La Differenza, il gruppo che esordì a Sanremo Giovani nel 2005, torna sul mercato discografico con “Il tempo non (D) esiste”. Fabio Falcone Jakka, Mattia Pompei e Davide Cancelli hanno collaborato con grandi nomi della scena italiana, coinvolgendoli con voci, idee e suoni alla rielaborazione di alcune loro canzoni. Il primo singolo estratto dall’album è “Tira a Campare”, il brano di Edoardo Bennato più che mai attuale. Fabio Falcone, front man del gruppo, ci ha raccontato questa bella e importante avventura musicale.

Da “Che farò”, presentata a Sanremo nel 2005, a “Il tempo non (D) esiste sono passati 12 anni, da allora il mondo è cambiato e voi?

Noi insieme a lui. Abbiamo pubblicato 3 album tra “Preso” del 2005 e “Il tempo non (D) esiste” del 2017, che sommati a questi ultimi 2, fanno un totale di 5. Abbiamo suonato tantissimo in giro per l’Italia ed Europa, abbiamo avuto anche la fortuna di collaborare con Franco Battiato e i Depeche Mode nel 2009, io e Mattia siamo entrati nella rosa della nazionale italiana cantanti. Il mondo è cambiato ma non siamo mai rimasti fermi a guardare.

Il ritorno alla discografia coincide con disco di cover, oppure si tratta di qualcosa di diverso?

Crediamo che il concetto di cover sia stato definitivamente superato all’interno de “Il tempo non (D) esiste”, si tratta più che altro di “furti leciti” col consenso e la collaborazione dei legittimi titolari. Eravamo discograficamente in pausa dal 2011 e piuttosto che metterci a lavorare a un disco di inediti, abbiamo preferito investire due anni della nostra vita ad approfondire, studiare e rielaborare opere composte da grandi autori. È stato affascinante, abbiamo dovuto alzare l’asticella. Solo con la conoscenza del passato puoi affrontare in modo strutturato il futuro. Ora siamo pronti per il futuro.

Bennato, Finardi, Tony Cicco, Pedrini, Ron, Garbo, Britti, Fortis, Ruggeri, compagni di viaggio e splendidi ospiti del vostro nuovo disco….

Si, è ne siamo immensamente onorati. È nato tutto in modo molto naturale. Ad un certo punto della lavorazione del disco abbiamo provato a coinvolgere gli autori originali delle canzoni e quasi tutti, dopo averle ascoltate, hanno deciso di partecipare con parti di voce e strumentali. È stato emozionante osservare il cambiamento delle canzoni man mano che i legittimi titolari inserivano le loro parti di voce. In alcuni casi ci siamo commossi, piangendo, mentre mixavamo il disco.

Tra i brani è notevole la riproposta di “Se mi vuoi”, scritta da Tony Cicco e Carla Vistarini nel 1974. Il brano ha una nuova anima tra rock ed elettro-pop e la voce di Cicco insieme alla tua donano emozione…

Forse uno dei brani che meglio ci si cuce addosso. Si tratta di una canzone eccezionale, scritta da due grandissimi della storia della musica italiana. È come se uno scrittore contemporaneo potesse rimettere le mani sopra a una grande opera della letteratura italiana, giocando con il suo autore originale, è magnifico. Il nome di Carla Vistarini è circolato tra i banchi dello studio di registrazione infinite volte durante le fasi di lavorazione di “Se mi vuoi”, noi affascinati da queste parole così, dirette, profonde, universali. “Se mi vuoi” è un grande classico della musica italiana che meritava di essere riscoperto.

