New York is the Big Apple, Chicago is the Windy City and Los Angeles is, as its very name tells us, the City of Angels. Cross that pond and come to Italy, where you’ll find of course Rome, the Città Eterna, and Venice La Serenissima. Cities love nicknames, all over the world, but it’s about the Italian flair for alternative geographical denominations we’ll chat a bit about today.
Well, that Rome is called “the Eternal City” comes as no surprise, as her millennial history is witness and memory to the fact Rome is just that, timeless. And La Serenissima, the “most serene” Venice, where does that image come from? Alas, even I use it continuously when writing about the city, yet, beside the fact the expression dates back to the times of the Repubbliche Marinare, I known nothing about its origin.
Let us start from Venezia, then. When ruling over the seas and the lands of the East, marvelous Venice was governed by the Doge, a man who loved grandiose epithets as much as any other king: he was il Serenissimo, not his city, which only became so by extension and association with him. Time and history, though, gave back to Venezia some justice: I don’t think many people outside of Italy – or even in Italy, as a matter of fact – know who the Doge is today, but the whole world certainly knows that Venice is “the most serene.” Funny how, I think, a name the city gained in such a manner mirrors its nature so well: because what’s Venice if not an image of elegant, magnificent serenity? Now, in her heyday she was also known as La Dominante and LaRegina dell’Adriatico, likely to annoy a bit her fiercest rival, Genoa (more on her in a few words), but La Serenissima is really what we still like to call her today.
Genoa, we said: well, Genoa has one of my favorite nicknames, La Superba, the haughty. Unlike Venice with La Serenissima, the Ligurian capital earned her most cherished title because of her own dominance over the western seas and commercial ways, not because it had been given to her ruler. She was powerful, proud and rich: now, haughtiness is usually a pretty common trait of those with such a personality, isn’t it?
Move not too far from Genoa, leaving sapphire blue seas behind your shoulders while welcoming with the eye the maternal embrace of the Alps, and you’ll meet my beloved Torino. Lesser known jewel of Italy’s Crown Treasures, Torino is not only the land of Baroque, but also that of magic and it is, indeed, as la città magica we amicably know her. You see, those with a bit of knowledge of the occult or history of magic, will be fast to explain how Turin is considered one of the vertexes of the world’s triangle of White Magic, along with Lyon and Prague. And of that of Black Magic, along with London and good, old San Francisco, but let’s not think about that, shall we?
To the East, we meet luscious Bologna: known for her university – the oldest in the world – and her food, she’s called La Dotta, the erudite, thanks to the first, and La Grassa, the fat, thanks to the latter. Bologna is also famous for her architecture and, you guessed it, she has nickname for that, too: La Rossa, the red, because of the chromatic schemes of her streets, largely dominated by hues of red.
Pleasure-loving Emilia Romagna is home to another curiously nicknamed city, Ferrara, known as la città delle biciclette because Ferraresi, apparently, have a penchant for cycling everywhere.
In the centre of Italy we have, of course, Firenze, also known as la città dei gigli, the city of lilies. Nothing can better represent her ethereal and elegant beauty than these flowers, but why? Because lilies have been one thing with Firenze for almost 1000 year. The city’s coat of arms – a red lily on a white background – had the colors inverted, once upon a time. It was during the Guelfi vs. Ghibellini affair that they were exchanged, but no one dared touching il giglio fiorentino since. Actually, Napoleon tried to get rid of it in 1811, but he didn’t manage.
It’s curious to think that, in spite of such a long lasting union, no one truly knows why the lily became the symbol of Florence: some believe the lily was chosen because intertwined with the image of the Virgin Mary and Her purity, others date the beginning of the relationship in Roman times, when the lily was symbol of the Spring, others still say the lily is just a way to remember the founder of the city itself, Fiorino (which means little flower in Italian), a Roman praetor. Wherever the truth is, the lily remains Florence’s daintiest symbol.
Time to move South, to the colorful and precious splendor of Napoli. Napoli is not simply and only the city of Vesuvius and pizza. And in spite of what some British newspaper tried to make the world believe, she’s not even the city of crime. Napoli is la città delle 500 cupole, the city with 500 cupolas and you know why? Because Napoli is filled to brim with beautiful churches, monasteries and other religious buildings. The only city with more churches than Naples is, surprise surprise, Rome.
Nicknames, who would have thought to learn more about Italy thanks to them? Truly, this is a country of a million surprises.
New York è la Grande Mela, Chicago è la città ventosa e Los Angeles è, come ci dice il suo stesso nome, la Città degli Angeli. Attraversato l’oceano e arrivati in Italia, naturalmente troverete Roma, la Città Eterna, e Venezia La Serenissima. Le città amano i soprannomi, in tutto il mondo, ma è del gusto italiano per le denominazioni geografiche alternative, ciò di cui oggi chiacchiereremo un po’.
Ebbene, non desta sorpresa che Roma sia chiamata “la Città Eterna”, visto che la sua storia millenaria è testimone e memoria del fatto che Roma è proprio questo, senza tempo. E La Serenissima, la Venezia “più serena”, da dove viene quest’immagine? Ahimè, anche se la uso continuamente quando scrivo della città, al di là del fatto che l’espressione risale ai tempi delle Repubbliche Marinare, non sapevo nulla della sua origine.
