Sarzana (Ph© Mario Bonotto| Dreamstime.com)

C’era una volta Luni. Con il suo fiorente porto, costruito sulla foce del fiume Magra,  nel quale si imbarcavano i preziosi marmi delle Apuane. C’era una volta Luni, fondata nel 177 a.C. dai romani dopo un’aspra battaglia contro i fieri liguri apuani e la deportazione in massa della popolazione originaria nel Sannio.   C’era una volta Luni, fiera città sopravvissuta ai saccheggi dei Vandali e dei Longobardi e capace di riemergere dal proprio passato pur perdendo il proprio approdo sul mare.  

È una storia affascinante quella che attende il viaggiatore che abbandona le facili autostrade del turismo altisonante (Roma, Venezia, Firenze, Costiera Amalfitana) per intraprendere una strada forse impervia, ma pregna di reminiscenze visive e olfattive.    La Lunigiana attende, fiera come può esserla solo una terra di montagna che si rovescia orgogliosa sul mare, aspra e dolcissima in un susseguirsi altalenante di fattura quasi unica. Non è una meta per gente pigra di sensazioni, questo feudo che fu dei Malaspina e che per anni si è retta autonomamente, schiacciata tra le grandi potenze limitrofe di Firenze, Genova, Lucca e Milano.   La Lunigiana va conosciuta passo dopo passo, iniziando dal suo passato più remoto che ci ha lasciato in eredità i resti di animali estinti trovati nella grotta di Equi Terme e nelle stele antropomorfiche dei liguri apuani.   

I numerosi monumenti preistorici in pietra possono essere considerati un vero e proprio patrimonio della storia europea e possono essere ammirati nelle zone boschive di Filetto, Aulella e Taverone, oltre che nei comuni di Sorano, Filattiera e nella Lunigiana orientale. Il loro significato è ancora oscuro, pur rappresentando uomini, sempre con un pugnale o donne con tratti molto stilizzati.   Compresa oggi tra 14 comuni in territorio toscano e cinque comuni in territorio liguri, la Lunigiana accoglie solo parte della più ampia giurisdizione dell’antica diocesi di Luni. Il golfo della Spezia, le Cinque Terre, la riviera Apuana, la val di Vara furono pian piano erose nella secolare storia che fece sopravvivere fino all’Ottocento la famiglia simbolo di questo territorio, i Malaspina,  e che regalò alla storia delle es-plorazioni un autentico asso della navigazione: Alessandro Malaspina, primo scopritore della baia di Vancouver.   

Divenuta fiorente colonia romana, Luni sopravvisse anche al decadimento dell’impero occidentale e ai saccheggi dei Vandali e dei Longobardi. Del passaggio longobardo rimane tra l’altro a Filattiera, una testimonianza funeraria, dedicata a  Leodegar, morto nel 752 e fautore della conversione al cristianesimo della popolazione locale.   Il passaggio nel Medioevo arrivò con l’investitura degli Obertenghi a feudatari della zona, cui seguì quella dei Malaspina. Le guerre intestine tra Malaspina e i vescovi di Luni, portarono dopo numerosi scontri alla pace di Castelnuovo Magra (1306), che ebbe come protagonista d’eccezione Dante Alighieri.   

Le vicende storiche della Lunigiana continuarono per secoli a smembrare e ricomporre il territorio originario fino a inglobarlo prima nella Repubblica Cisalpina e Regno Italico e poi (dopo il periodo della Restaurazione) nel Regno d’Italia con la Seconda Guerra d’Indipendenza.   

Massa e Carrara, La Spezia e Parma si dividono oggi lembi dell’antica Lunigiana consegnando ai visitatori un territorio di confine di grandi risorse umane e ambientali, che nella mancata industrializzazione e nel relativo isolamento geografico ha trovato una precisa identità: essere il regno dei paesaggi incontaminati. Attraversata dall’antica via Francigena, la terra di Luni regala oggi numerose tappe di grande fascino. Iniziando ad esempio da Pontremoli, la città dei librai e del premio Bancarella.   

