“L’intelligenza non avrà mai peso, mai nel giudizio di questa pubblica opinione. Neppure sul sangue dei lager, tu otterrai da uno dei milioni d’anime della nostra nazione, un giudizio netto, interamente indignato: irreale è ogni idea, irreale ogni passione, di questo popolo ormai dissociato da secoli, la cui soave saggezza gli serve a vivere, non l’ha mai liberato. 
 
Mostrare la mia faccia, la mia magrezza – alzare la mia sola puerile voce – non ha più senso: la viltà avvezza a vedere morire nel modo più atroce gli altri, nella più strana indifferenza. Io muoio, ed anche questo mi nuoce”.
 
Che direbbe Pier Paolo Pasolini se oggi, epoca d’irrimediabili delusioni civili, fosse ancora vivo? 
Il 5 marzo avrebbe compiuto 91 anni e noi, poveri italiani, avremmo ancora bisogno delle sue analisi lucide e sincere. 
  Fra i grandi italiani del XX secolo

  Fra i grandi italiani del XX secolo

 
Siamo un popolo alla deriva senza guide spirituali. La maggior parte di esse, vivono ormai nell’aldilà, ma nonostante questo, la memoria storica li rende eterni e immortali per darci la possibilità di imparare ancora da ognuno di loro. 
 
Pier Paolo Pasolini è stato ed è ancora, uno scrittore, poeta, regista, giornalista, linguista italiano, nonché, radicale oppositore delle abitudini borghesi e della nascente società dei consumi italiana. Verso il termine dell’anno appena trascorso, un luogo importante come il Moma di New York, con l’aiuto dell’Istituto Luce Cinecittà, the Museum of Modern Art e il Fondo Pier Paolo Pasolini/Cineteca di Bologna, ha presentato una retrospettiva completa che ha celebrato in particolare la sua produzione cinematografica. Ma non è finita qui.
 
Dopo lo straordinario successo al Moma, che ha rappresentato un’autentica riscoperta di un autore italiano presso il pubblico e la stampa americani, la retrospettiva del cinema di Pier Paolo Pasolini sta per essere presentata in una nuova città di ampio respiro internazionale: Londra. 
 
Due mesi di proiezioni nella prestigiosa sede di Southbank del British Film Institute. Dal “Vangelo secondo Matteo”, “Accattone” e “Mamma Roma” e fino al 9 maggio tutti i titoli di lungometraggio, corti e documentari, in versioni recentemente restaurate e stampate in copia 35mm grazie allo splendido lavoro dell’Istituto Luce-Cinecittà. 
 
Grazie a questa tappa, l’opera cinematografica di Pasolini torna sugli schermi in un paese che da sempre gli tributa un interesse e il segno di un’influenza profonda su tanti cineasti contemporanei di primo piano. Tutto questo non può che essere fonte di enorme orgoglio per l’Italia. 
 
Pasolini è stato un uomo, un cineasta che, ha raccontato la vita di borgata, la miseria dell’uomo italiano del dopoguerra, la morte del sottoproletariato, l’ipocrisia della religione, tutto tramite un linguaggio cinematografico tecnico e artigianale che lo rende ancora più crudo e aderente alla realtà, sua maggior cifra stilistica. L’eredità di Pasolini vive tra noi, nella memoria di chi ama il suo cinema e di chi lo scopre oggi. Perché c’è sempre tempo per conoscere i maestri del passato.
 
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