringrazio Micaela Ramazzotti perché senza Donatella, Beatrice non potrebbe esistere, un po’ come Stanlio e Ollio. Ringrazio Franco Basaglia che cambiò radicalmente l’approccio della malattia mentale in Italia. Ringrazio Paolo Virzì che mi guarda da anni con tenerezza, allegria e senza paura. Ringrazio Leopardi, Ungaretti, Pavese e soprattutto Natalia Ginzburg i cui libri mi illuminano e mi consolano. Ringrazio Anna Magnani, Gena Rowlands e suo marito (regista anch’esso, John Cassavetes, ndr), De André, Chopin, mia madre, mia sorella, mia zia. Ringrazio ancora Paolo Virzì per avermi permesso di interpretare questo personaggio meraviglioso, triste, buffo e fantasioso”… ha detto questo (e molto altro ancora) una raggiante ed emozionata Valeria Bruni Tedeschi, vincitrice del David di Donatello come Miglior attrice protagonista per il film La pazza gioia. Sul palco, al proprio fianco, ha voluto proprio lei. La sua compagna di set, candidata anch’essa nella medesima categoria, Micaela Ramazzotti. Non si può certo dire siano la prassi simili manifestazioni di sincera amicizia, anzi. A memoria ricordo solo i Pearl Jam ai Grammy Awards ’96, quando durante la premiazione per la Miglior canzone Hard Rock, ebbero pensieri e parole per la band concittadina di Seattle, gli Alice in Chains, presenti in sala anch’essi e in gara contro di loro.
Si è svolta a Roma la 61° edizione dei David di Donatello, i premi del cinema italiano. Se nella passata edizione Lo chiamavano Jeeg Robot fece man bassa su tutto il fronte delle prove attoriali, quest’anno al contrario c’è stato un film diverso per ciascuna delle quattro categorie. Oltre alla già citata Bruni Tedeschi, Antonia Truppo si è aggiudicata la statuetta per la Miglior attrice non protagonista (per il secondo anno consecutivo) mentre il corrispettivo maschile è andato a Valerio Mastandrea (Fiore), al quarto David in carriera. Per lo scettro di Miglior attore protagonista non poteva non vincere Stefano Accorsi, vacca boia!, e puntuale è arrivato l’ambito riconoscimento per la sua strepitosa performance in Veloce come il vento.
Come da pronostico La pazza gioia (di Paolo Virzì) si è confermato tra le opere pluri-premiate della serata conquistando in totale cinque David di Donatello: Miglior film, regista, attrice protagonista, scenografo e acconciatore. Altro indiscusso protagonista, Indivisibili (di Edoardo De Angelis), film presentato in anteprima alle “Giornate degli Autori” della 73° Mostra del Cinema di Venezia e poco dopo all’altrettanto prestigioso Toronto Film Festival.
Dalla serata dei David, è tornato a casa con sei statuette: Miglior sceneggiatura originale, attrice non protagonista, produttore, musicista (il napoletano Enzo Avitabile, definito anni or sono dal regista premio Oscar Jonathan Demme “il figlio spirituale di John Lennon”), canzone originale (sempre dell’artista partenopeo) e costumista. Terzo gran “mietitore” di “Donatelli”, Veloce come il vento (di Matteo Rovere), anch’esso fermatosi a quota sei. Accorsi a parte, ha fatto incetta dei premi tecnici: autore della fotografia, truccatore, montatore, suono ed effetti digitali. Se il nuovo che avanza è stato incarnato da Il più grande sogno (di Michele Vannucci), che si è aggiudicato il 3 Future Award, la Storia ha reso omaggio a una grandissimo della settima arte, Roberto Benigni, insignito del David speciale alla carriera.
Nomination raccolte attraverso i voti degli studenti delle scuole superiori e universitari, il Premio David giovani è stato vinto dal film “In guerra per amore” diretto da Pierfrancesco Diliberto, in arte Pif. Un segnale forte. Un segnale di una gioventù e di un popolo stufo del giogo delle mafie perché questo sono i mafiosi, volgari e crudeli assassini e “ogni tanto” bisognerebbe mostrarli come tali senza fraintendimenti perché sui nazisti nessuno ha dubbi su cosa fossero. Con il suo classico stile scanzonato-impegnato, il giovane regista palermitano ha realizzato un film pregevole dove due novelli Romeo e Giulietta lottano per stare insieme nel mezzo della storia (vera) di come la Sicilia, durante e dopo la II Guerra Mondiale, venne abbandonata alle spietate grinfie della cosche malavitose.
Miglior film straniero invece, Animali notturni (di Tom Ford), presentato in anteprima all’ultima edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, con un Michael Shannon monumentale ingiustamente privato dell’Oscar. Infine il Miglior film dell’Unione Europea e qui standing ovation per il già trionfatore di Cannes “Io, Daniel Blake” (di Ken Loach). Il regista inglese accende la telecamera dentro il doloroso mondo della classe lavoratrice contemporanea. Un universo sempre più sfiancato e allo stremo. Un universo ignorato dalle politiche ma non dal cinema e dai David di Donatello.