Non c’è due senza cinque. Forzatura proverbiale buona per raccontare la splendida settimana olimpica dell’Italia a Sochi. Dopo l’argento nella discesa libera maschile conquistato da Innerhofer e il bronzo dell’eterno Armin Zoeggeler nello slittino, ha vinto altre tre medaglie grazie ad uno scatenato Christof Innerhofer e ad Arianna Fontana.
Super G maschile e Short Track femminile sono le discipline che hanno fatto battere forte il cuore degli italiani e soprattutto rimpinguato il medagliare azzurro (Italia adesso 19° con 5 medaglie) sovvertendo ogni pronostico e più rosea previsione.
Difatti per Innerhofer e Fontana il bis è arrivato quasi d’inerzia, sulle ali dell’entusiasmo e sicuramente in maniera sorprendente: fantastico il discesista azzurro nel secondo giorno di gare, nella sua specialità. Perfetto in Super G, la gara in cui non avrebbe dovuto raccogliere granché. Ed invece è arrivato il bronzo, pesante più di un oro, a sugello di un’Olimpiade perfetta e memorabile per super Christof.
Stesso discorso per Arianna Fontana: perfetta, e forse un pizzico sfortunata nella sua gara, lo Short Track 500 metri, la pattinatrice azzurra è andata ad un niente dall’oro nonostante la collisione con caduta annessa, causata da un contatto con la britannica Elise Christie durante la finalissima.
Nella vita come nello sport però la capacità di rialzarsi conta molto più del cadere, e così la bella Arianna è riuscita a compiere l’impresa rimettendosi in pista e conquistando un epico secondo gradino del podio.
Ma ciò che la sfortuna prova a toglierti, il destino è sempre pronto a restituirti a patto che il protagonista sia spinto da una voglia matta di emergere. E così due giorni dopo, la Fontana è tornata in pista per entrare definitivamente nella storia delle Olimpiadi invernali nella gara dei 1500 m. Non la sua gara, appena due vittorie in Coppa del mondo, ma poco importava.
Paziente, concentrata e con la sua solita pattinata, Arianna Fontana ha strappato la medaglia di bronzo riuscendo a trasformare quel pizzico di delusione per la finale dei 500 metri, in rabbia positiva nei 1500. Quarta medaglia olimpica personale messa in cascina dalla bionda pattinatrice azzurra resasi protagonista di un autentico guizzo d’orgoglio e talento che ha consentito all’Italia di eguagliare, con ancora tanto da gareggiare, le 5 medaglie di Vancouver 2010, rispetto a cui però c’è ancora un vuoto alla voce “oro”.
Metallo pregiato che però Innerhofer e Fontana hanno simbolicamente portato a casa dimostrando come determinazione e spirito di sacrificio spesso e volentieri riescano a prevalere su talento e pronostici nei momenti clou, nelle competizioni più importanti. Adesso per i due eroi azzurri è arrivato il momento della gloria e dei festeggiamenti:
“Sono davvero contenta del risultato, non ci credevo quando ho tagliato il traguardo, il bronzo nei 1500 è una cosa incredibile. Ero già contenta di entrare in finale, era quello il mio obiettivo – ha confessato Arianna Fontana ai microfoni di Sky Sport – poi, man mano che passavano i giri ci credevo, anche quando le gambe non ne potevano più. Ho dato tutto e ce l’ho fatta. Questa medaglia per me significa tanto, perché questo bronzo lo utilizzerò per sposarmi”.
La tavola della 23enne valtellinese è ancora imbandita per un gran finale che si augura possa portare altra gioia: “Ora mancano due gare, siamo in finale nella staffetta e spero che questa medaglia carichi ancora di più le mie compagne. Le ho viste commosse e quasi mi hanno fatto piangere. Cosa posso fare ancora? – ha concluso – ora c’è la gara più tosta, i 1000 metri, ci proveremo”. La fame di chi vuol riscrivere la storia, la semplicità di una ragazza entrata definitivamente nei cuori di tutta una nazione.