Piazza delle Erbe in Padua. Photo: Dimbar76/Dreamstime

The piazza is as Italian as it gets: not as an architectural or urban feature, but rather from a cultural and social point of view. In small villages, it’s where people meet, discuss and buy food, when it’s market day. In cities, the piazza is the equivalent of a grand palace’s living room, the place where you show the best your home has inside. 

We look at them, artistic wonders of our tradition, and we are in awe. But how surprised would we be if we knew all that lies beneath them! Yes, because some of Italy’s most popular piazze have been there, at the heart of our towns, villages and cities, for ever, but they haven’t always looked the way we know. That’s when archaeology comes handy, and that’s where we’ll go today, underneath Italy’s most famous piazze, to see what their past can tell us. 

Let’s start from an easy one: Piazza Navona in Rome. Everyone who’s been to our capital knows this famous gem of baroque architecture, made even more precious by Bernini’s works, has a glorious imperial past. If you looked at it from above, you’d immediately notice its elliptical shape, which is a dead giveaway for what it once was, a Roman stadium. Indeed, Piazza Navona was, at the times of our glorious ancestors, known as  Stadium Domitiani, Domitian Stadium, built in 85 AD to host athletic games, known in ancient Greek as Agones. This is why, initially, the stadium was known as in Agone, which then turned into in Nagonis and, in time, into “Navona.” Vestiges of its past are found in the name of one of the churches in the square, Santa Agnese in Agone. Remains of Domitian Stadium are still there, underneath the square, and they are well preserved. 

If you ask me, Lucca is one of Italy’s most beautiful towns. It may not be as famous as other Tuscan jewels like Florence or Pisa, but it is so breathtaking. Its central square is called Piazza dell’Anfiteatro (amphitheater square) and that should already tell us something. Indeed, the square took the place of a Roman amphitheater and, in the Middle Ages, was called Parlascio, which comes from the Latin paralisium which means, you guessed it, “amphitheater.” Just as for Piazza Navona in Rome, a quick look from above gives away the classical origin of the square: it is shaped like an amphitheater indeed. 

Piazza del Duomo in Lecce. Photo: Mario Ascione/Dreamstime

Always in Tuscany, we find another magnificent town, Siena. Known for its palio, my memories of Siena are of awe, especially of the incredibly powerful balance of gold, stone and color of its Duomo’s façade. Now, its main square, Piazza del Campo, is worth some words, too: to begin with, it developed with a slight inclination, which is very unusual; then, it has a very peculiar pavement of medieval origin,  that looks like a shell. But the shape itself of the square, a semi-circle, is even more unique. Once upon a time, this area was marshy and known as Campus Fori, hence the word “campo” (field), in its modern name. It later became the city’s market square and we can still see that in its shape, because all the buildings overlooking it were built respecting the disposition market stalls would take normally. 

If we move North, more precisely to Veneto, we’ll find another square with an interesting past in Padova. Prato della Valle is not only the largest square in town, but also one of the largest in Europe. Its structure and organization, as we know it today, come from the 18th century, but the area has been at the heart of Paduan life for much, much longer. In Roman times, it was called Campus Martius,  in honor of Mars, the god of war, and was used for military purposes. Because it was often flooded, the area wasn’t used during the early Middle Ages, but it is in those centuries it gained the appellative valle, “valley,” as in a low place prone to, we said it, flooding. Around the year 1000, Paduan people rediscovered the charms of the valle, reclaimed it and turned it into their market square; in Latin, that was called pratum, hence its modern name, Prato della Valle. 

Piazza Prato della Valle in Padua. Photo: Antanovich1985/Dreamstime

The last stop in our short trip through the secrets of Italian squares bring us all the way to the queen of southern baroque: Lecce. Piazza Duomo is very peculiar because it is a “closed square,” where access is guaranteed by only one narrow alley. In the past, Piazza Duomo was at the heart of a military citadel and we can still see it clearly in its shape, which is perfectly squared. All the buildings overlooking Piazza Duomo follow the ancient lines of the citadel’s walls and it is believed that the beautiful baroque belfry of the Duomo itself stands were, at the times of the Romans, a watchtower stood.

Beautiful squares with an incredibly interesting history, just like so many places in our country. 

