Sarebbe stato bello poter raccontare Juventus-Roma, come una grande partita, come l’incrocio spettacolare e decisivo tra il meglio di quanto la Seria A abbia da offrire. Purtroppo, ancora una volta, sarà invece necessario dare conto di un match tutt’altro che spettacolare, che ha vissuto solo qualche passaggio di vera qualità, venendo deciso da una serie di opinabili decisioni arbitrali. 
 
LA PROVA DEL CAMPO. Stando a quanto espresso dal terreno di gioco, è parso evidente che tanto Allegri quanto Garcia, abbiano cercato di improntare la gara per sfruttare le peculiarità delle proprie squadre. 
La Juventus (ancora una volta disposta con il 3-5-2), ha condotto il gioco, basandosi sul possesso di palla e sulla forza fisica. La Roma ha sofferto, ma quando ha trovato gli spazi giusti, ha sempre messo in difficoltà i bianconeri, grazie a tecnica e velocità. 
 
ROCCHI IN CATTEDRA. C’erano tutti gli ingredienti per assistere a una partita di alto profilo, almeno per quelli che sono gli standard della Serie A. Invece, l’arbitro Gianluca Rocchi si è eletto  a protagonista della serata, rovinando la partita e, forse, mettendo una pesante impronta anche sull’intero campionato. 
 
MALAFEDE O SCARSA PERSONALITÀ? La polemica, in Italia, infuria: quando c’è di mezzo la Juventus, si sente tuonare da numerosi media, le partite sono decise ancora prima di essere giocate. Per quanto riesumare i devastanti fantasmi di Calciopoli paia inopportuno, è comunque innegabile che la pessima gestione della partita, da parte dell’arbitro Rocchi, debba far riflettere. Senza pensare a un operato in malafede, è necessario sancire l’assoluta mancanza di personalità di un arbitro che ha commesso una ‘cascata’ di errori, agendo sempre per compensare il precedente. 
 
ERRORI IN SERIE. Dopo aver zittito le proteste bianconere in avvio di gara (Marchisio atterrato da Holebas in area: episodio dubbio, che avrebbe potuto causare anche l’espulsione del terzino romanista), Rocchi ha ‘pareggiato i conti’ al 26’, giudicando da rigore un ‘mani’ di Maicon.
 
In quell’occasione, il fischietto di Firenze ha corretto la propria decisione (aveva assegnato una punizione, visto che il fallo era avvenuto al limite dell’area) e, per certo, ha punito un tocco di mano che è stato operato solo a protezione del volto. Da lì, la partita dell’arbitro è ‘impazzita’: dopo 5’ ha concesso una punizione inesistente alla Roma, sui cui sviluppi ha giudicato da rigore una trattenuta di Lichsteiner su Totti (ma in realtà è stato il capitano della Roma a iniziare l’irregolarità): altra compensazione. 
 
Successivamente il match si è giocato con maggiore linearità e la Roma ha potuto sfruttare la propria qualità maggiore, passando in vantaggio con una grande azione sull’asse Gervinho-Iturbe. Ma Rocchi era ancora in agguato: a recupero abbondantemente scaduto, ha giudicato dentro l’area un’improvvida entrata di Pjanic su Pogba. Era di nuovo una questione di centimetri, ma il direttore di gara toscano non ha avuto dubbi. 2-2 e secondo tempo da gestire alla pari. 
 
Il grande nervosismo generato dalla prima frazione però, ha prodotto una ripresa vibrante ma piuttosto bloccata, in cui la palla gol più ghiotta è stata sciupata dal pessimo Pjanic di serata. 
 
Quando la partita sembrava avviarsi verso un, tutto sommato equo 2-2, è arrivato il gran tiro di Bonucci che, a 4’ dalla fine, ha portato in vantaggio la Juventus. Anche in questa occasione, però, le proteste giallorosse non sono mancate: davanti a Skorupski, infatti, stazionava Vidal, in posizione di fuorigioco difficilmente giudicabile come passivo. 
 
TANTA AMAREZZA. Alla fine, come anticipato, sembra inopportuno pensare a un arbitraggio in malafede, ma resta comunque evidente la serataccia di Rocchi che ha scritto un altro capitolo amaro per il calcio italiano, rovinando quella che doveva essere la partita più importante del girone d’andata della Serie A.
 
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