Attesissimo concerto in onore di Marcello Vento alla Casa del Jazz di Roma. A condurre la serata Guido Bellachioma e Piera Violante. Numerosissimi amici e colleghi sul palco: la moglie di Marcello Jenny Sorrenti con il fratello Alan, Piero Viti, Vincenzo Zenobio, Cristiano Argentino, Marzio Pitzalis, Ro’ Rocchi e video “Saint Just Again” con voce Jenny live. E ancora: Fernando Fera e Glauco Borrelli (Albero Motore); Clara Murtas e amici (Canzoniere del Lazio); Tarantula Rubra Ensemble; Alma Megretta, Francesco di Giacomo con Paolo Sentinelli, Osanna e Stefano de Paolis, Derek Wilson, Luciano Nevi, Tonino Leoni, Folk Roads e Makola Mambo.
Marcello Vento, percussionista e compositore, nasce a Roma nel 1949. Inizia l’attività professio-nale col gruppo “Albero motore” scoperto da Ricky Gianco che incide nel 1974 Lp “Il grande gioco” per l’etichetta discografica Car Juke Box. Accetta di partecipare, qualche anno dopo, ad una tournèe in Africa con una nuova band, “Canzoniere del Lazio”. La sua carriera prosegue con partecipazioni a jam session jazz, collaborazioni come batterista con Antonello Venditti, fino ad arrivare stabilmente nel gruppo di Jenny Sorrenti nel 2003. (Copiosa è la bibliografia sulla sua complessiva attività).
Interessantissima e singolare la formazione di Jenny Sorrenti, che abbiamo incontrato e intervistato per i lettori de L’Italo Americano.
Sorella di Alan, con cui l’8 settembre scorso si è esibita durante il “Festival di musica Rock progressive”, Jenny, compositrice e cantante, è stata definita da più parti “voce d’angelo”.
Le abbiamo chiesto di raccontarci la sua carriera musicale, dal suo primo gruppo negli Anni ’70, i “Saint Just”, fino ad arrivare alla sua carriera da solista con “Suspiro” (1976), definito “una perla musicale”. Ogni disco della Sorrenti è frutto di un’accurata ricerca e di profondo studio.
Esempio è, altresì, “Medieval Zone”, dove l’artista ha collegato la Spagna medievale con la Galizia del Duecento, e con l’Irlanda. Per la Sorrenti il legame fra questi luoghi, come ha più volte ribadito, è il mare.
Infine, ma non ultimo, il top del percorso tra musica antica e moderna, sintesi fra la musica partenopea, con riferimento al Mediterraneo, e la musica del Nord Europa, è stato raggiunto col Cd “Burattina” (2009). Nel 2011 con “Prog Explosion”, invece, approfondito da rinnovate ricerche, c’è un ritorno al Rock Progressive degli anni ’70.
Jenny Sorrenti, negli anni ‘70 costituì un gruppo: i Saint Just. Introdusse un nuovo modo di fare musica…
Sono nata a Napoli da madre originaria del Galles e padre napoletano. Negli Anni Settanta fondammo un gruppo i Saint Just. Non seguimmo i canoni classici “strofa ritornello”. Un vero e proprio incontro tra vari generi rock: folck, musica classica, musica di contaminazione. Era quello che ieri veniva definito il Pop, attraverso una musica d’avanguardia: la Napoli della cantina, del “rock progressive” contro corrente.
Quali dischi ha inciso col suo primo gruppo Saint Just?
Nel ‘72 incidemmo il primo disco del gruppo Saint Just (di cui ha fatto parte anche mio fratello Alan), che ha il medesimo titolo del gruppo musicale. Primo disco rock progressive, che si trova ancora oggi a Londra. Poi incidemmo un secondo album, “La casa del lago”: ci rifugiammo in una casa sul lago, dove provammo. In questo disco si percepiscono le influenze del rock americano. Il gruppo si scioglierà poi nel ’74.
Dopo i Saint Just ha intrapreso la carriera da solista.
Sì, esatto. Nel primo disco da solista, “Suspiro”, si riconosce un giovanissimo Pino Daniele con la sua chitarra. (La casa discografica è la Emi). Nel ‘79 uscì un altro disco solista dal titolo “Jenny Sorrenti” a cui hanno partecipato Francesco de Gregori ed Eugenio Bennato (con la casa discografica Rca).
Ha fatto una pausa lunga 20 anni, per insegnare canto e studiare la lirica, l’opera classica medievale. E poi, finalmente, nel 2001 è tornata sulla scena con Medieval Zone.
“Medieval Zone” raccoglie 12 canzoni, tra cui si avvertono rielaborazioni di ballate medievali, frutto di contaminazioni di stili. Originale è l’uso di vari strumenti, come le fisarmoniche, le mandole e le arpe, le percussioni. In questo cd ci sono ballate e madrigali medievali, dove si fondono il mondo celtico del sud dell’Irlanda, la melodia galiziana insieme alla napoletana ed alla cultura orientale.
Nel 2003 rincontra Marcello Vento, personaggio chiave della futura ricerca musicale. Suonate insieme e incidete un disco.
Sì, nel 2006 componemmo “Com’è grande Enfermedade” rielaborazione di antiche canzoni, anche in spagnolo antico. Nel 2009, invece, ci sarà “Burattina” che esprime un altro tema della ricerca umana ed artistica di Jenny, quello della fragilità in una vita “di assenze, di speranze”, che si può valorizzare con l’andare, viaggiare, cercare. Aprire gli occhi e il cuore, sentire, capire. Ricostruire con “Ali in prestito” dove “Non esiste il tempo, non il destino, decidi tu cosa sarà e dove andrà il tuo cammino. Melodia e ritmo di Marcello Vento, un brano in napoletano e arabo insieme, con inediti.
Progetti futuri?
In napoletano.