l regista David Lynch sarà l’ospite d’onore della decima edizione del Lucca Film Festival, la manifestazione cinematografica internazionale diretta da Nicola Borrelli, che si tiene in questi giorni nel capoluogo toscano, da quest’anno evento di punta fra quelli organizzati e sostenuti dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca.
Oltre a una retrospettiva completa dei suoi film, il Festival presenterà in anteprima nazionale, nei nuovi spazi dell’Archivio di Stato, la grande mostra “David Lynch. Lost Visions. L’indiscreto fascino dello sguardo”, fino al 9 novembre. A cura di Alessandro Romanini, sarà dedicata all’inedita attività di fotografo e litografo del regista americano, nato a Missoula nel 1946, il 20 gennaio, lo stesso giorno di Federico Fellini (1920).
“Lost Images” sono immagini perdute, ritrovate e qui cristallizzate su carta, visioni surreali, inquietanti, oniriche, superstrade dimenticate sulle quali lo sguardo ripercorre i sentieri perturbanti prodotti dall’universo creativo di Lynch. Visioni e temi ricorrenti che hanno caratterizzato i suoi film più famosi, da Eraserhead a The Elephant Man, da Velluto Blu a Cuore Selvaggio, Lost Highway, Mulholland Drive, per citarne alcuni. La mostra raccoglie oltre un centinaio di opere dell’artista: le due serie fotografiche in bianco e nero di grande e medio formato, Small Stories in versione completa e Women and Machines, e una suite di litografie realizzate a partire dal 2007, lavori in gran parte esposti per la prima volta in Italia. La parte audio-visiva della mostra è realizzata in collaborazione con Studio Universal che ha concesso l’utilizzo dell’intervista esclusiva “Cinechat David Lynch” nella quale il visionario regista racconta la sua vita e la sua carriera. David Lynch, sin dagli esordi della sua carriera cinematografica negli anni 60’, ha accompagnato il suo lavoro alla macchina da presa con la pittura, la fotografia, il disegno e la scrittura. Tra i suoi libri ricordiamo la graphic novel “The Angriest Dog in The World” pubblicata sul settimanale The Los Angeles Reader nel 1973.
L’attività di Lynch si estende anche alla musica. Come cantante e musicista ha fatto un primo album nel 2011, “Crazy Clown Time” e nel 2013 il secondo, “The Big Dream”, dove compare una cover di “The Ballad of Hollis Brown” di Bob Dylan e tra le collaborazioni spicca quella con la cantante svedese Lykke Li. Ma la sua poliedrica attività non si ferma qui, ha voluto anche sperimentare installazioni, regie per video musicali, spot pubblicitari (dalla Playstation ad Armani passando per famose marche di caffè e profumi), performance teatrali (come “Industrial Symphony n°1: The Dream of Broken Hearted”).
Si è dedicato al design progettando e realizzando gli arredamenti dei suoi vari film, in particolare di Lost Highway, ma anche del club “Silencio” di Parigi. Importanti anche le collaborazioni con il mondo della moda, in particolare quella con lo stilista Christian Louboutin, con il quale ha creato nel 2007 la mostra Fetish. La fotografia ha accompagnato l’evoluzione poetica di Lynch, ritagliandosi uno spazio crescente negli ultimi 5 anni, come testimoniano le recenti mostre, The Factory Photographs presso The Photographers Gallery di Londra e Small Stories alla Maison Europèen de la Photographie a Parigi. Rappresenta sia un mezzo di sperimentazione di soluzioni formali e tecniche (luci, taglio dell’inquadratura, posture attoriali, trucco…), sia uno strumento per fermare il flusso temporale caratteristico del cinema, momenti e immagini che alimenteranno in seguito altre storie e visioni.
La fotografia, il lavoro dietro l’obiettivo permette a Lynch di apportare quel surplus di soggettività che il cinema e il suo scorrimento impediscono, trasformando il lavoro fotografico in una sorta di diario per immagini. La mostra ospitata a Lucca abbina temi ricorrenti dell’universo lynchiano. Small Stories è un compendio delle visioni e degli incubi che hanno costellato nell’arco di oltre 45 anni la sua attività cinematografica. Qui, più che in altre serie, Lynch ha reso omaggio agli artisti del movimento surrealista. Troviamo riferimenti a Georges Méliès e ai suoi effetti speciali, reminiscenze di Magritte, ma anche tracce di Dali. La serie Women and Machines presenta invece la figura femminile nel suo potere evocativo, valorizzata nel suo elemento creatore e vista nel suo versante ammaliante. Le 16 fotografie che costituiscono la serie sono state scattate nell’autunno-inverno 2013 nell’atelier Idem di Parigi, dove da oltre un secolo sono prodotte litografie dei più grandi maestri dell’arte del XX secolo, da Picasso a Braque, da Matisse a Chagall.
Sarà presentato anche un documentario, Idem Paris, realizzato dallo stesso Lynch e dedicato al famoso atelier. È in questo luogo divenuto leggendario che l’artista scopre nel 2007 la tecnica litografica, da allora ha realizzato di suo pugno oltre 200 grafiche, un’ampia selezione delle quali possiamo vedere qui a Lucca, una tecnica “intimista” che gli ha permesso di declinare le sue visioni in inedite dimensioni poetiche, pur mantenendo uno stile graffiante con tematiche spesso noir. L’orrore e il dramma celato nel quotidiano lasciano trasparire nelle immagini litografiche, e spesso nei titoli, barlumi di speranza nella possibilità d’individuare frammenti poetici in grado di riscattare la tragedia umana.
Temi sulfurei, ma anche romantici, dalle aberrazioni fisiche all’incomunicabilità della coppia, dall’inesausta ambizione all’amore alla passione mortifera, dalla casa come rifugio, ma anche ricettacolo di atti perversi ed esecrabili, sino alle macchine. Il percorso espositivo sarà integrato da venti video, dalle proiezioni di cortometraggi e produzioni audiovisive meno note di David Lynch, come videoclip e spot pubblicitari insieme a una video-intervista. All’interno della mostra è presente anche una Lim, Lavagna Interattiva Multimediale, dove è possibile fruire un progetto speciale, realizzato dal Lucca Film Festival insieme alla divisione edMondo del Ministero della Scuola della Ricerca e dell’Università – Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa.
Un gruppo di studenti selezionato dal Ministero ha creato le versioni virtuali dell’oratorio di San Franceschetto, dei sotterranei del baluardo San Colombano delle Mura di Lucca, di Piazza Anfiteatro, e dei seguenti ambienti di Palazzo Ducale: la Scala Regia, Sala Staffieri, Sala delle Guardie, Loggia dell’Ammannati. Un ambiente principale, Piazza Anfiteatro, consente l’accesso agli altri spazi, dove con il proprio avatar si è liberi di interagire con il percorso multimediale costruito facendo dialogare le architetture e i volumi con i videoclip musicali, gli oggetti e i simboli dell’universo immaginifico di Lynch.