Dopo quattro anni e ben nove sconfitte consecutive tra campionato e Coppa Italia, il Milan ha battuto la Juventus e si è portato a -2 punti dai bianconeri, mantenendo un sorprendente secondo posto in classifica. 
 
LA PARTITA – Milan-Juventus non è stata altamente spettacolare, ma è certamente risultato un match intenso. I bianconeri hanno cercato – con la loro forza fisica e la loro tecnica – di spaventare il giovane Milan di Montella che però, dopo aver ‘tenuto botta’ senza rischiare molto, è riuscito a fare sua la partita, sfruttando una grande giocata del ‘baby’ Locatelli. Pesa sul risultato un abbaglio della terna arbitrale, che ha annullato ingiustamente un rocambolesco gol di Pjanic (al 25′ del primo tempo con i rossoneri già in vantaggio con la rete di Nocerino), ma il risultato sembra essere il giusto specchio del momento che attraversano le due squadre. 
 
JUVENTUS, CORAZZATA CON FALLE – I Bianconeri sono la squadra più forte della Serie A. Lo dicono gli ultimi 5 anni e il volume degli affari conclusi in estate. Ultimamente, però, la Juventus fa fatica: le vittorie con Palermo, Empoli e (in Champions League) Lione sono state centrate facendo il minimo e beneficiando di non poca fortuna. È come se i Bianconeri – fidandosi eccessivamente della propria forza e delle loro consuete vittorie ‘per inerzia’ – si siano ‘seduti’.
 
Dal punto di vista del gioco, invece, è evidente come la Juventus patisca un centrocampo non più dominante come in passato. Gli acciacchi di Marchisio, le difficoltà nell’inserimento di Dani Alves (che sembra ‘sazio’) e l’assenza di Pogba si stanno sentendo oltremodo. Lo stesso Higuain, per forza di cose, non può essere un catalizzatore di palloni come era a Napoli e, per quanto sia sempre pericoloso, non segna più con la stessa facilità dello scorso anno. 
 
Anche la sovrabbondanza di giocatori – soprattutto offensivi – rischia adesso di diventare un rischio: i grandi nomi che partono dalla panchina, quando si vince, non hanno modo di lamentarsi. Ma quando i risultati cominciano a scarseggiare, i malumori si palesano. Adesso deve essere bravissimo Allegri. 
 
MILAN, SULLE ‘ALI ‘DELL’ENTUSIASMO – La ricostruzione del Milan operata da Montella si è basata sulla volontà di giocare un calcio offensivo, di possesso palla. Elementi chiave, in questa metamorfosi, sono state le ali, chiamate al salto di qualità: Suso e Niang sono oggi fondamentali. Al contempo, la fiducia concessa a Paletta ha letteralmente blindato la difesa, consentendo anche a Romagnoli di riprendere a crescere. 
 
Quello che più impressiona dei rossoneri – a livello mentale – è l’entusiasmo ritrovato: una squadra giovanissima, piena di Italiani, che, scrollatasi di dosso le incertezze dell’avvio e il peso della maglia, gioca con disinvoltura, applicando alla perfezione i dettami dell’allenatore. 
Locatelli è l’emblema di questo trend positivo. 
 
Se cresceranno in malizia e consapevolezza dei propri mezzi, i Rossoneri potranno affrontare con maggior efficacia anche gli scontri con le ‘grandi’: in questo modo potrebbero davvero dire la loro fino a fine stagione. 
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