Si spegne la donna ma l’attrice Mariangela Melato continua a brillare, vera stella del teatro e del cinema italiano

L’Italia in questi giorni, piange la scomparsa di una vera stella del teatro e del cinema italiano, Mariangela Melato, spentasi venerdì 11 gennaio, a 71 anni, dopo aver lottato con forza contro il cancro. L’attrice abbandona in silenzio il mondo e in particolare un Paese che non potrà fare a meno di continuare ad adorarla e idolatrarla.

Mariangela Melato era prima di tutto una donna dalla personalità spiccatissima, forte come lo erano le donne del passato, sempre positiva, e interessata al mondo che la circondava. Una donna e un’interprete indimenticabile, in grado di convincere tutti, recitando sia in ruoli leggeri che tragici: celebre è la sua interpretazione di Medea a teatro. Il suo volto, pur non rispecchiando i tipici canoni della bellezza femminile, era straordinario e il suo sorriso, illuminante; la voce, poi, con cui lavorava ogni giorno, era profondissima e la sua gestualità misurata e potente al contempo. 
 
Nasceva a Milano nel 1941, figlia di un vigile urbano e di una sarta, non fu dunque facile per l’attrice, seguire il suo sogno, ma lei, a quanto pare, non conosceva nemmeno il significato del termine arrendersi. Da giovanissima studiò pittura all’Accademia di Brera, disegnando manifesti e lavorando come vetrinista a La Rinascente per pagarsi i corsi di recitazione di Esperia Sperani.
  La Melato con Giancarlo Giannini in “Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto” che la fece amare dal grande pubblico

  La Melato con Giancarlo Giannini in “Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto” che la fece amare dal grande pubblico

 
Nel 1960, non ancora ventenne, entrò nella compagnia di Fantasio Piccoli, esordendo come attrice in “Binario cieco” di Carlo Terron, rappresentato al Teatro Stabile di Bolzano. Dal 1963 al 1965 lavorò con il Premio Nobel Dario Fo in “Settimo: ruba un po’ meno” e “La colpa è sempre del diavolo”. Nel 1966 fu ingaggiata dallo Stabile di Trieste e nel 1967 lavorò con Luchino Visconti ne “La monaca di Monza”. Nel 1968 arrivò la sua affermazione definitiva ne “l’Orlando furioso” di Luca Ronconi. 
 
Grazie al teatro e alla sua esperienza maturata sul campo, il cinema la scopre e Pupi Avati, prima degli altri, la recluta in “Thomas e gli indemoniati” nel 1969, data che segna l’inizio di tanti altri ingaggi. Tra gli altri, vogliamo citare: “Per grazia ricevuta” di Nino Manfredi, “La classe operaia va in paradiso” di Elio Petri, “Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto” di Lina Wertmuller, “La poliziotta di Steno” e “Caro Michele” di Mario Monicelli e a fine anni Settanta “Casotto” di Sergio Citti. 
 
Alternando film drammatici, commedie, e messe in scena a teatro, Mariangela Melato, entra pian piano nel cuore degli italiani, e iniziano i paragoni, con attrici del calibro di Claudia Cardinale e Monica Vitti. 
Cinema e teatro, teatro e cinema, i suoi due più grandi amori, ma senza dubbio, la sua prima e necessaria passione era il teatro: la cura quasi maniacale con cui preparava i personaggi, determinava la sua cifra stilistica; un’ interprete unica, che ogni regista vorrebbe avere al suo fianco. 
 
Dal 1993 è stata legata al Teatro Stabile di Genova, per cui ha messo in scena, tra gli altri, “Un tram che si chiama desiderio” e “L’affare Makropulos”, con Ronconi. La sua performance più recente è stata anche una tra le più popolari, e risale proprio a pochi giorni fa, a Capodanno, quando su Rai Uno era stata ritrasmessa la sua “Filumena Marturano”, a fianco di Massimo Ranieri: una trasposizione televisiva del capolavoro di Eduardo De Filippo, girata proprio per il piccolo schermo nel 2010. Una Filumena unica, che va al di là delle categorie di spazio e tempo: proprio come il suo talento inarrivabile.
 
“Mi considero un’attrice nel senso antico della parola – di-chiarò in un’intervista, all’indomani del successo di “Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto” – e un’attrice deve poter fare tutto, teatro, cinema, tv. E deve far piangere o ridere il pubblico, usando in modo diverso sempre i soliti ingredienti: la faccia, gli occhi, la bocca, il corpo. Senza troppi travestimenti”.  
 
I funerali si sono tenuti a Roma sabato 12 gennaio alle ore 15, presso la Chiesa degli Artisti in Piazza del Popolo, dove familiari, artisti, e fan hanno potuto ricordare la sua bravura, personalità e il suo indimenticabile sorriso. 
 

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