Cominciamo da Venezia, allora. Quando governava sui mari e le terre dell’Est, la meravigliosa Venezia era governata dal Doge, un uomo che amava grandi epiteti come tutti gli altri re: lui era il Serenissimo, non la sua città, che tale divenne solo per estensione e associazione a lui. Il tempo e la storia, però, hanno restituito a Venezia una certa giustizia: non credo che molte persone al di fuori dell’Italia, o anche in Italia, in realtà, sappiano oggi chi fosse il Doge, ma il mondo intero sa certamente che Venezia è “la Serenissima”.
Penso sia curioso che un nome che la città ha guadagnato in tal modo rispecchi così bene la sua natura: perché cosa è Venezia, se non l’immagine di una elegante, magnificente serenità? Ora, nel suo periodo d’oro, Venezia era anche conosciuta come La Dominante e La Regina dell’Adriatico, probabilmente per infastidire un po’ la sua più fiera rivale, Genova (in poche parole, era qualcosa in più rispetto ad essa), ma Serenissima è proprio il modo in cui ancora oggi ci piace chiamarla.
Genova, abbiamo detto: beh, Genova ha uno dei miei soprannomi preferiti, La Superba, l’arrogante. A differenza di Venezia con La Serenissima, la capitale ligure ha guadagnato il suo titolo più caro a causa del suo dominio sui mari occidentali e le rotte commerciali, non perché questo titolo era stato dato al suo governatore. Era potente, orgogliosa e ricca: ora, l’arroganza è di solito un tratto abbastanza comune in coloro che hanno una tale personalità, vero?
Spostandosi non troppo lontano da Genova, lasciandosi alle spalle i mari blu zaffiro mentre visivamente si dà il benvenuto all’abbraccio materno delle Alpi, incontrerete la mia cara Torino. Gioiello meno noto dei tesori della Corona d’Italia, Torino non è solo la terra del barocco, ma anche quello della magia e in realtà è come la città magica che la conosciamo amichevolmente. Vedete, quanti hanno un po’ di conoscenza dell’occulto o della storia della magia, saranno veloci a spiegare come Torino è considerata uno dei vertici del triangolo mondiale della Magia Bianca, insieme a Lione e Praga. E di quello della Magia Nera, insieme a Londra e la buona vecchia San Francisco, ma non pensiamo a questo, vero?
A oriente, incontriamo la sensuale Bologna: conosciuta per la sua università – la più antica del mondo – e il suo cibo, è chiamata La Dotta, l’erudita, grazie alla prima, e La Grassa, grazie al secondo. Bologna è famosa anche per la sua architettura e, avete indovinato, ha un soprannome anche per questo: La Rossa, a causa degli schemi cromatici delle sue strade, in gran parte dominati dai toni del rosso.
L’Emilia Romagna che ama il piacere è la terra di un’altra città soprannominata in modo curioso, Ferrara, conosciuta come la città delle biciclette, perché i Ferraresi, apparentemente, hanno la tendenza ad andare in bicicletta ovunque.
Nel Centro Italia abbiamo, naturalmente, Firenze, conosciuta anche come la città dei gigli. Niente può meglio rappresentare la sua bellezza eterea ed elegante di questi fiori, ma perché? Perché i gigli sono stati una cosa sola con Firenze per quasi 1000 anni. Lo stemma della città – un giglio rosso su sfondo bianco – un tempo, aveva i colori invertiti. Fu durante la vicenda Guelfi vs Ghibellini che furono scambiati, ma fin da allora nessuno osò toccare il giglio fiorentino. In realtà, Napoleone cercò di liberarsene nel 1811, ma non ci riuscì.
È curioso pensare che, nonostante un’unione così duratura, nessuno sappia veramente perché il giglio è diventato il simbolo di Firenze: alcuni credono che il giglio sia stato scelto perché legato all’immagine della Vergine Maria e alla sua purezza, altri legano l’inizio del rapporto in epoca romana, quando il giglio era il simbolo della primavera, altri dicono ancora che il giglio è solo un modo per ricordare il fondatore della città stessa, Fiorino (che significa piccolo fiore in italiano), un pretore romano. Qualunque sia la verità, il giglio resta il simbolo più delicato di Firenze.
E’ tempo di muoversi verso sud, verso il colorato e prezioso splendore di Napoli. Napoli non è semplicemente e solo la città del Vesuvio e della pizza. E, nonostante ciò che un giornale britannico ha cercato di far credere al mondo, non è nemmeno la città del crimine. Napoli è la città delle 500 cupole, e sapete perché? Perché Napoli è piena fino all’orlo di bellissime chiese, di monasteri e di altri edifici religiosi. L’unica città con più chiese di Napoli è, sorpresa sorpresa, Roma.
Soprannomi. Chi avrebbe pensato di saperne di più dell’Italia grazie a loro? Davvero, questo è il paese dalle mille sorprese.
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