Situata nella parte più settentrionale della Toscana, presenta nel suo territorio ben 4 valichi montani (Passo del Brattello, della Cisa, del Borgallo e del Cirone) e deve il suo nome a “Ponte Tremulus”, un ponte traballante sul fiume Magra costruito ai tempi di Arrigo VI. La torre di Cacciaguerra, la stupenda chiesa di Nostra Donna, di fattura barocca, il castello di Pagnaro e il museo delle statue stele sono il biglietto da visita per chi volesse fermarsi tra i suoi vicoli, ma-gari a caccia di un bel libro da leggere.  

Altra significativa tappa nel percorso alla scoperta della Lunigiana è rappresentata da Mulazzo, paese d’origine del navigatore Alessandro Malaspina e punteggiato da numerosi castelli e borghi fortificati. Il castello di Lusuolo è sede del Museo dell’Emigrazione della gente di Toscana. Nella cittadina si trova anche la torre di Dante, che ricorda la presenza del poeta e il centro studi malaspiniani che custodisce i documenti dell’antica famiglia. Ad agosto BancarelVino rappresenta un importante appuntamento per i degustatori di vini e le aziende produttrici della zona.    Fivizzano, Sarzana e Aulla rappresentano altrettante tappe di un percorso all’insegna della storia e della tradizione. Considerata la Firenze della Lunigiana, la cittadina ha visto nascere Jacopo da Fivizzano, tra i primi a stampare con caratteri mobili nel 1471, ed è punteggiata di opere d’arte e d’architettura, a partire dalla chiesa dei Ss. Giacomo apostolo e Antonio per finire al castello della Verrucola eretto da Spinetta Malaspina il Grande. La disfida degli Arcieri di Terra e di Corte e il “Fivizzano Sapori” aiutano il viaggiatore a innamorarsi della natura incontaminata di questo territorio che in Aulla trova un altro dei suoi pregevoli presepi.  

Fondato verso l’884, ha seguito la sorte dell’Abbazia di San Caprasio e si caratterizza per la Fortezza della Brunella, costruzione militare cinquecentesca eretta probabilmente dal soldato di ventura Giovanni delle Bande Nere e oggi sede del Museo di Storia Naturale della Lunigiana.    Sarzana rappresenta la pagina ligure della Lunigiana contemporanea. Sarzana rappresenta la diretta discendente dell’antica città romana di Luni, ed è stata dominata da Castruccio Castracani, Spinetta Malaspina, dai Pisani, i Visconti, i Genovesi e i Fiorentini. Città nella quale soggiornò Dante Alighieri, Sarzana conserva ben due castelli (Firmafede e Sarzanello e uno stupendo centro storico che veniva attraversato da un tratto della Via Francigena.   

Natura, storia e architettura ma non solo. La Lunigiana è un vero forziere per chi ha deciso di viaggiare facendosi guidare dal gusto. La gastronomia territoriale è segnata dai boschi e dai suoi prodotti. Castagne, erbe naturali e funghi rappresentano la base di una cucina ricca di sfumature olfattive. I porcini boletus vengono serviti fritti, ripieni, usati per sughi o sott’olio; la farina di castagna viene usata per piatti come le lasagne bastarde, la pattona, gli gnocchi mesci; le erbe per la preparazione della squisita torta d’erbi.   

Assolutamente da assaggiare sono i testaroli, fatti con acqua, sale e farina di frumento, i panigacci di Podenzana, le focaccette di Aulla. Salumi come la spalla cotta, filetto, salame, la mortadella e sapidi formaggi di pecora e di capra, le caciotte della Lunigiana, i pani tipici come la marocca di Casola, il pane di Po, l’agnino, il Signano, il Vinca e il Regnano, il fagiolo di Bigliolo, la cipolla di treschietto, le varietà delle mele rotella e binotto, l’olio (rappresentato dall’ottima varietà leccino, frantoio e moraiolo) e il miele rappresentano, per i 21.730 abitanti della provincia della Spezia tenditori e golosi, il corollario di un percorso gustativo dai mille sapori.   I vini locali sono frizzanti e profumati e dal sapore asprigno e grazie alla tenace passione degli agricoltori hanno conquistato diversi marchi Doc, la denominazione di origine controllata. Guai a perdersi un sorso di Crova nera (corvo nero), Rossara, Arbarola (il cui vino è detto “fior d’arbarola” o anche “vino del prete”), Braciola, Salvatichella, Pinco. Tutti rappresentano i vitigni tipici che hanno meritoriamente ricevuto il riconoscimento della Igt (Indicazione geografica tipica) “Val di Magra”.


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