Jane Fonda ha un nuovo regista preferito: Paolo Sorrentino. Dopo aver lavorato con numerosi tra i  più grandi registi di Hollywood, la famosa Jane, figlia di Henry Fonda, sorella di Peter Fonda, zia di Bridget, ha una piccola ma significativa parte nel nuovo film di Sorrentino, “Youth: La giovinezza”, che è stato presentato in anteprima mondiale al festival di Cannes.  “Mi è piaciuto tantissimo il suo ‘La grande bellezza’, per questo ho voluto subito incontrarlo quando mi ha invitata: e l’incontro con Paolo non mi ha delusa per niente!” dice la celebre attrice sorridendo.
 
Dinamica, sexy e piena di vita alla soglia dei 78  anni, Jane Fonda ha un incedere sicuro e iper femminile: entra in qualsiasi luogo e ne prende subito il controllo, come ha sempre fatto nella sua vita. Magra e scattante, una  presenza ancora magnetica, travolgente, coinvolgente, di quelle che alterano all’istante la pressione atmosferica.  Del resto è stata la guru dell’aerobica e del fitness dalla fine degli anni ’70, e  anche se le sue condizioni fisiche le impediscono adesso di esercitarsi come una volta, l’aria aperta e una vita salutare è ancora il segreto del suo eterno spirito giovanile.  
 
Prima del film di Sorrentino, Jane Fonda ha recitato accanto a Russell Crowe e Amanda Seyfried in un altro film di marca italiana, “Fathers and daughters” di Gabriele Muccino, girato lo scorso anno a Filadelfia, in uscita il prossimo ottobre. Una storia d’amore  con il cinema italiano che la Fonda non fa che  confermare. 
Intanto è tornata a lavorare sul piccolo schermo, insieme alla vecchia amica Lily Tomlin (con cui 30 anni fa aveva girato  “Dalle 9 alle 5″, prodotto dalla stessa Fonda), nella serie televisiva “Frankie and Grace” della Netflix. La prima stagione ha appena cominciato ad andare in onda. Le due grandi dello schermo americano interpretano due amiche/nemiche dal caratterino niente male che si ritrovano costrette a convivere in una villa sul mare quando i rispettivi mariti, Robert (Martin Sheen) e Sol (Sam Waterston) le mollano per  stare insieme, avendo scoperto in tarda età la loro a lungo latente omosessualità. Un doppio colpo a sorpresa che lascia di stucco anche figli e nipoti, biologici o adottivi (l’adozione è  tema “du jour” nella fiction americana).
 
Nel film di Sorrentino interpreta una diva di Hollywood. La fiction che imita la realtà?
Recito una diva di Hollywood di 81 anni. Nel film torno per incontrare un regista famoso, interpretato da Harvey Keitel, con cui nel passato  avevo girato  50 film: gli dico che non farò più film con lui. E abbiamo un dialogo di cinque pagine: io pensavo sarebbe stata una cosa piccola e intima, ma invece Paolo ci ha messo in una enorme sala da ballo con candelabri e un tavolo da ping pong, e in fondo alla sala due piccole sedie per noi. È stato surreale, fantastico, lavorerei di nuovo con lui in qualsiasi ruolo mi chiedesse di recitare!
 
Jane, in che mondo si è trovata con Paolo Sorrentino? 
Il modo in cui Paolo descrive il mondo, sia la bellezza di Roma e l’alta società, o  il mondo politico de Il Divo, è sempre sorprendente e stimolante. Paolo è un provocatore nato! I suoi ambienti sono insoliti. È un autore vero, un regista che sa esattamente cosa vuole. Ricordo che  ho fatto una prova costume e trucco per lui e il giorno dopo ero pronta a fare la scena, e lui mi ha detto, “mi piacevano di più le ciglia che avevi ieri!” e abbiamo rifatto il trucco senza batter… ciglio. Dico, quanti registi fanno caso alle ciglia? È aperto alle idee degli attori ma sa esattamente cosa vuole, e gira le scene in un modo che è completamente inaspettato. Non sono mai stata diretta così da nessuno. Chissà, forse Fellini dirigeva così, non ci ho mai lavorato. È un uomo umile ma anche molto profondo e sa cosa vuole. È il vero autheur del cinema, un regista che mette sullo schermo la sua visione, al 500 percento.
 
In che senso le ricorda Fellini? 
Sorrentino sa creare un mondo di sogno e surreale. In “Youth” costruisce un universo onirico come faceva, credo, Fellini.
 
Come è successo il vostro incontro?   
La prima volta che ho sentito di questo film stavo cenando con Al Pacino e Al mi ha detto, “c’e’ questa parte nel film di Sorrentino, sei perfetta per quel ruolo, lo devi fare!”.  Ho chiamato il mio agente e ho detto, ‘devo fare questa parte!’ però un’altra attrice era già stata scritturata, ero tristissima! Ma poi ho scoperto tre settimane dopo che l’altra attrice se ne era andata, così immediatamente il mio agente mi ha proposto. Apparentemente però Paolo e il suo produttore avevano già pensato a me per quel ruolo.
 