La piazza è quanto di più italiano ci sia: non come caratteristica architettonica o urbana, ma piuttosto da un punto di vista culturale e sociale. Nei piccoli paesi, è il luogo dove la gente si incontra, discute e compra il cibo, quando è giorno di mercato. Nelle città, la piazza è l’equivalente del salotto di un grande palazzo, il luogo dove si mostra il meglio della propria casa.
Le guardiamo, meraviglie artistiche della nostra tradizione, e siamo in soggezione. Ma quanto saremmo sorpresi se sapessimo tutto quello che c’è sotto! Sì, perché alcune delle piazze più popolari d’Italia sono lì, nel cuore dei nostri paesi, villaggi e città, da sempre, ma non hanno sempre avuto l’aspetto che conosciamo. È qui che l’archeologia viene in aiuto, ed è lì che andremo oggi, sotto le piazze più famose d’Italia, per vedere cosa ci può raccontare il loro passato.
Cominciamo da una facile: Piazza Navona a Roma. Chiunque sia stato nella nostra capitale sa che questo famoso gioiello di architettura barocca, impreziosito dalle opere del Bernini, ha un glorioso passato imperiale. Se la si guardasse dall’alto, si noterebbe immediatamente la sua forma ellittica, che è un chiaro indizio di ciò che era un tempo, uno stadio romano. Infatti, Piazza Navona era, ai tempi dei nostri gloriosi antenati, conosciuta come Stadium Domitiani, lo stadio di Domiziano, costruito nell’85 d.C. per ospitare i giochi atletici, conosciuti in greco antico come Agones. Per questo, inizialmente, lo stadio era conosciuto come in Agone, che poi si trasformò in in Nagonis e, col tempo, in “Navona”. Vestigia del suo passato si trovano nel nome di una delle chiese della piazza, Santa Agnese in Agone. Resti dello Stadio di Domiziano sono ancora lì, sotto la piazza, e sono ben conservati.
A mio parere, Lucca è una delle città più belle d’Italia. Forse non è famosa come altri gioielli toscani come Firenze o Pisa, ma è davvero mozzafiato. La sua piazza centrale si chiama Piazza dell’Anfiteatro e questo dovrebbe già dirci qualcosa. Infatti, la piazza ha preso il posto di un anfiteatro romano e, nel Medioevo, era chiamata Parlascio, che deriva dal latino paralisium che significa, avete indovinato, “anfiteatro”. Proprio come per Piazza Navona a Roma, un rapido sguardo dall’alto fa capire l’origine classica della piazza: ha proprio la forma di un anfiteatro.
Sempre in Toscana, troviamo un’altra città magnifica, Siena. Conosciuta per il suo palio, i miei ricordi di Siena sono di stupore, soprattutto per l’equilibrio incredibilmente potente di oro, pietra e colore della facciata del suo Duomo. Ora, anche la sua piazza principale, Piazza del Campo, merita qualche parola: per cominciare, si è sviluppata con una leggera inclinazione, il che è molto insolito; poi, ha una pavimentazione molto particolare di origine medievale, che sembra una conchiglia. Ma la forma stessa della piazza, un semicerchio, è ancora più unica. Una volta, questa zona era paludosa e conosciuta come Campus Fori, da cui la parola “campo”, nel suo nome moderno. In seguito divenne la piazza del mercato della città e lo si vede ancora nella sua forma, perché tutti gli edifici che vi si affacciano sono stati costruiti rispettando la disposizione che avrebbero normalmente le bancarelle del mercato.
Se ci spostiamo a nord, più precisamente in Veneto, troveremo un’altra piazza con un passato interessante a Padova. Prato della Valle non è solo la piazza più grande della città, ma anche una delle più grandi d’Europa. La sua struttura e organizzazione, come la conosciamo oggi, risale al XVIII secolo, ma la zona è stata al centro della vita padovana per molto, molto più tempo. In epoca romana si chiamava Campus Martius, in onore di Marte, il dio della guerra, e veniva utilizzato per scopi militari. Poiché era spesso allagata, la zona non fu utilizzata durante l’Alto Medioevo, ma è in quei secoli che si guadagnò l’appellativo di valle, un luogo basso soggetto, lo abbiamo detto, ad allagamenti. Intorno all’anno 1000, i padovani riscoprirono il fascino della valle, la bonificarono e la trasformarono nella loro piazza del mercato; in latino si chiamava pratum, da cui il nome moderno, Prato della Valle.
L’ultima tappa del nostro breve viaggio attraverso i segreti delle piazze italiane ci porta fino alla regina del barocco meridionale: Lecce. Piazza Duomo è molto particolare perché è una “piazza chiusa”, dove l’accesso è garantito da un solo stretto vicolo. In passato, Piazza Duomo era il cuore di una cittadella militare e lo possiamo ancora vedere chiaramente nella sua forma, che è perfettamente quadrata. Tutti gli edifici che si affacciano su Piazza Duomo seguono le antiche linee delle mura della cittadella e si crede che il bellissimo campanile barocco del Duomo si trovi dove, ai tempi dei Romani, sorgeva una torre di guardia.
Belle piazze con una storia incredibilmente interessante, proprio come tanti luoghi del nostro Paese.


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