Kansas City, Missouri, sede dei Royals, una delle squadre professionistiche della Major League di baseball. Un club che vive un momento di oggettiva decadenza, non essendo più riuscito a qualificarsi, da diversi anni, ai play-offs che assegnano il titolo.
Ha agito in prospettiva, il club del Missouri, dragando i mercati europei a caccia di giovanissimi prospetti che potessero almeno provare a invertire la tendenza. Così, dal Friuli, è emersa la candidatura di un giovane (e bravo) intermedio italiano. Papà friulano, mamma giamaicana, ecco Marten Gasparini, sedici anni, la lingua inglese masticata senza titubanze: gli servirà oltrepassando l’Atlantico, vestendo la casacca dei Royals. Gli osservatori di Kansas City, nel corso degli ultimi mesi, hanno stilato su di lui relazioni entusiastiche. Interbase, uno dei ruoli-chiave di ogni “diamante”. Classe, colpi, intuizioni. Precisione, lucidità. Sedici anni solo per l’anagrafe: Marten sembra uno di quei ragazzi nati grandi.
Il suo trasferimento dal Cervignano Baseball, dove si esibiva, ai Royals non è stato economicamente uno scherzo: il ragazzo percepirà un milione e trecentomila dollari. Ingaggio meritato, hanno fatto filtrare dalla società: Gasparini, soppesando decine di relazioni piombate sul tavolo dei dirigenti da ogni angolo d’Europa, è uno dei “prospetti” di maggiore qualità. Serviva un investimento forte per metterlo sotto contratto: e così è stato.
Si suggella così la favola di Gasparini: arrivare nella Major League americana, nello stesso tempio che applaudì per anni Derek Jeter, storico capitano degli Yankees, idolo incontrastato del ragazzo che, detto per inciso, ama il baseball più di ogni altra cosa, avendo anche accettato di lasciare la famiglia, due anni fa, per vivere all’Accademia di Tirrenia, tra Pisa e Livorno, nella casa del baseball azzurro, dove le giovani promesse cercano la loro consacrazione.
Un pacchetto completo, un’offerta irrinunciabile: saranno i Royals, infatti, a caricarsi le spese per ottenere il diploma di High School. Una bellissima favola, la testimonianza che il “made in Italy” tira ancora, nonostante il momento complicato, le speranze dei giovani che evaporano per il lavoro che non c’è e le scarse prospettive professionali.
Un contratto milionario, una nuova vita: Marten ha deciso di prendere tutto di petto, coronando i suoi sogni. Come, prima di lui, negli anni Cinquanta, aveva fatto Giulio Glorioso, il più forte giocatore di baseball italiano, pilastro della Lazio. Oppure, in tempi recentissimi, Liddi, uno che, con i fatti, sta sfondando.
Cos’è piaciuto di Marten alla franchigia del Missouri? “La mia velocità, anche di pensiero”, ha spiegato il ragazzo che sente di non poter sbagliare. Perché negli Usa è cosi: la fiducia si concede ma, se non viene ripagata compiutamente, viene immediatamente ritirata. Occasione unica: molti, prima di lui, si erano mestamente fermati nelle Leghe minori. Vai Marten, bandiera dell’ “Italian-style”.