“Molecolare”, l’unico inedito, è firmato da Davide di Maggio e Fabio Falcone. Il brano si inserisce bene nel progetto e conferma, caso mai ce ne fosse stato bisogno, la validità della vostra proposta musicale…

Tra le preziose perle della musica italiana volevamo ci fosse anche una nostra. Davide Di Maggio, con i quale collaboro già da un po’, mi aveva mandato qualche anno fa il provino di “Molecolare”, fortissimo ma mancava giusto qualcosa, piccolezze, Davide è bravissimo. Ho livellato parte di testo, l’abbiamo velocizzata di qualche bpm e la band l’ha resa internazionale così come la sentite. Davide è una delle giovani penne più interessanti del panorama musicale e scrivere “Molecolare” insieme a lui è stato propedeutico al futuro approccio di scrittura di inediti. “Molecolare” è una canzone fortissima, una “bomba”, direbbero i discografici milanesi. Questo brano ci proietta verso il futuro.

Il brano che avete personalizzato maggiormente è “Sole spento”, di Omar Pedrini epoca Timoria, diventato un reggae coinvolgente…

Si, perché a differenza di tutti gli altri brani selezionati, “Sole Spento” è stata una grande Hit. La sola piacevole eccezione tra quelle del disco. Siamo innamorati di quella canzone, disegna un momento chiave nella vita artistica di molti di noi. Non poteva non essere nel disco ma doveva essere stravolta ed Omar si è sorprendentemente messo in gioco insieme a noi. Con lui è nata una piacevole complicità.

“Tira a campare”, di Edoardo Bennato, sembra più attuale oggi di quando fu pubblicata.

Si, incredibile. Si tratta del brano dal quale è partito tutto. Ci ha scelti e proiettati verso l’edificazione de “Il tempo non (D) esiste“. Le vere opere d’arte non hanno tempo. Sono belle in eterno. È questo il messaggio. Ci piacerebbe che la musica italiana contemporanea tornasse a scrivere canzoni universali, che non vengono scalfite dal trascorrere del tempo. Credo sia questo il vero compito di un musicista, non raccogliere 800.000 like su YouTube.

“Trappole”, scritta da Eugenio Finardi con lo storico paroliere dei Pooh Valerio Negrini, corre a perdifiato e anche Finardi vi segue in questa direzione, così come fece nel 1981, con la famosa chitarra Exile Custom trasparente immortalata nella copertina del disco.

Anche “Trappole” ci ha scelti. Anzi meglio. Eugenio ha scelto “Trappole” per noi. Suonavamo al 1 maggio 2016 di Bologna, dove lui era direttore artistico. Scesi dal palco ci ha detto che “Trappole” era un brano perfetto per La Differenza. Gli abbiamo risposto che stavamo giusto lavorando a un disco come “Il Tempo non (D) esiste”. In meno di 20 giorni eravamo in studio con lui a Milano. Buona la prima. È entrato in sala mangiando della cioccolata, stressato dal traffico della città Lombarda, si è posizionato davanti al microfono e ha inciso quello che sentite. Poi un grandissimo lavoro del nostro produttore Stefano Severini ha permesso a “Trappole”, come a tutti gli altri brani, di suonare con l’equilibrio e l’intensità di cui potete godere.

“Io ti cercherò “, di Ron e Lucio Dalla, e “(Lei) Louvre” di Enrico Ruggeri e Stefano Previsti, confermano l’ottimo lavoro di Stefano Severini e Raffaele Zaccagna con gli arrangiamenti, ogni canzone un mondo a sè.

Stefano e Jakka sono stati eccezionali. Non era per nulla facile vestire questo disco. Confrontarsi e risponderne agli autori originali. Sono due tra i migliori produttori in circolazione ed il bello è che sono poco conosciuti, come le canzoni dell’album. Oggi si tende ad affidare le produzioni dei dischi ai soliti tre quattro nomi. Di conseguenza gli album suonano tutti uguali e poi tutti si lamentano. Stefano Severini e Jakka ci hanno regalato un disco diverso da tutto quello che c’è in circolazione oggi. Il suono de La Differenza è solo nostro. Siamo immensamente grati ai produttori di questa straordinaria opera.

Il gruppo musicale La Differenza (Ph “Giò” Martinelli)


Receive more stories like this in your inbox