Emanuela Cortesi è una sensibile interprete della musica italiana. La sua carriera è iniziata molto presto, con la partecipazione al Festival di Sanremo del 1974. Una carriera fulminante per quegli anni, ma qualcosa non andò per il verso giusto ed Emanuela abbandonò la musica leggera per ritornare nell’anonimato. Alla base di questa decisione ci fu l’insoddisfazione per il repertorio che le fu messo a disposizione.
Questo sembra il racconto della fine prematura di una brillante carriera, così come tante altre, ma il suo passaggio per le scene musicali non fu dimenticato e circa dieci anni dopo, Marcella la volle come corista nei suoi concerti.
Da quel momento la Cortesi iniziò a lavorare come vocalist con Eros Ramazzotti, Lucio Dalla, Gianni Morandi, Mina, Laura Pausini, Adriano Celentano, Andrea Mingardi, Riccardo Fogli, Ornella Vanoni, Mango e tanti altri.
Nel 1995 ha collaborato con la Disney interpretando il brano “Se tu non ci fossi”, per il film d’animazione Pocahontas duettando con Massimo di Cataldo.
Successivamente ha prestato la voce al personaggio di Calliope in Hercules e nel 1999 ha doppiato la voce cantante di Jessie in Toy Story 2. Nel 1998 viene invitata al Pavarotti & Friends per duettare con Eros nel brano Se bastasse una canzone.
Nel febbraio 2012 la Cortese era con Lucio Dalla, durante il suo ultimo concerto a Montreux in Svizzera.
Quanto è importante la presenza del coro nella musica italiana?
Sono convinta che quando un coro riesce a valorizzare una canzone, ci debba assolutamente essere. Il coro è l’espressione della gente, di tante voci chiamate per vitalizzare una situazione, un momento statico, un pensiero comune. Il coro è un’espressione dell’anima.
Qual è la sua esperienza di lavoro con Mina?
Lavorare con Mina è estremamente semplice, ma è anche molto impegnativo. La semplicità deriva dalla consapevolezza delle potenzialità e di cosa si possa realizzare insieme a lei, suo figlio Massimiliano e agli altri colleghi. Forti di questa consapevolezza si lavora con un entusiasmo e una disponibilità completa, perché si capisce che alla fine il risultato sarà eccellente. Detto questo, l’impegno sta nella concentrazione, nel proporre soluzioni alternative per sottolineare una frase o commentare un intervento musicale, cercando di non essere soltanto passivi esecutori. Le condizioni di lavoro che si creano con Mina e Max, consentono di esprimersi al meglio e di sentirsi sempre gratificati. Lei e suo figlio sono due delle persone più intelligenti e vere, che io abbia mai conosciuto nell’ambiente musicale.
I tour mondiali con Eros Ramazzotti e Laura Pausini, l’hanno portata in giro per il mondo, cosa può raccontarci di queste esperienze?
L’esperienza di un tour mondiale ti apre il cuore e la mente, ma naturalmente dipende da come l’affronti. Prima di tutto ci sono le canzoni da imparare in lingue diverse, quindi si deve mettere in conto il lavoro sulle sonorità vocali. La scaletta va ripensata, si possono aggiungere o togliere dei brani che in Italia sono stati per mesi in classifica o che sono passati inosservati. Gli stadi, i palazzetti, gli auditorium e comunque qualsiasi “contenitore”, si riempie di gente fantastica, che ti accoglie con grande entusiasmo. La mia esperienza con Eros negli Usa e in Sud America è stata indimenticabile. All’estero apprendi usanze e culture diverse, impari ad apprezzarne le differenze e torni più ricco. Lon-tano dall’Italia ti senti più libero, hai voglia di integrarti con gli altri, di capire la loro vita e di conoscere la loro storia.
Ha dei bei ricordi delle esibizioni negli Stati Uniti?
Ho cantato con Laura Pausini, Mango e Ramazzotti a Los Angeles, Miami, New York, Dallas, Atlantic City, Montreal e Toronto. Saremmo andati anche con Lucio Dalla in America, ma purtroppo ci siamo fermati in Europa…
Ricordo che con Eros siamo stati fra i primi a cantare al Radio City Music Hall di New York. Dei tanti concerti, tra cui quelli di Los Angeles, ho ricordi indelebili di musica, passione e gioia di cantare per tutte quelle persone che avevano imparato le parole delle canzoni, senza comprenderne completamente il
significato, solo perché attratti dalla melodia italiana e dalla vocalità degli interpreti.
Ricordo tanti sguardi, pupazzi di peluche, lettere, articoli, fotografie, braccialetti e collanine, questo è il beneficio più grande, al di là delle canzoni, di questi legami forti, indelebili… incastonati nel mio cuore come preziosi diamanti. L’amicizia che mi lega ancora oggi a queste persone è pura come gli occhi di un bambino.
Ha cantato con Lucio Dalla, durante la sua ultima esibizione a Montreux. Che ricordo le ha lasciato?
Lucio ha riempito di ricordi meravigliosi due anni della mia vita e ora mi manca moltissimo, mi ha inondata di complimenti, d’ironia, di leggerezza. Mi ha fatto riflettere, mi ha regalato l’incontro con il mio compagno, ma con la stessa leggerezza con la quale ha vissuto, l’ho visto andarsene. Qualche volta guardo le fotografie di quel tour appena iniziato e finito dopo soli tre giorni e mi sembra tutto ancora irreale.