L’Orto botanico di Roma ospita più di 3000 specie di piante (Ph. Gillian Blundell da Dreamstime.com)
E’ una bella giornata a Roma? Avete qualche ora libera? Amate la natura e siete stanchi di visitare musei e siti archeologici? Avviatevi sul Lungotevere, entrate nella deliziosa Piazza Trilussa, imboccate Via della Lungara e al primo semaforo, a sinistra, in fondo all’elegante Largo Cristina di Svezia, noterete un gran bel cancello dei primi del ‘900. Siete arrivati!
Ecco L’Orto botanico di Roma, visitato da centomila persone all’anno.
Fate un lungo respiro perché finalmente siete fuori dal traffico e dalla confusione, imboccate un sentiero e lasciatevi deliziare dalle meraviglie della natura.  Questo magnifico Museo dei vegetali ospita più di 3000 specie di piante dislocate lungo un camminamento sterrato e divise in collezioni, serre e giardini. Il rumore dei vostri passi sulla ghiaia del percorso sarà l’unico suono che scandirà questa passeggiata, non vorrete più fermarvi, perché le piante da ammirare sono veramente tantissime.
Insolite, rare, enormi, delicate,  piene di fiori o di spine, tutte curatissime dai giardinieri dell’Orto, amate e coccolate, immerse nella luce del sole che passa tra le foglie mosse dalla leggera brezza tipica di Roma. Giochi di luce, zampilli di fontane, profumi e colori, tutto vi renderà protagonisi di questa magica coreografia che sembra girare come un carosello intorno a voi.
Incredibilmente, un posto così ameno, immerso nel silenzio e nella pace, si trova nel cuore di Roma.
L’Orto, ubicato ai piedi del Gianicolo, occupa il parco della splendida Villa Riario-Corsini, che fu residenza della regina Cristina di Svezia dal 1659 al 1689. Si estende per 12 ettari, è irrigato e alimentato da ruscelli dell’acquedotto dell’Acqua Paola, e il complesso fa parte del Dipartimento di Biologia vegetale dell’Università degli studi di Roma La Sapienza.
Come quasi tutto a Roma, ha una lunga storia.
Durante uno scavo archeologico nel 1900, vennero ritrovati i resti delle Terme di Settimio Severo e di suo figlio Geta, nell’area occupata dall’Orto. Per questo la zona venne denominata dall’archeologo Lanciani, Horti Getae. A Roma, un prodromo di giardino botanico si può rinvenire già dai tempi di Innocenzo IV (1243-1251). Nella biografia del Papa, redatta dal cronista Nicola Salvi, si legge “Presso San Pietro fece edificare un palazzo, ambiente e torre bellissimi, e quivi fece comprare delle vigne”. Il Papa, che abitava in Laterano, aveva effettivamente fatto comprare delle terre nei pressi del Vaticano da adibire a coltivazione, che poi, Papa Nicolò III, nel 1279 fece recintare con mura, arricchire di un ampio frutteto e un “giardino dei semplici” per la coltivazione delle erbe officinali.
Il primo vero Orto Botanico fu voluto dal Papa Alessandro VI (1431-1503). Fu poi ricostruito da Pio IV (1499-1565). Le cure vennero affidate al botanico Michele Mercati durante il papato di Pio V (1504-1572). Papa Alessandro VII (1599-1667) ne fece uno dei più bei giardini e orti botanici di tutta Europa. Alessandro VII volle collegarlo all’Acquedotto dell’Acqua Paola voluto da Pio V. Ripercorrendo l’antico tracciato dell’Acqua Traiana (109 d.C), l’Aquedotto dell’Acqua Paola captava le sorgenti dei monti Sabatini, ai piedi del Lago di Bracciano, portando l’acqua fino al Gianicolo, approviggionando così l’area di Trastevere.
Nel primi anni del ‘600 fu Giovanni Faber, professore d’università, il primo a chiamare la sua materia “botanica”, ma ancora il giardino vaticano rimaneva un’area privatissima, aperta solo a professori o studenti della sua cattedra. Nel 1660, Alessandro VII Chigi, donò il “giardino dei semplici”, che era il nome originale dell’Orto, all’Università.
Nel 1883, dopo l’acquisto di Villa Riario-Corsini alla Lungara da parte del demanio e del Comune di Roma, con l’Unità d’Italia il giardino divenne proprietà dello Stato e ancora oggi riflette la dislocazione originale  del parco di  Villa Riario-Corsini.
Lungo il percorso consigliato sulla mappa che viene distribuita all’entrata, si possono ammirare una serie di collezioni: Le Palme, Il Roseto, La Valletta delle Felci, I Bambù, Il Giardino Giapponese, Il Giardino dei non vedenti, Il Bosco Mediterraneo, Le Gimnosperme, Il giardino dei semplici, La serra Tropicale, La vegetazione palustre, La serra Corsini, La serra monumentale, Le piante mediterranee, Gli alberi monumentali.
 L’Orto oggi ospita anche la Banca del Germoplasma, dove sono conservati i semi di 133 famiglie, 580 generi e 936 specie di piante.
Fontane ottocentesche arredano il già raffinato paesaggio con scorci di Roma da est e renderanno la vostra passeggiata decisamente unica e indimenticabile.

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