La settima arte illumina l’antica Repubblica Marinara. Film di sostanza. Riflessioni, lacrime e risate. Generi differenti. Donne e fede, grandi protagonisti. Red carpet preso d’assalto dai fan già alle prime ore del mattino. Sull’isola del Lido di Venezia si è svolta la 73° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica. Una dieci giorni scandita da un caldo estivo, iniziata con i sogni hollywoodiani di La La Land e conclusa con il fuoco tonante delle pistole dei Magnificient Seven.
Com’è un po’ nella tradizione del festival, anche quest’anno non sono mancate sorprese durante l’assegnazione dei premi, a cominciare proprio dal più ambito, il Leone d’oro, andato al regista filippino Lav Diaz per il film “The Woman Who Left”. Plaudito senza obiezioni, il Leone d’argento – Gran Premio della Giuria, consegnato a Tom Ford per il drammatico “Nocturnal Animals”, con protagonisti Amy Adams, Jake Gyllenhall e soprattutto un grandioso Michael Shannon, a cui andrebbe già consegnato l’Oscar per il Miglior attore non protagonista.
Altro grosso premio finito oltreoceano, la Coppa Volpi per la Miglior attrice, vinta da Emma Stone per la sua performance nel musical “La La Land” (di Damien Chazelle). Il corrispettivo premio maschile invece se l’è aggiudicato Oscar Martinez (El Ciudadano Ilustre, di Mariano Cohn e Gaston Duprat).
Se il premio per la Miglior sceneggiatura ha avuto un solo vincitore, Noah Oppenheim per lo script di “Jackie”, opera a metà strada tra fantasia e realtà ma capace di esaltare e deludere allo stesso tempo, sono stati due i Leoni d’argento per la Miglior regia: Andrei Konchalovsky (Paradise) e Amat Esclalante (La region salvaje). Premio Speciale della Giuria infine per Ana Lily Amirpour (The Bad Batch) e Premio Marcello Mastroianni a Paula Beer (Frantz, di Francois Ozon).
Con la sola eccezione di “Liberami”, di Federica Di Giacomo, Miglior film della sezione Orizzonti, il resto del cinema nostrano è rimasto a bocca asciutta a cominciare dal documentario “Spira Mirabilis” di Massimo D’Anolfi e Martina Parenti.
Stesso destino per il divertente “Piuma” di Roan Johnson, storia di due maturandi alle prese con una inaspettata quanto precoce gravidanza, e il poetico “Questi giorni” di Giuseppe Piccioni, road movie femminile con tappe obbligate tra strade a senso unico, nuove emozioni e difficoltà da affrontare con forza e amicizia. Nessuna menzione neanche per l’ottimo e doloroso “On the Milky Road”, di Emir Kusturica, con protagonista Monica Bellucci in un delle sue migliori interpretazioni.
Tra le pellicole della sezione “Fuori concorso” ad aver lasciato il segno, la copertina è tutta per due grandi registi: Mel Gibson e Paolo Sorrentino. In “Hacksaw Ridge” l’ex-Braveheart ha portato sul grande schermo la storia del soldato Desmond Doss (Andrew Garfield), desideroso di arruolarsi nell’esercito come medico ma del tutto renitente a impugnare le armi. Pur rischiando di finire sotto corte marziale, raggiungerà il suo obiettivo, prestando soccorso nella battaglia di Okinawa dove si distinguerà per eroismo e per questo sarà il primo obiettore di coscienza a ricevere la medaglia d’onore.
Di tutt’altro genere l’opera di Sorrentino che qui a Venezia ha presentato le prime due puntate della serie televisiva “The Young Pope” con uno straordinario Jude Law a interpretare il primo papa americano, tra contraddizioni, smanie di comando e un esasperato egocentrismo.
Delusione invece per la seconda opera di Kim Rossi Stuart, “Tommaso”. Al centro della scena, il tipico quarantenne problematico e bloccato sentimentalmente che dopo aver spezzato il cuore di una fidanzata dopo l’altra (Jasmine Trinca e Cristiana Capotondi), si butta tra le braccia della più tipica delle Lolita nostrane.
Restando in tema di opere a parte (sez. Film in giardino), “L’estate addosso” di Gabriele Muccino ha raccolto ottimi consensi. Storia semplice e in qualche modo appartenente al vissuto di ciascuno di noi. Incroci umani e cammini che si fondono per poi dividersi in quella che è la più breve ed estrema delle stagioni. Cast giovanile e una leggerezza che lascia briciole umano-stellate cui puntare lo sguardo (e il cuore) quando la notte si fa/farà troppo oscura.
Poco apprezzato da stampa e pubblico, “The Light between Oceans” di Derek Cianfrance, in concorso, con protagonisti un Michael Fassbender a tratti Macbethiano e la premio Oscar Alicia Vikander, sua compagna anche nella vita. Una storia difficile e tragica dove il desiderio fallito di maternità porterà un uomo di valore e ligio alle regole a calcare impensabili sabbie mobili in nome dell’amore.
Un pensiero va infine alla prossima edizione degli Oscar.
Nelle ultime due edizioni l’opera scelta come Miglior film è stata presentata proprio a Venezia: “Birdman” e “Il caso Spotlight”. Se tra le opere portate in laguna quest’anno dal direttore Alberto Barbera ci sia anche il futuro Academyzzato, lo scopriremo tra pochi mesi.