Le telefonate, ormai, si susseguono. In Vaticano il segretario particolare compone il numero telefonico e passa il cellulare direttamente al Papa. Che chiama i fedeli, sparsi in ogni angolo del mondo, li rincuora, li invita a pregare per lui e per la Chiesa, diventando, all’improvviso, il migliore amico degli interlocutori. Senza far sentire loro il peso del ruolo che riveste. È accaduto un mese fa, all’inizio di agosto.
Profondamente colpito dalla lettera inviatagli da Michele, il fratello di un piccolo imprenditore di pompe di benzina di Pesaro, assassinato da due rapinatori, Papa Bergoglio ha composto quel numero di cellulare. ‘Pronto, Michele? Sono Francesco, il Papa. Dammi del tu…’. È nato così questo inedito (e rivoluzionario) modo del Pontefice di interfacciarsi direttamente con i propri fedeli.
Tono confidenziale, passata l’inevitabile sorpresa, riconosciuta la voce di Bergoglio, anche Michele Ferri – che aveva scritto in Vaticano chiedendo quale poteva essere il senso di quello che era accaduto alla propria famiglia – si è sciolto, confidando al Papa i propri, attuali disagi. Bergoglio ha poi chiesto di parlare anche con la mamma della vittima, Rosalba. Che è scoppiata – anziana e oggettivamente sorpresa – in un pianto dirotto, tale addirittura di impedirle di parlare col Papa. ‘Non preoccuparti, ti richiamerò tra qualche giorno’.
Promessa mantenuta, la scorsa settimana Bergoglio ha composto nuovamente il numero di quella casa invasa dal dolore, parlando con la signora Rosalba. ‘Non so rispondere a ciò che mi avete chiesto, credo che la cosa migliore sia pregare’.
La telefonata, ovviamente, è stata prima svelata da alcuni giornali locali, puntualmente riportata, da lì a qualche giorno, anche da tv e networks. Qual è, allora, il senso di questa nuova, inedita e romantica (oggettivamente) strategia di Bergoglio? Quella, probabilmente, di far entrare la Chiesa nelle case di tutti.
Alimentando un segno di attenzione verso i problemi (più gravi) della gente. Quelli che minano l’anima e rendono più vulnerabili. La scorsa settimana, invece, il Papa ha contattato il proprio continente, parlando al telefono con una ragazza argentina violentata nei giorni antecedenti da un poliziotto. Anche in questo caso, Bergoglio ha rincuorato, trasmettendo un senso di vicinanza e di mutua assistenza.
Qualche buontempone sul web (anche con un filo di irriverenza) ha stigmatizzato il comportamento (che ormai sfiora la consuetudine) del Papa, accusandolo apertamente di ipocrisia. Resta, al contrario, la consapevolezza di trovarsi di fronte a un Papa profondamente diverso dai predecessori. Quel coinvolgente ‘buonasera’ con il quale si presentò sul balcone di Piazza San Pietro la sera della sua proclamazione, annunciava, probabilmente, un modo nuovo di vivere il rapporto con i fedeli. Fondato sui comportamenti reali e sulle esortazioni a non mollare davanti ai rovesci della vita.
Ovviamente, le due situazioni (non si può escludere, in verità, che ce ne siano state altre) hanno fatto sì che il sito ‘pontifex.it’ e la home-page di Papa Francesco abbiano registrato un consistente aumento di fedeli. Che scrivono al Papa, aspettando, chissà, un contatto diretto. ‘Pronto, sono Papa Bergoglio… Raccontami tutto…’.