Arlecchino e Batman vogano senza tregua. Aragoste e pantegane (una sola, ma gigante) di cartapesta solcano le acque della laguna.
Nell’antica Repubblica Marinara il carnevale è un momento speciale all’insegna della tradizione e creatività artistica. Non potrebbe essere altrimenti. Da qualche anno poi, il popolo verace è tornato a infondere il proprio tocco alla città, facendo sentire la propria “variopinta” presenza oltre ai classici appuntamenti del volo della colombina e ai sontuosi spettacoli di piazza San Marco.
Il freddo è pungente in questo periodo dell’anno ma non fa differenza. Il carnevale deve essere vissuto soprattutto on the road, e per cominciare alla grande la nuova edizione, nulla di più simbolico “da queste parti” di una vogata collettiva con protagoniste le società remiere della città. Niente colori di riconoscimento questa volta, ma tutti rigorosamente in maschera.
Scampata la minaccia dell’acqua alta e con qualche goccerellina di pioggia rientrata presto nei ranghi, la prima domenica de “La festa più golosa del mondo”, così com’è stato ribattezzato il Carnevale di Venezia 2015, ha visto scendere in acqua un’autentica flotta di mascarete, pupparini, sandoli e le altre tipiche imbarcazioni lagunari, per un totale di quasi 500 vogatori, accompagnati alla partenza dalle note del pianista padovano Paolo Zanarella che ha eseguito una performance “svolazzando” sopra il Canal Grande.
I vogatori mascherati sono poi partiti da Punta della Dogana, a due passi da piazza San Marco, arrivando fino alla chiesa di San Marcuola e lì, invece di proseguire per la stazione S. Lucia, hanno virato a destra nel canale di Cannaregio per una “Vogalonghesca” passerella con tanto di classica alzata di remi.
Ospite d’onore, un gigantesco ratto baffuto. Un tempo fatto scivolare (svolare) nel suddetto canale, oggi trasportato come fosse un doge in trionfo. E in effetti gli occhi della gente sono tutti per lui. Dagli altoparlanti gli organizzatori non fanno che parlare di una sorpresa.
Passano i minuti e una volta che le barche hanno preso possesso dello spazio acqueo, ecco che dal fondoschiena dell’animale partono fumogeni colorati per dare il segnale che la festa è ufficialmente cominciata, tra coriandoli (lanciati anche dai palazzi e case limitrofe) e “assalto” agli stand caserecci dove i molti esercenti locali hanno messo a disposizione la loro “arte” totalmente gratuita.
Si comincia dai piatti senza stagione come la celeberrima pasta e fasoi (fagioli), bigoi in salsa e pure un gustoso pasticcio di melanzane. Ad allietare la già gioviale atmosfera, un “goccio” di vino è l’ideale per scaldarsi l’anima e stringersi accanto alla propria dolce metà.
Partecipare però al carnevale dell’antica Repubblica Marinara senza un’immersione nella dolcezza di galani e frittelle, sarebbe un imperdonabile peccato “anti-gola”, in particolare le fritoe, capaci di spaziare dalle classiche “veneziane” con la sola pastella, uvetta e pinoli, alle colleghe ripiene di crema o zabaione.
Sebbene il viavai non sia lontanamente paragonabile alle fiumana del martedì grasso, le presenze lasciano il segno. Soprattutto lungo le porzioni di fondamenta tra il ponte dei Tre Archi e il ponte delle Guglie è un viavai incessante di veneziani e turisti. Impossibile trovare uno dei presenti senza un piatto o un bicchiere. Inutile resistere alla tentazione, dolce, salata o alcolica che sia. Sia fatta la volontà golosa del Carnevale di Venezia.