La buona prestazione di Ginevra, in cui la Nazionale ha messo sotto il Brasile, ha finalmente riacceso l’entusiasmo attorno al gruppo di Prandelli. Contro i verdeoro, gli azzurri hanno incassato un doppio svantaggio ingeneroso ma, disputando un grande secondo tempo, hanno avuto la forza di raddrizzare la partita, sfiorando anche la vittoria in più occasioni.
È un dato di fatto: questa Nazionale sta finalmente acquisendo una precisa identità tecnica e tattica. Ma, soprattutto, si appoggia alla freschezza e alla vitalità di una nuova generazione di giocatori. Prandelli correttamente non fa mai a meno di Buffon, Pirlo e De Rossi. Ma attorno a questi tre senatori, ha assemblato un gruppo di belle speranze, dotato di classe e sufficientemente affamato. Il tanto lamentato ‘impoverimento’ della Serie A, sta evidentemente giovando alla Nazionale.
Il Ct Prandelli, infatti, ha la possibilità di selezionare giovani già attivi e responsabilizzati nei rispettivi club, anche in quelli di prima fascia. Situazione praticamente nuova per il nostro campionato, da sempre molto sensibile (in tempi di ‘vacche grasse’) al fascino del campione straniero e similare a quella vissuta qualche anno fa in Germania. La Bundesliga, infatti, all’inizio dei 2000, conobbe un deciso ridimensionamento dell’afflusso di grandi atleti stranieri e questo contribuì notevolmente all’affermazione di una nuova generazione di calciatori teutonici, che oggi sono protagonisti del ‘Wunder-Team’ di Joachim Loew.
Balotelli è il top player della nuova Italia: sembra un veterano, ma ha solo 22 anni. Attorno a lui si stanno imponendo altri rossoneri: De Sciglio ed El Shaarawy (40 anni in due) e Montolivo (che di anni ne ha 28, ma che si sta consacrando ora, finalmente titolare indiscusso in una grande squadra). Prandelli ha dimostrato di avere fiducia anche nei confronti di Florenzi (22) e Candreva (26): giocatori importanti che scendono regolarmente in campo in Roma e Lazio sicuramente favoriti dalla volontà di far quadrare i conti delle rispettive società. Dietro l’angolo, poi, ci sono già Perin (20), Insigne (21) e Immobile (23 – forse l’unico ‘baby’ a non essersi ancora imposto in campionato). Insomma: la linea verde della Nazionale è ricca e di qualità. E, in previsione del Mondiale 2014, fa davvero venire l’acquolina in bocca.
Importante anche l’identità tattica che Prandelli sta plasmando, valutando correttamente gli uomini a disposizione. Gli azzurri, oggi, ‘ballano’ tra il 4-3-3 (tanto caro al clan rossonero) e il 4-3-1-2 (che piace maggiormente a Pirlo e De Rossi). La disponibilità al sacrificio – tipica dei giovani ‘affamati’ – del gruppo consente al Ct di poter cambiare spesso la disposizione, anche in corso d’opera. In questo modo, l’Italia si può adattare all’avversario e alle differenti situazioni di gioco che una partita può richiedere.
In Brasile non sarà certo una passeggiata. Oltre ai padroni di casa, la Spagna, la Germania, la Francia, l’Olanda e l’Argentina (oltre alla possibile sorpresa rappresentata dalla prorompente Colombia) saranno avversari temibili. Ma questa giovane Nazionale – che ha ancora un anno per crescere – comincia davvero ad avere le idee chiare.
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