Come sapeva Al Pacino di questo film?
A Los Angeles tutti sanno quello che fa Paolo. Al aveva letto il copione, anzi. Ho visto Al l’altro giorno e l’ho ringraziato! Ho solo tre scene nel film, di cui una importante con Harvey Keitel, come dicevo, ma è una scena molto significativa. È stata un’esperienza bellissima. E poi ho conosciuto sua moglie Daniela, e i figli, sono stata a casa sua a Roma: Daniela è una gran cuoca! Una bellissima famiglia. 
 
Lo scorso anno lei era apparsa in “This is where I leave you”, diretto da Shawn Levy,  con un cast che oltre a lei  includeva Jason Bateman e Tina Fey. Una commedia su una famiglia completamente sballata la cui madre/matriarca (Fonda), scrittrice senza peli sulla lingua e reduce dell’ennesima operazione per rifarsi il seno, accoglie i quattro figli per la tradizionale shiva ebraica e riflettere insieme sulla morte del padre. Ce ne parla?
In un certo senso mi identifico con il mio personaggio Hilary in quel film. È vero che tendo ad aprire troppo la bocca e dare troppe informazioni su me stessa. Ma a mia difesa dico che  quando ho scritto un libro sulla mia famiglia l’ho fatto leggere prima ai miei figli e miei ex mariti per farmi dire se c’era qualcosa che volevano togliere.   
 
Ricorda un momento particolare nella sua vita quando ha sentito che la sua vita stava cambiando per il meglio?
Tutta la mia vita è stata un cambiamento. Forse il momento più importante per me è stato quando ho capito che dovevo tornare a essere di nuovo single e lasciare Ted Turner. Avevo 62 anni e non avevo bisogno di stare con un uomo per sentirmi una donna di successo. Quando sei una donna più anziana è importante capirlo. Poi ho trovato un altro compagno, un ebreo, uno scienziato, talmente con la testa per aria e così maturo e forte  che mi adora così come sono senza la pretesa di dirmi cosa fare o dire. Mi ama e basta. Una meraviglia.
 
Come tiene vivo l’amore di coppia?
Io sono stata sposata tre volte, pensate che sappia la risposta? Non ne ho idea! Ma la gentilezza aiuta, sempre!
 
Ci si può quindi innamorare ancora, a 70 anni?
Non è finita finchè non è finita. Ti puoi ancora innamorare e fare l’amore, sì, avere  sesso… le luci però devono essere spente, devi usare solo candele, e devi stare attenta alla schiena… sì, parliamo anche di questo nella serie. Oltre che del valore dell’amicizia tra donne.
 
Lei è famosa da sempre. Le piace vivere così o preferirebbe una vita più semplice? 
A prescindere dal presunto glamour, di cui posso benissimo fare a meno, la cosa che importa di più è rimanere attiva. Non mi piace vestirmi e truccarmi, ma la mia attività fisica mi permette ancora di sfilare sul tappeto rosso a una premiere e apparire ancora okay. A 77 anni puoi ancora esibire un corpo giovane, coi dovuti trucchi, e camminare sui tacchi alti. Direi che una bella camminata è il segreto della donna e il suo fascino sugli uomini, non importa l’età. 
 
Come mai ha deciso di tornare alla televisione con “Frankie e Grace”?
La verità è che Lily [Tomlin] ed io stavamo cercando da tempo qualcosa da fare insieme. Siamo amiche dai tempi di ‘Dalle 9 alle 5’, ma è da allora, dal 1980, che non recitiamo insieme. L’idea di questa serie ci è parsa perfetta per due simpatiche ‘babbione’ come noi. Siamo saltate sul treno con la sveltezza di ventenni! 
Comunque, io volevo fare una serie su quello che significa essere una donna oramai anziana, dover affrontare problemi reali per donne in là con l’età, con la speranza di fare commedia e di riuscire a far ridere pur nel mezzo di  questa tragica situazione! Quando ho sentito che la Kauffman stava creando questa serie , in  cui oltretutto Lily ed io  saremmo state insieme,  per me era come un sogno che si avverava.
 
Si considera ancora un’attivista?
Sì. Un tempo combattevo per fermare la guerra, adesso mi dò da fare per fermare la violenza sulle donne e aiutare le ragazze giovani indigenti e maltrattate, specialmente negli stati del Sud degli Usa. Voglio inoltre che le donne siano più presenti nei media. I media rappresentano la coscienza collettiva, e se le donne non ci sono non entrano nella coscienza. Quando dico rappresentate mi riferisco soprattutto ai posti dirigenti, di comando. Voglio più donne al comando. Delle loro vite soprattutto.
 
Lei si sente al comando della sua vita?
Mai sentita così felice e serena come adesso a 77 anni. Non pensavo proprio che sarei arrivata a questa età, meno che mai così bene. Per niente stressata, più vecchia e più saggia. Ho vissuto molte esperienze e ho imparato dagli errori commessi. 
 

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