Dopo un tranquillo ristoro notturno all’ombra della chiesa di San Giustino, patrono della città di Chieti (o in alternativa una notte passata in riva all’Adriatico, magari sul lungomare di Francavilla al Mare, dopo aver fatto una puntatina al Museo Michetti che accoglie, tra gli altri, artisti dell’epoca dannunziana come Michetti, Celommi, Michele, Andrea e Gioacchino Cascella), è tempo di avviare i motori e di dirigere il camper verso le propaggini della Maiella.
Arrivati a Scafa, vale la pena fare la prima sosta nella Riserva Naturale delle sorgenti sulfuree del Lavino, in frazione di De Contra di Scafa. Siamo già entrati nel territorio del Parco Nazionale della Maiella e le polle sorgive e i laghetti del parco sono caratterizzati da un intenso colore azzurro-turchese, dall’odore proprio dell’acqua sulfurea.
L’area protetta, di circa 40 ettari ricoperta di salici, pioppi e ontani, ospita numerose specie animali, soprattutto volpi e mustelidi, rettili, anfibi e uccelli. Ripresa la marcia, si arriva a pochi chilometri nel comune di San Valentino, che si offre ai visitatori con i suoi insediamenti preistorici (Grotte Terrazzo, Grotta Riparo e Grotta del Buco Maledetto) e il Museo dei Fossili e delle Ambre.
Continuando a salire, su una comoda strada che offre straordinarie viste sulla Valpescara, si arriva a un bivio che conduce ad Abbateggio e Roccamorice. Ma soprattutto permette di raggiungere la Valle Giumentina, da poco consacrata a Ecomuseo Paleolitico, con i suoi numerosi reperti archeologici e vari Tholos (capanne usate da pastori per ripararsi dal freddo e dal caldo). Sono questi i tratti di strada che più di altri permettono di godere il piacere della casa su ruota.
Basta accostare il camper su un lato della strada per immergersi in una natura ricca di odori e colori mediterranei. Farro e grano saraceno, in queste zone vengono ancora coltivate da giovani imprenditori agricoli decisi a recuperare le proprie radici e la bio-agricoltura rappresenta un ambito riconoscimento per chi ha deciso di rimanere sul territorio piuttosto che emigrare nella vicina e commerciale Pescara.
A pochi chilometri di auto, si arriva nel paese di Roccamorice, con il suo tessuto urbano di case diposte e schiera lungo strade molto strette. Meglio lasciare il camper poco fuori dal centro storico per ammirare a piedi il borgo del XII secolo, già feudo dei Valignani. Nel territorio di Roccamorice si trovano due tra i più famosi e suggestivi eremi d’Abruzzo: l’eremo di S. Spirito, probabilmente sorto prima dell’anno Mille, circondato dallo spettacolare scenario naturale dei monti della Majella, e l’eremo di San Bartolomeo in Legio (XIII sec.), mimetizzato nella parete a strapiombo del vallone di S. Spirito. Entrambi gli eremi furono dimora, nel XIII sec., dell’umile eremita Pietro da Morrone, che divenne Papa con il nome di Celestino V.
Dopo aver raggiunto a piedi i suggestivi luoghi di culto sarà difficile risalire sul camper e ripartire, ma la nuova meta merita questo sforzo. Riprendendo la stata provinciale e continuando a salire verso Caramanico si arriva dopo pochi minuti a un nuovo bivio che questa volta conduce a Salle, paese che da secoli fa rima con le corde musicali. Da questo borgo, praticamente raso al suolo dal terremoto del 1915 e ricostruito più a valle con modeste pretese architettoniche e l’impianto urbanista squadrato tipico delle progettazioni di epoca fascista. Attraversato dal fiume Orta, il paese si raggiunge superando uno spettacolare ponte che attraversa un vero e proprio canyon. La sosta è d’obbligo e se si è fortunati, è possibile assistere anche a qualche tuffo in jumping.
Posto nella riserva regionale Valle dell’Orta, il borgo antico si presenta con i resti disfatti del nucleo storico, cui sopravvive però il Castello della famiglia “de Genua” i quali ereditarono un manufatto anteriore all’XI secolo. Considerato monumento nazionale italiano, il castello ospita la chiesa del Beato Roberto da Salle e diversi cimeli medievali. Una capatina sulla torre permette di spaziare lo sguardo sulla stupenda valle dell’Orta, lungo il cui corso è posta la cascata della Cisterna, vera e propria chicca orografica da raggiungere con un pizzico di spirito avventuroso una volta giunti nel vicino paese di Bolognano.
Il paese si raccoglie intorno al cinquecentesco Palazzo Baronale e a poche centinaia di metri si offre con la preistorica “Grotta dei Piccioni”, uno dei siti archeologici più importanti della regione. Dopo una corroborante sosta un bagno nelle fresche acque dell’Orta, si riprende la marcia, il percorso automobilistico per raggiungere l’ultima tappa dell’itinerario dedicato alla scoperta della Maiella: Caramanico.
Il paese diede i natali a Silvino Olivieri, patriota risorgimentale ed eroe dell’Argentina, e deve il suo nome al monaco francese Caro, consanguineo dell’imperatore Ludovico II (Caro Monaco: Caramanico). Costruito sulle basi di un insediamento strategico di soldati longobardi chiamato “Arimannia”, il paese oggi è sede di una centenaria stazione termale di acque sulfuree che attira migliaia di cittadini durante l’anno. La chiesa di San Tommaso Apostolo, di Santa Maria Maggiore, il Museo naturalistico archeologico “P. Barrasso” che ospita la ricostruzione degli ecosistemi della Majella e una sezione archeologica, con reperti italici e romani, attrezzata per disabili e non vedenti, permettono di fare la sosta serale che ovviamente va accompagnata con un piatto di arrosticini e un bicchiere di Montepulciano d’Abruzzo.
È tempo di rientrare. Il mattino seguente una veloce visita a Sant’Eufemia a Maiella che nel suo territorio ospita il “passaggio” dalla macchia mediterranea al bosco misto alla faggeta alpina, la riserva naturale Lama Bianca, il giardino botanico “Daniela Brescia” e il museo etnografico “Diana e Tamara”.
Voltando il camper al Passo di San Leonardo, si torna, dopo poco tempo sulla strada per Roma per fare l’ultima tappa nell’area di sosta delle sorgenti del Pescara, poste a ridosso del percorso autostradale. Il tempo di respirare “il silenzio” delle placide acque sorgive e si riparte. Il valico appenninico ci attende per riportarci sulla sponda opposta dell’Italia, attirandoci verso Roma e il suo estesissimo tessuto urbano.