Le persone che hanno vissuto durante la Seconda Guerra Mondiale ricordano le gloriose avventure dei Mas. Questa sigla, o acronimo, diversi decenni fa stava a significare “Motobarca Armata Svan”. Svan era un cantiere navale di Venezia che durante la Prima Guerra Mondiale costruiva sommergibili. Nel secondo decennio dello scorso secolo i Mas erano armati di un cannone da 57 mm, 3 mitragliatori e una dozzina di bombe anti-sommergibile. Successivamente il cannone ed i mitragliatori vennero sostituiti da due siluri per ogni imbarcazione.
 
L’11 febbraio 1918, verso la fine della Prima Guerra Mondiale una squadriglia di tre Mas, con a bordo Gabriele D’Annunzio e Costanzo Ciano, entrò a sostenuta velocità nella baia di Buccari e lanciò i siluri senza grande successo. A quel tempo la baia di Buccari era considerata dalla Marina austriaca “assolutamente inviolabile”. Questa azione, per quanto non riuscì a infliggere danni sostanziali alle navi ancorate nel porto, è ricordata nella storia come “La beffa di Buccari” perchè l’aver comunque penetrato le protezioni del porto austriaco fu di per se stessa considerata un’impresa ammirevole. 
 
Fin dall’inizio della Seconda Guerra Mondiale il porto di Augusta, in Sicilia, acquistò grande importanza per lo sviluppo e per l’attività dei nuovi mezzi d’assalto della Marina Militare italiana, che, oltre ai Mas, comprendeva speciali mine subacque disegnate per affondare le grandi corazzate della Marina inglese, le quali spesso usavano il porto di Malta sfruttando la posizione dell’isola al centro del Mediterraneo. Pertanto Malta era divenuta per l’Inghilterra una base navale di grande importanza strategica.
 
Oltre al Mas, al quale venne dato il nuovo nome di Motoscafo Anti Sommergibile, la base di Augusta acquistò fama per il perfezionamento di una nuova arma chiamata “Mignatta” che venne  usata inizialmente negli ultimi mesi della Prima Guerra Mondiale. 
Quest’arma chiamata anche “il siluro umano” non era altro che una specie di siluro con la testata esplosiva guidato da due marinai propriamente addestrati, di solito un ufficiale ed un sottufficiale. La parte anteriore di detto siluro era composta di un campo magnetico che permetteva al guidatore di attaccare l’esplosivo del siluro alla chiglia della nave nemica. Fu proprio con uno di questi nuovi mezzi d’assalto che negli ultimi giorni della Prima Guerra Mondiale il marinaio siciliano Luigi Rizzo affondò nel porto di Pola la corazzata “Viribus Unitis”, nave ammiraglia, orgoglio della flotta austriaca.
 
Nell’estate del 1940 una squadriglia di Mas affondò nei pressi dell’isola di Creta l’incrociatore inglese “Hms York”. 
 
Nei primi mesi del 1941 Valerio Borghese assunse il commando della prima squadriglia che venne chiamata la “Decima Mas” (X-Mas) che combattè con grande valore anche durante il periodo della Repubblica Sociale Italiana (1943-44). Solo durante gli ultimi mesi della guerra la “Decima Mas” acquistò una brutta reputazione quando le sue truppe, formate usualmente da giovani volontari, vennero usate sulle montagne degli Appennini per azioni armate contro i partigiani che combattevano i tedeschi. 
 
All’alba del 7 dicembre 1941 nel porto di Alessandria, un Mas fornito di “Mignatta” danneggiò seriamente le due navi da battaglia inglesi “Hms Queen Elizabeth” e “Hms Valiant” oltre ad una petroliera ancorata nel porto. Le due navi suddette non furono più usate durante la guerra a causa dei danni subiti durante l’attacco dei Mas.
Lo stesso Churchill affermò: “Con la perdita delle navi affondate, l’Inghilterra ha perso la supremazia della flotta nel Mediterraneo; prepariamoci a subirne le conseguenze”.
 
Grazie al valore e all’eroismo degli ufficiali della Marina italiana, quali Valerio Borghese, i Mas italiani seminarono il terrore tra le flotte del Mediterraneo ma anche il rispetto e l’ammirazione della Marina Inglese. 
 
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