Il cielo è azzurro sopra Berlino. Merito di un’Italnuoto che sembra finalmente aver superato il brutto momento coinciso con il flop olimpico di Londra 2012 anche e soprattutto grazie ad un ragazzo di 20 anni che pare avere pinne e remi al posto di piedi e mani ed una ragazza che pareva essersi smarrita proprio sul più bello.
Ci riferiamo a Gregorio Paltrinieri e Federica Pellegrini, due facce di una stessa luccicante medaglia emerse durante gli Europei di nuoto e tuffi svoltisi a Berlino. Tralasciando per un attimo, senza che nessuno si offenda, gli ottimi risultati raggiunti da Tania Cagnotto, confermatasi regina europea dei tuffi, Detti, e Batki, vale la pena soffermarsi sul duo che probabilmente saprà regalare maggiori soddisfazioni ai colori azzurri negli anni a venire.
Il ritorno di Federica. Meglio ancora delle medaglie, dei sorrisi e della felicità, c’è stata un’azione che ha lasciato tutti gli appassionati di nuoto del mondo a bocca aperta nel corso degli Europei. Ci riferiamo al momento in cui, durante la staffetta femminile 4×200 SL, si è tuffata in vasca Federica Pellegrini. Con l’Italia dietro di 5”, Federica ha aggredito la sua corsia come non le si vedeva fare da forse Roma 2009. Ha ricucito il gap, bracciata dopo bracciata, semplicemente planando sull’acqua. Uno spettacolo sportivo di rara bellezza con cui la campionessa azzurra ha gridato al mondo “Sono ancora qua”, e con una medaglia d’oro al collo aggiungiamo noi.
Esultanza sfrenata per le compagne di staffetta Pirozzi, Mizzau e Pasini Luccetti, che ovviamente in privato avranno ringraziato come si conviene la compagna per l’impressionante prestazione sciorinata per la gioia dei suoi tanti fans presenti a Berlino. “Per un attimo ho pensato che ci avrebbero tolto il tempo e quindi il risultato per via di un cambio un po’ azzardato – ha dichiarato Federica Pellegrini a caldo – ma poi fortunatamente sono stata smentita dalla decisione dei giudici. Per quanto riguarda la gara, sapevo di dover dare il massimo nell’ultima frazione ma anche di dovermi dosare per arrivare carica al punto giusto agli ultimi 50 metri. Fortunatamente è andato tutto secondo i piani e soprattutto sono riuscita a dare il meglio per portare a casa questo grande ennesimo risultato di squadra”.
Largo a Paltrinieri. Un talento così non ha bisogno di preamboli sintattici per essere presentato.
I risultati raggiunti però, richiedono un approfondimento speciale tutto dedicato a “sua eccellenza” Gregorio (nome da papa, ce lo perdonerete).
Oro nei 1500 stile liberi quasi sbadigliando, oro negli 800 SL dominando come solo i campioni sanno fare. Sarebbe inutile scrivere “è nata una stella”, perché in verità, il ragazzo è stella già da un bel pezzo.
Adesso quella stella ha iniziato a brillare più delle altre portandolo alla giusta e meritata vetrina mediatica. “Quando sto bene parto forte, senza tatticismi o idee particolari – ha dichiarato Paltrinieri subito dopo la gara dei 1500 stravinta – qualcuno mi dice spesso di procedere in progressione, dosando gambe e braccia in modo da finire forte. Ma il mio Dna è diverso: mi trovo bene a partire forte e a resistere finché riesco. Tutto sommato mi va spesso bene – ha continuato sorridendo – senza considerare che qualche volta arriva anche il tempone”.
Ovvio il riferimento al record fatto segnare proprio nei 1500 che però non ha distratto Paltrinieri nella seguente gara degli 800: “Prima dei record mi interessano le medaglie. Il cronometro non conta se c’è qualcuno che va più forte di te, pertanto sono felice dell’ottimo crono, ma allo stesso tempo ancor più felice per essere salito sul gradino più alto del podio”.
Italia da urlo. Agli exploit di Pellegrini e Paltrinieri si sono però aggiunte le medaglie conquistate da Detti (bronzo negli 800 e nei 1500 SL maschili), Leonardi (100 m SL maschili), D’Arrigo (nei 400 m SL maschili), dal team maschile nella staffetta 4×100 SL (bronzo), da Castiglioni (100 m Rana femminili), Bianchi (100 m Farfalla femminili).
Nei tuffi, a portare in alto il tricolore a Berlino, ci hanno invece pensato Noemi Batki (argento nel trampolino da 10 m) e Tania Cagnotto oro nel trampolino da un metro e nel sincro da 3 metri con Francesca Dallapè, altra atleta da medaglie pesanti. Peccato per il terzo oro mancato dalla più grande e decorata tuffatrice d’Europa: la ventinovenne bolzanina Cagnotto ha mancato l’ultimo tuffo chiudendo con un argento al collo. Beffata anche Maria Marconi che si è fermata al 4° posto nella prova da un metro.